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Ambiente e Lavoro Toscana ONLUS


Il fuoco e l'incendio: conoscere per prevenire

Con questo titolo, l'Ing. Marco Lelli, responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione della Regione Toscana, ha pubblicato un interessante saggio sulla rivista DEDALO (Editore Airon S.r.l.) del quale riteniamo utile riportare alcuni brani. Innanzitutto, precisa l'Autore, le conseguenze di un incendio, in genere sono facilmente note a tutti, mentre meno immediate sono le conoscenze relative alle dinamiche di sviluppo di un incendio. Allora perché non cercare di capire i meccanismi elementari di questo evento, di solito non voluto, per poi meglio calibrare misure di sicurezza e comportamenti? Per chi si occupa di sicurezza nei luoghi di lavoro, ci sembra che questo sia un interrogativo fondamentale. Dunque, l'argomento deve essere affrontato avendo ben chiaro il concetto d'incendio, ma soprattutto conoscendo gli aspetti tecnico-operativi sul comportamento antincendio, sul carico d'incendio, sulla prevenzione incendi, sulla protezione incendi passiva e sulla protezione incendi attiva. E' partendo da tali conoscenze specifiche che si possono predisporre tutte quelle azioni di sicurezza, prevenzione e protezione per una completa gestione e controllo del rischio. Il fuoco si manifesta e si sviluppa - scrive l'Ing. Lelli - grazie alla interazione fra tre elementi di base: un combustibile (es. solido, liquido, gas), un comburente (es. ossigeno contenuto nell'aria in proporzione del 21%) e una sorgente iniziale (innesco) di energia (es. fiamma, scintilla). La mancanza anche di uno solo dei tre elementi base non permette il fenomeno. Infatti è proprio agendo su uno o più degli elementi base che si fondano i principi di spegnimento. Basti pensare al getto di acqua che agisce sul fuoco con una duplice azione: raffreddando la sorgente di innesco ed impedendo il contatto con l'ossigeno dell'aria. Quando il fuoco avviene in modo violento, incontrollabile ed in luoghi non destinati a tale scopo si parla allora di incendio. Le più moderne teorie - scrive ancora il Lelli - caratterizzano l'incendio come sequenza di quattro fasi ben identificate, in funzione della temperatura nella zona interessata e del trascorrere del tempo. Queste fasi graficamente sono rappresentabili con 4 tratti. Nel tratto AB, ovvero nel tratto rappresentativo della fase di accensione, per effetto di una sorgente di calore (es. un fiammifero acceso) una porzione di materiale combustibile (es. un foglio di giornale) assorbe una certa quantità di calore determinando un innalzamento della temperatura fino ad un determinato valore oltre il quale la combustione, una volta iniziata, prosegue indipendentemente dall'apporto di energia della primaria sorgente (fiammifero). L'incremento della temperatura nell'ambiente è molto lento e quasi lineare a causa delle modeste quantità di combustibile coinvolte e soprattutto a causa della grande dispersione termica dovuta all'ambiente ancora freddo. Se il combustibile acceso è lontano da altri materiali combustibili, il fuoco non si propaga e si estingue da solo una volta finito il combustibile stesso (nel ns. es. il foglio di giornale). Proseguendo nella lettura della rappresentazione grafica del Lelli, nel tratto BC (Flash Over) si ha il passaggio fra la fase di combustione e di fiamma a quella di incendio. Infatti se l'oggetto combustibile acceso - scrive l'Ing. Lelli - è a contatto con altri materiali combustibili, questi si accendono a loro volta (in una abitazione ad es.: tendaggi, poltrone, mobili). L'incremento della temperatura, sino a 500-600 ° C in un tempo che può variare da 5 a 25 minuti in funzione del tipo di combustibile, è ora di tipo esponenziale. Si ha una abbondante produzione di gas di distillazione, originata dai prodotti combustibili, che, combinata con l'aria presente, forma una miscela infiammabile. Se non circoscritto, a questo punto, l'incendio, coinvolgendo masse essenzialmente gassose che ne rendono veloce la propagazione, può essere non più controllabile. Da qui il nome di Flash Over ovvero di "non ritorno". La produzione di fumi e gas tossici è molto alta e pericolosa. La terza fase (graficamente rappresentata da CD) è l'incendio vero e proprio, cioè quando tutto è divenuto fonte di combustione. La temperatura continua a salire alimentata dalla notevole quantità di calore prodotta. Muri, soffitti, pavimenti e più in generale l'intera struttura interessata possono subire danni gravissimi mentre la emissione di scintille, fiamme alte e proiezione di parti incandescenti possono generare fenomeni di accensione anche a notevole distanza. La durata di questa fase dipende essenzialmente dalla quantità di materiali combustibili presenti e soprattutto dalla quantità di comburente cioè di ossigeno che occorre in notevoli volumi. Si intuisce - osserva il Lelli - che se questo apporto fosse limitato sarebbe limitato anche il propagarsi dell'incendio. Di qui se ne deduce l'importanza di chiudere sempre le porte e le finestre dei vari locali, oltre a limitare la presenza di materiali infiammabili. La quarta fase (DE) significa l'estinzione, ovvero che il materiale combustibile comincia ad esaurirsi e la temperatura a diminuire sensibilmente sino alla temperatura ambiente. Con questo studio, l'Ing. Marco Lelli ci offre anche una accurata analisi per affrontare quelle che devono essere le misure di sicurezza contro l'incendio, tese a salvaguardare l'incolumità delle persone, dei beni e dell'ambiente. Per quanto riguarda la prevenzione, per evitare l'insorgere dell'incendio è necessario, innanzitutto, fare un uso corretto dei locali, riducendo il carico dell'incendio, avendo impianti elettrici a regola d'arte ed impiegando materiali non infiammabili. Inoltre, è importante effettuare una idonea progettazione delle aree di rischio, con l'installazione di impianti parafulmini, dispositivi di sicurezza, idonei sistemi di ventilazione; rispetto della segnaletica di sicurezza, divieto di fumare e usare fiamme libere, rispetto dell'ordine e della pulizia, adozione di distanze di sicurezza e, infine, istruzione mirata del personale al fine di prevenire l'incendio. Circa la protezione, ovvero la limitazione delle conseguenze dell'incendio, l'A. spiega nel dettaglio i due aspetti della protezione, cioè quella passiva che consiste nella riduzione del propagarsi dell'incendio e la protezione attiva che consiste nella scelta appropriata di sistemi e mezzi antincendio.

La protezione passiva comporta:

La protezione attiva richiede:



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