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Architetture

IAN+. Sportcity



Già segnalato su queste pagine attraverso una presentazione di Manuel Gausa, il progetto HiperCatalunya diretto da Metapolis e realizzato nell'IaaC (Istituto di Architettura Avanzata di Catalunya) ha rappresentato un'importante modalità di prospettivizzazione del territorio contemporaneo. Una ricerca, un volume e una mostra che hanno visto la partecipazione di alcuni tra i più brillanti studi di architettura europei. Al fine di fornire ai lettori di ARCH'IT un dettaglio sull'iniziativa, abbiamo chiesto a Silvia Banchini una sintesi delle linee guida della ricerca. Matteo Zambelli, in ARCH'IT architetture, commenta il progetto Sportcity sviluppato da IaN+, unico gruppo italiano partecipante a HiperCatalunya.



METÁPOLIS O CITTÀ DAGLI INGRESSI MULTIPLI

 
"Dopo la Metropoli dell'era industriale sorge la Metápolis dell'era digitale. La città è ora un luogo di luoghi, dove coesistono numerosi modelli urbani, ognuno con qualità proprie che lo rendono differente da quello vicino." (Dicionario Metapolis Arquitectura Avanzada, voce "Metápolis" di Vicente Guallart)

La città di oggi, Metápolis, è un ipertesto, è un ecosistema che trae significato dalle relazioni che si stabiliscono fra parti fisiche e non fisiche della città, fra relazioni locali e relazioni globali. La Metápolis è un luogo di luoghi, è stratificata e multifunzionale, un ricco caleidoscopio: un insieme di città dentro la città. Il nuovo strato che IaN+ inserisce è quello sportivo, Sportcity è la nuova città dentro la città.

[23feb2004]


Se la città è un ipertesto, dove possono autonomamente stabilirsi relazioni fra parti differenti, Sportcity non è una "città dello sport", una città monotematica, ma è il luogo e l'innesco di altre possibili relazioni e di nuovi equilibri della città. Lo sport è considerato da IaN+ come un sistema di relazione integrato a diversi aspetti della città e del paesaggio, capace di stabilire legami locali e globali, di fare da traino ad attività sociali, di favorire lo sviluppo economico, di migliorare la città in termini di fruizione e crescita, di determinare, nello specifico, nuovo modo di fruire e di pensare il territorio attraverso la pratica sportiva e di generare nuovi tipi di architettura per lo sport.

Il progetto di IaN+ mi sembra molto attuale per una serie di questioni che analizzerò nel dettaglio di seguito.



CITTÀ COME LUOGO DI EVENTI E AZIONI (EVENTI VERSUS ARCHITETTURA). "Occorre, infatti, partire dalla constatazione che le città contemporanee sembrano attraversare un periodo caratterizzato soltanto da un processo di adeguamento delle loro infrastrutture e dei servizi; ma a ben guardare risulta invece l'esistenza di un vasto fenomeno di sradicamento funzionale della città contemporanea rispetto alle previsioni d'uso e al piano funzionale elaborato anche solo pochi anni prima. Non esiste funzione, destinazione o zonizzazione urbana che negli ultimi dieci anni non sia stata contraddetta; il fenomeno della dismissione industriale non è che il primo e più evidente fenomeno di un processo che coinvolge le altre funzioni urbane, dal commercio alla residenza, dal terziario ai servizi. Si lavora in casa, si abita in ufficio, si commercia nelle abitazioni, si studia nelle fabbriche, si organizzano servizi nei magazzini, si fanno musei nei gasometri: questa rivoluzione non produce fenomeni vistosi dal punto di vista del paesaggio urbano, ma corrisponde a processi tettonici profondi, a continui spostamenti e bradisismi interni all'intero motore della città. Tutte queste città sono investite da questa rivoluzione silenziosa. [...] Questi fenomeni, profondi, invisibili e dinamici appartengono a ciò che si chiama modernità debole, che è una modernità che produce trasformazioni diffuse, poco evidenti, reversibili, ma di grande rilevanza strutturale. Una modernità caratterizzata dalla progettazione di microsistemi ambientali, da sottosistemi architettonici, flessibili o temporanei." (1)



IaN+ ha compreso che nella città ci sono dei fenomeni di bradisismo, innescati da nuove azioni ed eventi che cambiano inesorabilmente il modo di funzionare della città senza che la sua conformazione ne risenta immediatamente; solo poi, di solito, viene conferita una forma a questi cambiamenti: la "composizione architettonica" è sussidiaria alle funzioni, azioni ed eventi.



Capite le dinamiche di mutamento silenzioso della città IaN+ propone lo sport, e Sportcity, come innesco di possibili azioni ed eventi da provocare all'interno dell'ecosistema urbano. E quindi propongono un repertorio di strategie di intervento, non un repertorio formale (se non in ultima istanza, ma come interpretazione architettonica di azioni ed eventi), nella consapevolezza che "gran parte della ricerca architettonica si misura oggi non tanto con forme e oggetti, quanto con le condizioni [qui leggi azioni, eventi] per le quali forme e oggetti possono venire alla superficie: all'interno del percorso progettuale, perciò, non esistono più strutture stabili o, meglio, la stabilità non è un dato assoluto, piuttosto deriva –come nella teoria dei sistemi- da uno stato di equilibrio dinamico, caratterizzato da fluttuazioni multiple e indipendenti." (2)

IaN+ non crede nella priorità del disegno di architettura e del design, né nel valore in sé dell'oggetto architettonico, ma nella capacità degli eventi e delle azioni (in questo caso legati agli effetti dello sport) di innescare le vere forze (economiche, sociali, politiche) che governano e determinano lo sviluppo della città. Così afferma il gruppo nel catalogo di presentazione dei propri lavori: "La nostra attenzione si sposta quindi sulla conoscenza delle relazioni piuttosto che sugli oggetti che lo compongono, e presuppone che la consapevolezza della stretta interdipendenza tra gli eventi che interessano territorio e architettura. È questo quello chiamiamo pensiero ecologico." (3)

L'architettura è di conseguenza chiamata a scoprire attività, spesso ancora in nuce, e a intuire come possono modificare il modo di vivere, agire e comportarsi delle persone, sapendo che ciò avrà sicuramente delle ricadute sul funzionamento della città e quindi, in seconda istanza, sulla sua forma fisica e delle parti che la compongono. L'architetto è chiamato a diventare un sensore che individua e organizza attività ed eventi in grado di sconvolgere e modificare gli assetti delle città.







Pensare in termini relazionali e di strategia, proponendo un repertorio di azioni (flessibili e "non definitive"), e non di design, significa abbracciare un atteggiamento non deterministico aperto a un certo grado di indeterminatezza e di libertà, che riconosce l'incertezza come costante sia delle tecniche di previsione sia delle dinamiche di fruizione e di sviluppo della città, ma anche della progettazione, opposte al determinismo dello zoning della città industriale.



LAVORARE SULLA CITTÀ ESISTENTE. IaN+ non propone una nuova città, né di radere al suolo quella vecchia per sostituirla con interventi demiurgici e palingenetici. Non immagina una nuova città del sole, né nuovi modelli urbani per una società diversa. Sportcity lavora con la città come essa si presenta, non propone espansioni autoconcluse, ma interventi puntuali nelle interzone. Le interzone sono, insieme alle forze agenti e alle zone, uno dei tre elementi individuati da IaN+ come base dei suoi progetti: "L'analisi delle attività e dei flussi individua le zone, caratterizzate principalmente dall'omogeneità funzionale e confinate da fasce di relazione o di scambio –interzone-, generate dalla presenza di un confine o dalla sovrapposizione di zone adiacenti. Le interzone sono modelli progettuali senza dispersione di energie, in cui vengono localizzati gli interventi minimi e flessibili aderenti ad una strategia e modificabile dagli eventi esterni. Quella che definiamo interzona è in realtà un tessuto capace di adattarsi a tutte le possibili trasformazioni che avvengono negli spazi urbani." (4)

Mentre la città industriale prevedeva uno zoning spietato, dividendo della città in aree monofunzionali (da una parte l'abitazione da un'altra il lavoro, da una parte lo sport da un'altra il commercio...), nella città contemporanea la tendenza è di fare svolgere funzioni diverse in condizione di prossimità o di sovrapposizione. Infatti ciò che la città necessita oggi, e richiede, sono interventi di adeguamento e potenziamento delle prestazioni; interventi di densificazione, ibridazione e sovrapposizione delle funzioni nelle aree deprivate di eventi o monotematiche; di interventi, anche minimi, che però siano in grado di risemantizzare e offrire nuovi significati interpretazioni di quella realtà, nuovi punti di vista da cui osservarla.







La strategia urbana di IaN+ è per interventi "puntiformi", una progettazione protesica, per innesti ubicati in aree strategiche –le interzone- adatte ad amplificare i loro effetti, nella consapevolezza che la città è un ecosistema, il luogo delle relazioni, e che la minima variazione in un punto si ripercuote su tutto il sistema modificandolo e creando nuovi equilibri. IaN+ parla al proposito di interferenze con il reale: "progettare le relazioni significa provocare delle interferenze, intese come variazioni di stato capaci di stimolare le diverse organizzazioni spaziali: l'architettura genera interferenze; non definisce unicamente lo spazio, ma costruisce le condizioni per le quali questo spazio riesce a svilupparsi e a radicarsi nel territorio." (5)



Gli innesti che IaN+ propone hanno vari gradi di permanenza e di reversibilità. Certo è che tutti intensificano, densificano e integrano le funzioni preesistenti o ne propongono di nuove, anche ridando nuova vita a "pezzi" in disuso.

Alcuni esempi:

Densificare le funzioni
. I piloni dei ponti non servono solo come elementi di sostegno delle campate, ma, sagomati e ispessiti in modo opportuno, diventano palestre di roccia. Oltre al potenziamento di un elemento, altrimenti monofunzionale, è ovvio che questa proposta pensa di riutilizzare le aree di risulta, praticamente mai utilizzate, al di sotto dei viadotti.









Integrare le funzioni. IaN+ propone di conformare le banchine dei fiumi in modo che possano diventare delle tribune per aree di gioco adiacenti, delle strutture per gli skaters, delle...



Riusare e inventare funzioni. IaN+ ipotizza di riutilizzare vecchie portaerei come strutture mobili per ospitare attrezzature di vario genere (piscine, campi da tennis, campi da calcetto, piste di atletica) ottenendo così il duplice obiettivo di ripristinare e rifunzionalizzare macchine in disuso, e di non sprecare spazio inutilmente.



ASSENZA DI SCALA. Uno dei temi di Sportcity è la rottura fra le scale di progetto. Se la città è un ecosistema, uno spazio di relazioni fra parti interconnesse, dove ogni intervento ha ripercussioni sul tutto, allora significa che la piccola e la grande scala vengono a coincidere. Quindi qualsiasi progetto si configura come urbano e architettonico insieme. Ecco spiegato il senso dell'approccio urbano "puntiforme" degli IaN+, non c'è differenza concettuale e di esito fra un intervento alla scala urbana e uno alla scala architettonica (come si sarebbe detto), l'unica differenza è dimensionale; è l'effetto prodotto che determina le dimensioni di scala dell'intervento.









In Sportcity convivono pariteticamente interventi di dimensioni rilevanti, come le ipotesi di progetto per l'università dello sport, con altre di dimensioni molto contenute, come le cosiddette Sport piers o Sport trucks. Gli Sport piers sono delle strutture che ospitano servizi di base, attrezzature per gli sport d'acqua, piccoli ristoranti e ricoveri, che possono essere collocate, come blocchi componibili (e quindi facilmente smontabili) e ad altro grado di reversibilità, in zone paesaggistiche di pregio ma prive di strutture di servizio, oppure possono essere utilizzate come banchine lungo il mare o come argine dei fiumi e contemporaneamente svolgere le funzioni di cui sopra. Gli Sport trucks sono dei camion dotati di attrezzature sportive minime che viaggiano e si spostano laddove ci sia richiesta di attrezzature sportive di base.



IL CONCEPT COME APPROCCIO ANTICOMPOSITIVO. Accettare la città come essa è significa saperla usare non come limite, ma come innesco e stimolo per inventare nuove funzioni. In Sportcity parti e pezzi di città o di edificio sono "dati" su cui esercitare le tecniche dello straniamento, della sovrapposizione, dell'ibridazione. L'applicazione di questi meccanismi trova espressione nel concept. Il concept è una sorta di icona sintetica che descrive, in modo non verbale, un obiettivo e le sue possibili soluzioni. Il concept è uno strumento che può innescare il processo progettuale perché ha il vantaggio di contenere in sé una doppia condizione: concettuale e oggettuale, astratta e figurativa, immateriale e materiale.



Nel versante concettuale/astratto/immateriale sono definite le parti in gioco (persone, memorie, oggetti) e le relazioni fra le parti (funzioni, azioni, eventi, movimenti, ...), mentre nel versante oggettuale/figurativo/materiale sono inscritte delle prefigurazioni formali senza che in qualche modo siano già definite e confezionate. È un modo per tenere assieme due momenti che una volta erano distinti: analisi e sintesi progettuale (intesa come design). Il concept è, infatti, intermedio fra il concetto e l'oggetto, e media il passaggio fra un ragionamento astratto e uno invece figurativo, contenendoli entrambi. Il concept è la garanzia per un approccio anticompositivo, fluido, aperto, aggiornabile e non deterministico.









Alcuni esempi. Uno degli obiettivi di Sportcity è di riuscire a trovare all'interno dei centri storici consolidati degli spazi dove svolgere attività sportive. Il concept è efficacissimo: sui tetti di una città costipatissima vengono sovrapposti due tennisti che si stanno sfidando. L'operazione strategica e l'obiettivo che il concept esprime è evidente, ma è anche chiaro che prefigura una serie di possibili soluzioni architettoniche. IaN+ ne propone almeno tre. La prima prevede di occupare i tetti con delle attrezzature di vario tipo ad hoc, utilizzando la tecnica della sovrapposizione. La seconda prevede di ampliare le facciate degli edifici preesistenti aggiungendo dei volumi per svolgere delle attività sportive e contemporaneamente determinando un loro restyling. La tecnica adottata è quella dell'ibridazione e dell'innesto.



La terza soluzione prevede di utilizzare gli spazi dei parcheggi non solo per posteggiare le macchine, ma anche per svolgere attività sportive. Qui le tecniche usate sono la sovrapposizione e l'ibridazione.

Un altro concept: l'immagine è quella dell'autobus a due piani dove l'ultimo è occupato da una piscina. Il concept suscita e sottende diversi obiettivi: dare la possibilità alle persone, che sprecano molto tempo negli spostamenti, di impiegarlo per fare attività sportiva durante nei mezzi di trasporto; ipotizzare delle strutture mobili per attività sportive di base da spostare dove ci sia necessità. Ma il concept, suggerendo azioni, preconizza anche configurazioni architettoniche; anche in questo caso IaN+ ne formula diverse.





Ciò che è più interessante in questo tipo di proposte è che la città e le sue parti vengono risemantizzate e risignificate spesso solo attraverso piccole aggiunte e minimi spostamenti di senso di ciò che normalmente siamo abituati a guardare in termini strettamente monofunzionali.

Matteo Zambelli


IAN+. Sportcity

Progetto sviluppato da IaN+ nel 2003 in occasione della consultazione HiperCatalunya, diretta da Metapolis e realizzata nell'IaaC (Istituto di Architettura Avanzata di Catalunya).
1. Andrea Branzi, "L'allestimento come metafora di una nuova modernità", Lotus 115, dicembre 2002, p. 97.
2. Paola Gregory, Nuovi territori della complessità, Testo & Immagine, Torino 2003, p. 12.
3. IaN+, Interferenze con il reale, (i cataloghi dell'Industria delle costruzioni), Edilastampa, Roma 2003, p. 146.
4. Ibidem, p. 150.
5. Ibidem, p. 146.

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