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Territori di Ricerca

Silvia Banchini
Già segnalato su queste pagine attraverso una presentazione di Manuel Gausa, il progetto HiperCatalunya diretto da Metapolis e realizzato nell'IaaC (Istituto di Architettura Avanzata di Catalunya) ha rappresentato un'importante modalità di prospettivizzazione del territorio contemporaneo. Una ricerca, un volume e una mostra che hanno visto la partecipazione di alcuni tra i più brillanti studi di architettura europei. Al fine di fornire ai lettori di ARCH'IT un dettaglio sull'iniziativa, abbiamo chiesto a Silvia Banchini una sintesi delle linee guida della ricerca. Matteo Zambelli, in ARCH'IT architetture, commenta il progetto Sportcity sviluppato da IaN+, unico gruppo italiano partecipante a HiperCatalunya.



Hiper- in quanto n-dimensionale. Un ipertesto non è altro che un'offerta di informazioni strutturata secondo un'organizzazione agerarchica, nella quale il lettore è libero di muoversi, privo di qualsiasi suggerimento lineare. Questo fa sì che il contenuto di un ipertesto sia effettivamente un risultato molteplice, frutto della relazione tra autore e fruitore, chiamato a scegliere e pertanto a definire la traiettoria della propria lettura.

HiperCatalunya è il nome di un progetto di ricerca finalizzato alla interpret-azione della complessità delle relazioni tra gli attori che interagiscono nel territorio. Parlare di Hiperterritorio, in questo senso, significa dunque riconoscere una n-dimensionalità, suscettibile di numerosi e diversi livelli di lettura. La capacità di passare attraverso tali layers per poter creare potenziali links e dirigere quindi una lettura analitica verso una diagnosi operativa, costituisce il nodo centrale dell'intero processo progettuale.

Ciò che HiperCatalunya rappresenta effettivamente è una metodologia di studio e di intervento nel territorio; sulla base di una prima fase di definizione dell'ambito di ricerca e di raccolta di dati, funzionali alla elaborazione di una ipotesi previa, si innesca un processo di mapping intenzionato, attraverso il quale la scelta degli n-livelli considerati, produce una visione topografica del comportamento reale delle dinamiche territoriali. Si tratta di una sorta di atlante comparativo nel quale la mappatura diventa lo strumento più efficace per tradurre l'informazione ad un sistema reale, dove poter localizzare geograficamente aree critiche, carenze, elementi potenziali, nuove opportunità.

La necessità di dialogare e mediare con i reali agenti protagonisti di una politica urbana sempre più legata a logiche di mercato e aggredita spesso da sempre più interessanti fenomeni di autorganizzazione, spinge la ricerca contemporanea a entrare in ambiti disciplinari diversi e a servirsi quindi di nuove strategie di intervento che non possono fare a meno di una azione collettiva. L'Istituto di Architettura Avanzata di Catalunya, nel quale è stato prodotto il progetto HiperCatalunya, territori di ricerca, avvalendosi di un comitato scientifico formato da sociologi, antropologi, economisti, ecologi urbani, ingegneri, si allinea in questo senso ad una esigenza condivisa internanzionalmente, legata alla volontà di aprire la ricerca architettonica e urbanistica ad uno spettro disciplinare molto più completo, difendendo quello che diventa un processo progettuale informato.

La raccolta di informazioni e conoscenze pertinenti a diversi campi disciplinari incentiva la definizione di relazioni che vadano al di là dei limiti imposti da una pianificazione territoriale e urbana tradizionalmente legata alla produzione/ripetizione di modelli top-down. Capire e interpretare la complessità scindendola in elementi più semplici è senza dubbio una parte essenziale del processo, estremamente interessante se associata all'osservazione dal basso, botton-up, di un sistema in continua mutazione, un sistema realmente far from equilibrium, nel quale i momenti di instabilità e l'interazione di traiettorie spesso contraddittorie generano potenziali campi di azione.

L'equilibrio è ciò che realmente oggi finisce con il rappresentare un'unità temporale di un sistema che continuamente passa da uno stato di instabilità ad un altro. Il territorio è realmente un ecosistema, nel quale aree biodiverse e campi antropici si relazionano generando conflitti e innescando processi.

Nella fisica classica e nelle scienze umane, il ricercatore è tradizionalmente un osservatore, colui che prende decisioni in maniera indipendente, mentre il sistema stesso con i suoi membri, siano essi individui o organizzazioni, sono soggetti a leggi deterministiche, conformi ad una sorta di master plan. Oggi, evidentemente, una dicotomia di questo tipo non può non scontrarsi con una realtà nella quale i limiti tra autore e spettatore sono divenuti così labili.

[23feb2004]
"In front of it, the emergence of the concept of the space in a system in which space could not previously be perceived in an intrinsic manner is called symmetry breaking. In a way symmetry breaking brings us from a static, geometrical view of space to an Aristotelian view in which space is shaped or defined by the fuctions going on in the system". (1)

"Function going on in the system" deve intendersi non come una rievocazione di un funzionalismo astratto, quanto piuttosto come l'intenzione marcata di voler definire uno spazio avvalendosi dell'interpretazione previa del suo stesso funzionamento.

Lo studio diagnostico e le 26 proposte di intervento di trasfomazione del territorio catalano si inseriscono pertanto in una dinamica instabile, non con la finalità di costituire il punto di inizio, l'origine di una traiettoria di organizzazione, ma piuttosto di mediare con situazioni puntuali (spazialmente e temporalmente) e stabilire criteri basati in elementi minimi di ordine. Timeformation piuttosto che Transformation.

La ricerca vuol essere quindi il mezzo, non il fine per operare. Di fronte ad un campo disciplinare esteso e all'esigenza di reali collaborazioni plurali, l'obiettivo del progetto diventa quello di trasmettere la capacità di selezionare e stabilire criteri in grado di liderare con una determinata situazione. Non si tratta di celebrare o consacrare individualità, ma piuttosto di capire gli elementi chiave di una molteplicità. L'architettura, evidentemente, non cessa di essere un prodotto, però la questione principale risponde adesso al come operare al di là di logiche rigidamente chiuse da convenzioni spesso obsolete, per poter sopravvivere ai rapidi cambiamenti delle condizioni attuali.

Silvia Banchini
silvia@load.as
1. Grégoire Nicolis, Ilya Prigogine, Exploring Complexity, W.H. Freeman and Company, New York, 1989 p. 13.

Silvia Banchini è nata a Livorno nel 1975. MArch, ETSAB Barcelona, España. Laureata in Architettura, Università di Firenze, Italia. Ha collaborato con Metapolis, Barcelona 2001-2003 in progetti di ricerca. È responsabile editoriale nell'IaaC (Istituto di Architettura Avanzata di Catalunya) e Co-direttrice dello studio LOAD office architecture.

> ZAMBELLI: METÁPOLIS O CITTÀ DAGLI INGRESSI MULTIPLI
> GAUSA: MULTI-CITIES, GEO-URBANITIES, HYPER-TERRITORIES
> HIPERCATALUNYA
> METAPOLIS

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Manuel Gausa, Vicente Guallart, Willy Muller
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Actar, 2004
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