LAWRENCE
DAVIS. Children's Interactive Gallery. Everson Museum, Syracuse, New
York |
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Attivare il museo: la galleria interattiva per bambini progettata dal giovane architetto statunitense Lawrence Davis nel monumentale Everson Museum di I.M. Pei a Syracuse diventa strumento critico che indaga sui rapporti tra architettura e arte. Lo spazio espositivo viene messo in movimento e diventa
wunderkammer in continua mutazione. La descrizione del progettista e
Museo in movimento, un commentario di Pietro Valle. |
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[in english] |
SOMMARIO. La Galleria Interattiva per Bambini è concepita come una piattaforma temporanea che pone in discussione l'impiego corrente degli spazi museali dedicati all'arte. La galleria, inoltre, sviluppa un dialogo interattivo con il sito in cui è posta, il tardo-modernista Everson Museum, il primo spazio espositivo progettato da I.M. Pei, costruito nel 1968 e caratterizzato da un carattere monolitico ottenuto con una costruzione di cemento armato gettato in opera e lasciato a vista. |
[24jul2002] | ||
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MUSEO IN MOVIMENTO |
L'allestimento della galleria, che si prevede possa cambiare ogni tre o quattro anni, esplora due significativi temi delle collezioni permanenti del museo, la ritrattistica nella storia dell'arte americana e la ceramica, quest'ultima presente con una selezione di artefatti riconosciuta come una delle più importanti al mondo. |
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Ingresso. Dettaglio della copertura. |
Nella sezione dedicata ai ritratti, i docenti del museo e le didascalie invitano i bambini a confrontare un ritratto ottocentesco di Sanford Thayer e una fotografia contemporanea di Cindy Sherman. I partecipanti alle sessioni interattive organizzate nella galleria discutono la forma artistica in termini generali e sono poi invitati a costruire il proprio autoritratto attraverso discussioni comuni, scritti e disegni. Computers e tavoli da disegno. I bambini in seguito attualizzano le loro idee scegliendo e indossando un costume da un guardaroba presente all'interno della galleria. Dopo aver scelto uno scenario che farà da fondale -tra quattro stampe ingrandite di paesaggi urbani o rurali prese dai quadri della collezione del museo- essi si siedono e posano per il proprio ritratto fotografico di fronte a una telecamera contenuta all'interno di un chiosco video. Oltre a produrre un'immagine tipo Polaroid attraverso una stampante, il video trasmette simultaneamente il ritratto a un monitor televisivo posizionato all'ingresso della galleria. L'organizzazione concettuale della sezione dedicata alle ceramiche riporta ai primi sviluppi della tipologia del museo. Questa porzione del progetto comprende un grande tavolo dove i bambini possono realizzare i propri lavori artistici in plastilina e una scaffalatura a muro per esporre i loro lavori, un vero e proprio "gabinetto delle curiosità" o "Wunderkammer". Questa allegra struttura irregolare ospita anche una selezione di ceramiche provenienti dalle collezioni del museo. Nato ai tempi dell'Illuminismo, il concetto di "Wunderkammer" richiama gli spazi delle prime collezioni di meraviglie naturali e manufatti etnici provenienti da paesi esotici. Come nella sezione dei ritratti, lo spazio delle ceramiche invita i visitatori a ripensare l'esperienza del museo, rivelando che il collezionare, lo scegliere e l'esporre sono attività condizionate da pregiudizi culturali e quindi in continua trasformazione. Per i visitatori più ambiziosi, la galleria interattiva offre l'opportunità di produrre e curare (o almeno influenzare) una "mostra" attraverso un esercizio creativo di disposizione degli artefatti che è idealmente libero da preconcetti sulla classificazione delle opere d'arte. In aggiunta ai ritratti e alle ceramiche, la galleria offre supporto per stazioni computer interattive e spazi per altre attività. Un vasto ambiente retrostante allo spazio principale della galleria offre un luogo accessibile e discreto dove svolgere classi estive e infrasettimanali per i bambini. TEMI CONCETTUALI |
Wunderkammer e guardaroba. Wunderkammer. |
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Diagramma delle funzioni. Pianta con viste. |
Collage: L'uso dell'incompletezza e del frammento nel linguaggio compositivo, programmatico e costruttivo del progetto sono mezzi per offrire delle scelte a chi abita la galleria. Promuovono un'interpretazione meno rigida dell'opera d'arte e dello spazio del museo nonché assumono la natura eterogenea della costruzione dello spazio contemporaneo attraverso l'impiego di molteplici assi visivi, diverse possibilità d'uso, materiali e significati. |
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Collezionare: quando una persona raduna una serie di artefatti, costruisce anche un sistema che li ordina. Questa struttura di potere è stata storicamente usata dalle istituzioni culturali come mezzo per controllare la coscienza collettiva di qualsiasi tema proposto al pubblico. Consentendo di esporre i ritratti e gli oggetti creati dai bambini insieme ai pezzi delle collezioni permanenti, la galleria interattiva sovverte con ironia, o perlomeno rivela, la tradizionale autorità culturale del curatore del museo. Relazione tra soggetto e osservatore: il processo "interattivo" proposto dalle attività della galleria già in sé supera la tradizionale relazione soggetto/osservatore. Le aperture nei rivestimenti e nei volumi della galleria offrono ulteriori appunti critici sul tema, "inquadrando" le attività interne verso osservatori che possono scegliere di esperire lo spazio dal suo esterno. In questo modo, le attività interne diventano loro stesse un'esposizione che può essere guardata in maniera passiva e convenzionale come le altre del museo. Contesto specifico: oltre a commentare sulla tradizionale impostazione da museo d'arte dell'Everson Museum, la galleria allude al carattere costruttivo e formale dell'edificio che la contiene. L'uso del legno fa da contrappunto al carattere pesante e monumentale del museo di Pei. Il telaio e la pelle dei rivestimenti ricordano inoltre le casseforme del cemento altamente rifinito del museo che era stato gettato in opera. Infine, la posizione della galleria nello scantinato del museo e la sua sequenza di spazi attorno alla torre del proscenio che contiene i fondali dei ritratti sono la traduzione di una parallela sequenza di spazi espositivi che ruotano intorno all'atrio a doppia altezza del museo nei due livelli superiori. Costruzione: il telaio di montanti di legno di sezione di 2x6 pollici, il rivestimento di panelli di compensato di legno di quercia e di Lexan tralucente, offrono un linguaggio agile e plastico che invita a molteplici letture delle relazioni formali e programmatiche. Più direttamente, la costruzione con scheletro e pelle intende articolare il processo costruttivo nelle sue fasi di struttura e rivestimento per gli spettatori della galleria. Questa palette di materiali offre inoltre una alternativa familiare e "tattile" ai muri bianchi del museo d'arte, solitamente "sacralizzati" e intoccabili. |
Assonometria. Pianta. |
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LAWRENCE DAVIS. Children's Interactive Gallery. Everson Museum, Syracuse, New
York |
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Angolo sud-ovest. |
Cliente: Everson Museum of Art Sandra Trop (direttrice) Marion Wilson (direttrice del progetto e curatrice educativa) Architetto: Lawrence Davis, architect Lawrence Davis (principale) Joshua Linkov (assistente) Construzione: Everson Museum of Art William Waelder (manager dei progetti speciali) Richard Flood (assistente) |
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MUSEO IN MOVIMENTO
> ARTLAND |
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