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42'8 - Baku



Tra i dieci vincitori del concorso "Nuovi Segni 2002/03" indetto dal Sole-24 Ore (in giuria, tra altri, Stefano Boeri, Angela Vettese e Alberto Garutti), il progetto BAKU del gruppo 42'8, capitanato dal giovane architetto avellinese Giuseppe Vele, è il più poetico e il più realistico. Gli enormi ombrelli mobili gonfiati ad elio che raccolgono l'acqua piovana e irrigano la pianura pugliese sono un formidabile segno territoriale, una presenza leggera e un dispositivo idraulico di minimo impatto ambientale. Il gruppo, che ha recentemente brevettato gli ombrelli, sta speditamente procedendo verso la loro realizzazione. ARCH'IT presenta il progetto con un commento di Pietro Valle.



INTRODUZIONE

 
    È stato affermato, al secondo Forum Mondiale Dell'acqua –Aja, 2000- con la dichiarazione ministeriale firmata dai rappresentanti di 118 Paesi, che l'acqua, sempre più scarsa e con una domanda in continua crescita, non deve essere più considerata un diritto alla vita ma solo un bisogno, per questo motivo la nostra sensibilità verso tale problema è maturata col tempo in maniera esponenziale.
Il nostro progetto-idea lo abbiamo chiamato Baku.

"Fate che nessuna goccia d'acqua che cade sulla terra arrivi al mare prima di essere stata utilizzata dall'uomo"
Parakrama Bahu, re dello Sri Lanka del XII secolo



Capitolo I

CARATTERIZZAZIONE GENERALE DEL LUOGO NEL QUALE SI INTENDE ESEGUIRE IL PROGETTO

I.1 INTRODUZIONE. In un recente censimento de "Il Sole 24 Ore" la Provincia di Foggia è risultata essere ultima in una classifica che teneva conto di diversi parametri per valutare la vivibilità delle città.
Il tasso di disoccupazione, il grado di efficienza dei servizi, il livello medio di istruzione, l'insediamento industriale, la qualità della vita... sono questi i termini di raffronto che hanno portato Foggia e la sua provincia in coda alla classifica del sondaggio.

[14aug2003]
Diciamolo pure, chi di noi almeno una volta non ha pensato di cambiare, migliorare, credere di fare qualcosa di diverso, di più importante? ...e poi i sogni che tante volte... "sfuggono"!
È anche vero però che già inseguirli è un'esperienza esaltante che ci fa quasi volare, vivere e dimenticare in un attimo problemi, difficoltà, insidie. Sognare perché ci restituisce un'incoscienza "sana", perché ci fa prefiggere degli obiettivi che spesso trovano sulla loro strada piccoli e grandi problemi, dove si commettono errori pur di migliorare, dove ci si rimette sempre in discussione. Questo è lo spirito col quale intendiamo lavorare e questo è lo spirito col quale vorremmo che gli altri recepiscano il nostro lavoro.
Poche cose sono più difficili che avere una buona idea. Tra queste poche cose c'è senz'altro quella di realizzarla, ed ancora più difficile che realizzarla è rendere duratura questa realizzazione. Il nostro grande sogno è quello di vedere raggiunto questo triplice obiettivo.

I.2 IL TERRITORIO. L'ambito territoriale scelto per la localizzazione dell'opera progetto è la provincia di Foggia.
La Provincia di Foggia può vantare una posizione geografica che la colloca al centro dell'Italia, un punto strategico posto tra il Nord e il Sud del nostro Paese, un'ubicazione potenzialmente molto appetibile, un territorio ansioso del futuro e bisognoso del suo passato. Una terra con rughe profonde ma che ha fatto già tanti sacrifici per ottenere uno sviluppo, soprattutto agro-industriale, che ora sta cominciando a far vedere i propri risultati.



Capitolo II

PANORAMA GENERALE SUL PROBLEMA DELLE RISORSE IDRICHE

II.1 L'EMERGENZA NEL SUD ITALIA. Lo stato di grave emergenza idrica che sta caratterizzando il Sud-Italia non lascia intravedere, nel breve periodo, sensibili cambiamenti nello scenario delle disponibilità idriche. L'aggiornamento dei dati sui volumi di acqua accumulati nei serbatoi idrici delle regioni meridionali rispetto allo scorso mese di aprile e con riferimento allo stesso periodo dello scorso anno mettono in evidenza che permane lo stato fortemente deficitario delle risorse idriche effettivamente disponibili rispetto allo stesso periodo del 2001.
Molto grave è la conseguenza sul settore primario il quale vede compromessa buona parte delle colture estive e a rischio le colture arboree.

Per fronteggiare lo stato di emergenza diverse regioni stanno approntando piani e programmi di intervento con i quali s'intendono individuare le esigenze idriche dei diversi settori produttivi e gli interventi da realizzare da subito per recuperare volumi idrici utilizzabili.

Gli apporti pluviometrici che hanno caratterizzato la fine di aprile e l'inizio di maggio 2002, hanno alleviato solo in parte le esigenze idriche delle poche colture praticate all'inizio della stagione irrigua. Alla luce di questi dati resta difficile programmare il prosieguo della stagione in molti Consorzi di Bonifica che tuttavia cercano di attuare irrigazioni di soccorso attraverso impianti di emergenza al fine di garantire almeno la sopravvivenza delle colture arboree presenti nei propri comprensori irrigui.

II.2 FOGGIA E LA PROVINCIA, LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO. Gli apporti pluviometrici verificatesi nel mese di febbraio di quest'anno hanno solo in parte contribuito ad alleviare il problema dell'emergenza idrica irrigua in Puglia.
Difatti, le frequenti piogge di questo periodo hanno ridotto sensibilmente il fabbisogno idrico delle principali colture pugliesi praticate.
Molto incerta è la situazione per i due Consorzi irrigui della parte settentrionale della Puglia (Terre d'Apulia e Capitanata), dove si concentrano buona parte delle coltivazioni di pregio regionali e dove le disponibilità per l'uso irriguo sono attualmente inferiori a quelle della passata stagione, anch'essa particolarmente siccitosa.
Il consorzio di Bonifica della Capitanata, lo scorso anno, ha comunicato alle utenze irrigue dei propri comprensori le modalità di erogazione dell'acqua disponibile. In particolare, per il comprensorio Sinistra Ofanto, per ogni ettaro attrezzato viene assicurato un consumo massimo di 430 mc. L'inizio della stagione irrigua prevede la somministrazione dell'acqua ai soli pescheti (per i quali sono presenti i punti di erogazione che permettono di gestire l'erogazione irrigua con il sistema dell'acqua card) prosegue con l'erogazione degli stessi metri cubi per ettaro per i vigneti da vino e da tavola. Nel momento in cui l'agricoltore esaurisce quanto destinato dal Consorzio, non sarà più possibile prelevare altra acqua poiché il sistema dell'acqua card impedisce l'apertura della bocchetta. Particolarità di questa parte del consorzio è l'alta percentuale di colture arboree di pregio presenti (vite da tavola, pesco e frutteti) che non possono assolutamente fare a meno dell'acqua per dare produzioni accettabili dal punto di vista qualitativo, inoltre per gran parte di quest'area non è possibile trovare l'acqua ad una profondità inferiore ai 300m, pertanto non sono diffusi pozzi artesiani (non è comunque da sottovalutare il problema dell'abbassamento delle falde acquifere causato dall'eccessivo emungimento dei pozzi). Nella parte del territorio servita dall'invaso di Occhito, il Consorzio ha già comunicato da tempo agli agricoltori dei comprensori irrigui sottesi all'invaso, l'impossibilità di garantire l'irrigazione a causa delle carenze idriche.

Va sottolineato, a riprova dell'incertezza che sta vivendo l'agricoltura irrigua, che le banche hanno ridotto il volume di finanziamento agli agricoltori a causa dell'altissimo rischio cui potrebbe andare incontro l'investimento.

Allo stato attuale, quindi, le disponibilità idriche accumulate negli invasi pugliesi non consentono un adeguato sviluppo socioeconomico non solo delle campagne, ma anche delle aree urbane e suburbane soprattutto nei comprensori irrigui del Consorzio di bonifica della Capitanata serviti dalle predette fonti di approvvigionamento.



Capitolo III

IDEA-PROGETTO

III.1 CARATTERI GENERALI. L'idea è, a nostro avviso, tanto semplice quanto innovativa.
Abbiamo pensato ad un sistema alternativo per la raccolta dell'acqua piovana.
Si tratta di una struttura a forma di "ombrello capovolto".
Sarà costruita con materiali molto leggeri ma allo stesso tempo altrettanto resistenti: PVC, Teflon(r) Nylon*. La membrana che "avvolge l'ombrello" ha un'intercapedine tra l'intradosso e l'estradosso nella quale è contenuto l'elio. L'intera struttura è adagiata in aria, ad una quota variabile a seconda delle esigenze (piezometrica), grazie alla spinta che il gas dà alla stessa; questo impianto consente il trasporto dell'acqua in punti diversi sul territorio, in maniera del tutto naturale, senza l'ausilio di sistemi meccanici. In aria, per non impedire la naturale crescita delle colture sottostanti, degli alberi e della natura in genere, ma anche eventualmente sopra i parchi verdi, i tetti delle case o delle aziende.

 







L'apporto antropico sarà limitato solo alla manutenzione, in quanto grazie all'installazione di semplici sensori che misurano l'intensità pluviometrica si attiva un sistema automatico per il gonfiaggio e lo sgonfiaggio. Il calcolo della spinta dell'elio è semplice, equivale a quella di Archimede, e conoscendo la somma delle forze agenti è possibile che la stessa si tenga sospesa in aria, in equilibrio statico, con un carico limite prefissato.

  Inoltre, per ottenere un ulteriore equilibrio prevediamo un adatto sistema di ancoraggio a terra, per mezzo di sottili cavi in acciaio che andranno in tensione quando la membrana prenderà quota; in questo modo, è semplice ottenere una stabilità aggiuntiva, soprattutto in funzione delle spinte laterali del vento. Alla struttura è agganciato, nella parte più bassa, un tubo in polipropilene (PEP)* per permettere il passaggio dell'acqua, convogliandola direttamente nella rete idrica pre-esistente o in apposite cisterne poste a terra...



La struttura non è invasiva, come potrebbero invece esserlo dighe, tubazioni, cisterne o invasi di vario genere; è concepita per essere mobile, leggera, flessibile, per essere totalmente integrata nel contesto nel quale si inserisce.
I risvolti applicativi sono molteplici e tali da consentire un'ampia collocazione della struttura in diversi ambiti con disparate destinazioni d'uso:
- Irriguo
- Apporto di acqua alle dighe e ai bacini esistenti
- Mitigazione del rischio alluvionale
- Industriale
- Abbassamento del tasso di salinizzazione per mezzo di apporti di acqua dolce
- Innalzamento del livello delle falde acquifere



* Per i materiali più adatti alla realizzazione sarà opportuno eseguire prove tecniche.
III.2 CONSIDERAZIONI FISICO-TECNICHE

Il principio fisico in base al quale la struttura viene sostenuta ad una quota h rispetto al suolo è il Principio di Archimede.
Tale principio stabilisce che un corpo immerso in un fluido riceve una spinta pari al peso del volume di fluido spostato. Nel caso in esame il fluido interessato è l'aria, la cui densità, indicata con il simboloè pari al seguente valore:


 

(1)

Questo valore è relativo alle seguenti condizioni atmosferiche di temperatura e pressione:


(2)

In questa fase preliminare dello studio tali condizioni saranno ritenute , per semplicità, costanti. Questa ipotesi permette di non considerare le variazioni di densità dell'aria e dell'elio al variare della temperatura e della pressione atmosferica. In uno studio di maggiore dettaglio è comunque possibile tener conto di questi fenomeni ricordando che per i gas considerati (aria ed elio) può assumersi il modello di gas perfetto, per il quale vale la seguente equazione di stato, che ne descrive il comportamento:


(3)

in cui il simbolo R indica la costante del gas, e sfruttando il modello di atmosfera standard ISA.

La struttura è composta di una parte gonfiabile e di un condotto di scarico; il maggiore volume di aria è spostato dalla parte gonfiabile, per cui possono ritenersi trascurabili i contributi alla spinta aerostatica dovuti al condotto.
La spinta è dovuta alla minore densità del gas contenuto nei moduli gonfiabili, infatti a parità di volume il fluido spostato (aria) ha un peso maggiore del gas interno (elio); per questo gas, alle condizioni atmosferiche indicate nella (3), risulta:


(4)

I moduli vengono gonfiati ad una pressione che uguaglia quella esterna. Affinché la struttura possa essere sostenuta alla quota h occorre che sia imposto l'equilibrio alla traslazione lungo l'asse verticale, ovvero la spinta aerostatica, indicata con il simbolo S, deve uguagliare il peso P totale.
Le due forze sono applicate nel baricentro, come riportato nello schema e sono orientate in verso opposto, pertanto l'equazione di equilibrio risulta:


(5)

Nel termine del peso sono compresi i contributi della struttura (membrane e condotto) ed il peso dell'elio contenuto nel volume:


(6)

Questi pesi dipendono anche dal volume della struttura gonfiabile. La spinta aerostatica può valutarsi invece con la seguente formula:


(7)

essendo g il modulo dell'accelerazione di gravità che vale:


(8)

e V il volume dell'aria spostato.

Affinché la struttura si posizioni ad una certa altezza rispetto al suolo occorre che il termine S risulti leggermente superiore al peso P, questa condizione permette di raccogliere anche una data quantità di acqua nell'"imbuto", prima che defluisca attraverso il condotto di scarico.



Capitolo IV

CONCLUSIONI E PROSPETTIVE

IV.1 OBIETTIVI DEL PROGETTO NELL'AMBITO TERRITORIALE PRESCELTO. Intendiamo per arte non solo qualcosa che sia necessariamente un'espressione materiale dei nostri pensieri, una concretizzazione delle nostre sensazioni, una realtà progettata per avere dei fini concreti e tangibili, ma soprattutto espressione dell'animo umano, per interpretare in maniera diversa i problemi della comunità... Baku è innanzi tutto un'opera d'arte che ci fa riflettere sul rapporto uomo natura.

La sfida è quella di trasformare questi progetti in significative ed interessanti parti del nostro paesaggio.
L'emergenza idrica in Puglia denota la necessità di interventi che propongano soluzioni innovative, azioni estranee al marchio dell'uomo, figure d'arte che si mescolano con l'ambiente, forme nuove che si integrano perfettamente con le morfologie di questi paesaggi. Visioni distorte ma naturali non solo per risolvere i problemi ma anche e forse soprattutto per dare nuova energia, flussi di vitalità, l'arte in forma vivace per esprimere nuove sensazioni.

Il nostro progetto dimostra come la conservazione e la tutela del territorio siano da considerare forme di sviluppo, per quanto assoggettabili alle mutevoli esigenze dell'uomo espressione critica circa la necessità della conservazione dell'idea di comunità e dello sviluppo sostenibile delle trasformazioni sociali e territoriali e degli insediamenti umani.
Questo dimostra il ruolo che l'arte, l'architettura, l'ingegneria, il design... possono avere nella determinazione del carattere e della qualità di un luogo.
L'obiettivo è di enfatizzare principi ecologici perseguendo obiettivi di carattere sociale.

Il progetto è pensato come forma d'arte capace di sensibilizzare la comunità a cui è rivolto, rendendolo individuabile e fruibile in maniera semplice e diretta nella vita di tutti i giorni e inserendolo "al centro della società" per farlo interagire con tutte le altre attività umane.
Cerchiamo di ottenere un legame tra le sensazioni, le emozioni e la tecnologia a disposizione attraverso la fantasia e la creatività.
Si può, in questo modo, innescare un processo che dia inizio ad uno sviluppo economico, sociale e culturale nell'area a cui è destinato al fine di ottenere dei cambiamenti automatici derivanti dalla reazione naturale della comunità; per questo Baku è rivolto a tutti, enti pubblici o privati, ma anche singole persone che come noi credano nei micro-ambienti e nello sviluppo di piccole realtà che non per forza necessitino dell'ausilio dei "grandi" per andare avanti ed essere indipendenti.
progetto:
42'8

capogruppo:
arch. Giuseppe Vele

geologo:
dr. Luca Nicodemo

collaboratori:
ing. Marcaurelio D'Acunti
arch. Raffaele Orefice

> VALLE: L'ACQUA È PIÙ LEGGERA DEL CIELO
> BAKU

la sezione Artland è curata da
Elena Carlini e Pietro Valle


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