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Il palazzo della Civiltà Italiana.
Architettura e costruzione del Colosseo Quadrato




Maristella Casciato, Sergio Poretti
"Il palazzo della Civiltà Italiana. Architettura e costruzione del Colosseo Quadrato"
Editore Federico Motta, 2003
pp252, €72,00

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È stato recentemente pubblicato, da Motta Editore, a cura di Maristella Casciato, Sergio Poretti, il volume Il palazzo della Civiltà Italiana. Architettura e costruzione del Colosseo Quadrato. Dedicato all'indagine e alla documentazione di un'opera ricca -come afferma Claudia Conforti- di un'inestinguibile ambiguità ed enigmaticità, il libro qui presentato da Maria Rita Intrieri costituisce un esempio, tra gli ultimi di una nutrita serie, dell'attività del gruppo Do.Co.Mo.Mo. Italia, cui afferiscono gli autori della monografia. Con l'occasione riportiamo in ARCH'IT files alcune note utili alla conoscenza dei propositi dell'organizzazione per il prossimo futuro e informazioni sugli appuntamenti intorno ai quali si snoderà l'impegno dell'associazione per la documentazione e la conservazione degli edifici e dei complessi urbani moderni.



 
Edificio emblematico e rappresentativo di un'epoca volutamente lasciata nel dimenticatoio o tutt'al più aspramente criticata sino a tempi recenti, il Museo della Civiltà Italiana è stato oggetto di una pubblicazione, frutto di un approfondito studio coordinato da Sergio Poretti e Maristella Casciato. Hanno contribuito alla stesura Rinaldo Capomolla, Tullia Iori, Cristiana Marcosano dell'Erba, Stefania Mornati, Giorgio Muratore, Gloria Raimondi, Andrea Riecken e Rosalia Vittorini. Il dato più rilevante e che contraddistingue da sempre l'operato del gruppo Do.Co.Mo.Mo. Italia a cui afferiscono gli autori di questa monografia, è l'aver affrontato lo studio dell'edificio non solo da un punto di vista storico, ma anche tecnico, evidenziando come la storia dell'architettura non possa prescindere da problematiche costruttive che spesso hanno influito nel corso del tempo sulle scelte progettuali.

 
[20jun2003]
Come ha giustamente osservato Giorgio Ciucci durante la presentazione del volume presso la sede del MAXXI a Roma, questo studio ha come altro merito l'aver individuato quanto di universale c'è in quell'architettura: non ha l'intento di "giustificare" un buon evento architettonico, ma va al di là della visione distorta da un giudizio formulato soltanto sotto la lente dell'ideologia politica che l'ha promosso. Il "Colosseo Quadrato", come popolarmente è stato ribattezzato l'edificio, è rappresentativo del fascismo non tanto dal punto di vista ideologico, quanto delle scelte politiche, economiche e finanziarie di quel periodo.

Claudia Conforti, molto efficacemente, ha poi aggiunto che questo edificio avrebbe tutte le caratteristiche per essere definito "brutto": ha le facciate tutte uguali, ha uno stilobate di cui non si capisce il significato e poi ha troppi autori! Eppure è un edificio "bellissimo" perché è ricco di un'inestinguibile ambiguità ed enigmaticità.

Un altro merito di questa pubblicazione è l'apparato iconografico. La fotografia d'archivio e/o contemporanea viene assurta al valore di qualunque altro documento storico e forse più degli altri è in grado di "restituirci" quel valore iconico che il Palazzo oggi detiene. Questo esempio di ibrido tecnologico –struttura a telai in cemento armato commista a volte in laterizio– è oggi oggetto di un cambiamento di gusto: già Fellini nel film Boccaccio '70 del 1962 ne colse la "carica scenografica". A questo proposito e non senza qualche nota polemica, il critico americano Terry Kirk lo ha definito "dizzy", vertiginoso. Ha poi dichiarato che a suo parere quell'architettura è mera scenografia, anche se –ha aggiunto– i suoi connazionali dell'Accademia Americana a Roma reputano l'Eur migliore di Las Vegas!

Maria Rita Intrieri
m.intrieri@mifav.uniroma2.it
 
> INTRIERI: DO.CO.MO.MO. ITALIA: PROPOSITI PER IL PROSSIMO FUTURO E APPUNTAMENTI  
 

Questa pagina è stata curata da Matteo Agnoletto.






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