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Do.Co.Mo.Mo. Italia: propositi per il prossimo futuro e appuntamenti

Maria Rita Intrieri
È stato recentemente pubblicato da Motta Editore, a cura di Maristella Casciato, Sergio Poretti, il volume Il palazzo della Civiltà Italiana. Architettura e costruzione del Colosseo Quadrato. Dedicato all'indagine e alla documentazione di un'opera ricca -come afferma Claudia Conforti- di un'inestinguibile ambiguità ed enigmaticità, il libro presentato in ARCH'IT books review da Maria Rita Intrieri costituisce un esempio, tra gli ultimi di una nutrita serie, dell'attività del gruppo Do.Co.Mo.Mo. Italia, cui afferiscono gli autori della monografia. Con l'occasione riportiamo qui alcune note utili alla conoscenza dei propositi dell'organizzazione per il prossimo futuro e informazioni sugli appuntamenti intorno ai quali si snoderà l'impegno dell'associazione per la documentazione e la conservazione degli edifici e dei complessi urbani moderni.



L'associazione italiana per la documentazione e la conservazione degli edifici e dei complessi urbani moderni è ormai giunta al suo ottavo anno di attività. Questo ha imposto ai membri, riunitisi lo scorso maggio nella consueta e annuale assemblea nazionale presso la sede del C.N.R. a Roma, alcune riflessioni. Il presidente di Do.Co.Mo.Mo. Italia, Sergio Poretti, aprendo la seduta ha dichiarato che se molto è stato fatto sino ad oggi sul piano della sensibilizzazione degli enti preposti alla tutela, molto è il lavoro ancora da fare affinché i 'buoni' risultati raggiunti in centri come Roma e Napoli –dove si è aperto un dialogo di sincera collaborazione tra le istituzioni statali e l'associazione– si possano verificare anche in altre città. E questo può avvenire, ha aggiunto Poretti, soltanto auspicando e favorendo la creazione di nuove sezioni italiane: Torino è l'unica città, ad oggi, ad averne costituita una. Forse, ha precisato il presidente, non è un caso che l'unica sezione esistente oltre a quella nazionale, sia nata in un centro tradizionalmente legato ad una cultura ingegneristica. Il problema del moderno investe infatti più competenze: la storia e la tecnica delle costruzioni sono le discipline principalmente coinvolte.

[20jun2003]

Ivrea, Italia.


Bellavista, Danimarca.

Sunila, Finlandia.

È inoltre necessario –come ha dichiarato Pier Giovanni Bardelli, presidente della sezione torinese– parallelamente alla creazione di nuove sezioni Do.Co.Mo.Mo. che amplifichino l'azione dell'associazione su tutto il territorio nazionale, elaborare una banca dati degli studi e dei restauri di manufatti architettonici moderni. Questo affinché si incentivi la formazione di un 'Archivio del Futuro' che raccolga la documentazione sui restauri attuali. A questo proposito Claudio Greco ha giustamente sollevato la necessità di ampliare tale archivio sino a comprendere i cantieri ex novo contemporanei quale utile indicazione per i futuri operatori/restauratori che si trovassero ad intervenire. L'esigenza di dover spostare sempre più verso il presente il confine che delimita il patrimonio architettonico da tutelare è dimostrata anche dal tema scelto per l'VIII Conferenza di Do.Co.Mo.Mo. International, Import/Export: Postwar Modernism in an Expanding World. 1945-1975, che avrà luogo a New York presso la Graduate School of Architecture, Planning and Preservation della Columbia University dal 29 settembre al 2 Ottobre 2004 (per ulteriori informazioni: www.docomomo-us.org).


Bat'ovany, Slovacchia.

Un altro problema che sembra ancora affliggere la salvaguardia del moderno è l'obsolescenza dello strumento legislativo: le principali normative che ancora regolano la materia risalgono al 1939 (leggi n. 1497 e n. 1089). Questo nonostante Do.Co.Mo.Mo. Italia avesse elaborato, circa dieci anni fa, un innovativo disegno di legge in proposito. A tale merito Margherita Guccione, dirigente della Direzione Generale per l'Architettura e l'Arte Contemporanee, ha sottolineato come il nuovo Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, il n. 490/99, alla cui revisione si sta ancora lavorando, rappresenti il primo passo verso lo 'svecchiamento' dello strumento legislativo riguardante il moderno. Per prima cosa è previsto lo spostamento del contestato limite dei cinquanta anni che attualmente discrimina ciò che è vincolabile da ciò che non lo è. Maristella Casciato, segretario di Do.Co.Mo.Mo. Italia e presidente di Do.Co.Mo.Mo. International, ha poi citato le leggi n. 166/2002 e quelle sul diritto d'autore –n. 166/41 e n. 248/2000– quali ulteriori strumenti a disposizione della materia in esame e che –come ha precisato ancora Guccione– seppur imperfette sono state, dopo opportune correzioni, inglobate nel disegno di legge in formazione di cui sopra. Guido Montanari ha fatto poi presente l'urgente necessità di organizzare dei corsi di formazione sui temi del moderno che siano aperti non solo ai futuri architetti e ingegneri restauratori, ma anche a coloro che in quanto dipendenti di enti statali preposti alla tutela sono direttamente coinvolti. Ha infatti aggiunto che una delle maggiori difficoltà che si incontrano nell'operare in questo settore è interloquire con le istituzioni, non per indisponibilità di queste ultime, ma per la poca specializzazione/preparazione su queste tematiche del personale addetto. Ugo Carughi, quale rappresentante della Sovrintendenza di Napoli, ha però precisato come il problema sia più complesso: se da un lato, ma non sempre, c'è un'inadeguatezza culturale da parte dei funzionari delle diverse sovrintendenze, dall'altro è da sottolineare che tali organi possono soltanto intervenire in caso di inadempienza da parte dei comuni o delle regioni e annullare i provvedimenti dei sindaci, senza però poter entrare nel merito dei progetti. In conclusione è evidente che sono ancora molti i 'nodi' da sciogliere.

Nel frattempo Do.Co.Mo.Mo. Italia continua la sua campagna operativa di sensibilizzazione, e non solo. Uno dei prossimi appuntamenti dell'Associazione Italiana è per il 12 e 13 settembre ad Ivrea dove si svolgerà un seminario a partecipazione gratuita, aperto a chiunque voglia partecipare e in cui verranno presentati i risultati della ricerca coordinata e pilotata da Do.Co.Mo.Mo. Finlandia. Tale studio ha beneficiato di un finanziamento europeo ed ha avuto come obiettivo quello di ricostruire i caratteri di affinità che caratterizzano quattro complessi urbani moderni realizzati in Europa a partire dalla metà degli anni Trenta. I complessi esaminati sono Sunila in Finlandia, Ivrea in Italia, Bellavista in Danimarca e Bat'ovany, oggi Partizánske, nella Repubblica Slovacca. Ogni gruppo di ricerca ha elaborato una mostra ed un seminario che si terranno nelle rispettive località (per maggiori informazioni e adesioni scrivere a docomomo@ing.uniroma2.it o consultare il sito www.docomomo.uniroma2.it). Il 18 e il 19 settembre prossimi si svolgerà, invece, a Vyborg, Russia, il Seventh DOCOMOMO Technology Seminar in cui sarà presentata una serie di studi sull'opera di Alvar Aalto (per informazioni e adesioni: docomomo@ifa-chaillot.asso.fr). Infine, dal 31 ottobre al 1 novembre ad Atene si terrà il First International Seminar on Register sul tema The body, sport and modern architecture (per maggiori dettagli scrivere a: tourni@central.ntua.gr).

Maria Rita Intrieri
m.intrieri@mifav.uniroma2.it

  ARCH'IT books consiglia

Maristella Casciato, Sergio Poretti
"Il palazzo della Civiltà Italiana. Architettura e costruzione del Colosseo Quadrato"
Editore Federico
Motta, 2002
pp252, €72,00

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