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IT REVOLUTION

Zenetos Rivelato

Antonino Saggio


Dimitris Papalexopoulos e Eleni Calafati
"Takis Zenetos, Visioni Digitali, Architetture costruite"
(IT revolution in architettura)
Italia, 2006
Edilstampa
pp96, €14,00
prefazione di Antonino Saggio



> IT REVOLUTION BOOK SERIES

Takis Zenetos è un architetto greco nato nel 1926 e morto suicida nel 1977 ad Atene. Educato a Parigi nel vitale clima d'avanguardia artistica e culturale del primo dopoguerra, colto e sensibile, grande nuotatore e mirabile tuffatore è stato una persona affascinante. È stato anche un genio dell'architettura. Una parola così impegnativa si giustifica non solo per la qualità del suo lavoro, ma soprattutto perché Zenetos ha visto con incredibile chiarezza la sfida che l'elettronica poneva a tutte le scale dell'operare architettonico. Ne ha scritto sin dagli anni Cinquanta, ha creato progetti sperimentali e ha alimentato le sue numerose architetture realizzate con la linfa del nuovo imprescindibile orizzonte.

Nella morte di un artista, sconosciuto anche ai maggiori esperti fuori patria e presto messo in un angolo anche in Grecia nonostante l'impegno di Orestis Doumanis, c'è forse un sogno. Che qualcuno sia capace di rileggere e capire il lavoro fatto: che in quel messaggio nella bottiglia che si è lanciato al mondo abbandonandolo con un tuffo nel vuoto, ci sia la possibilità di un riscatto del proprio impegno e della propria vita.

Questo libro, grazie al prezioso lavoro degli autori Dimitris Papalexopoulos e Eleni Kalafati, rivela al lettore un autore di forza grande della scena architettonica dei suoi anni ma anche, incredibilmente di questi nostri. È il fratello perduto ed inseguito che molti hanno cercato per anni. Zenetos non è stato solo un giovane utopista con poche o nessuna costruzione alle spalle (come furono nel corso degli anni Sessanta gli Archigram, Yona Friedman o Cedric Price), ma ha costruito opere di grande qualità che alimentavano i temi della sua ricerca sul tema dell'elettronica e allo stesso tempo da questi venivano arricchiti. In questo rapporto la sua figura di architetto costruttore e, ad un tempo, architetto del futuro elettronico, è veramente unica, rarissima e preziosa.

[20jun2006]

Schema di Electronic Urbanism 1962-1974.


Scuola di Agios Dimitrios, Atene 1969-1974.
Electronic Urbanism (che Zenetos disegna, progetta, scrive e pubblica per tappe di successivo approfondimento dal 1952 al 1974), è la summa del suo pensiero sul rapporto tra elettronica, nuova architettura e nuova idea di città. Nel libro e nel lavoro di architetto, in un intreccio non separabile, Zenetos affronta dei grandi temi, molti ancora di grande attualità e interesse. Indaga: i principi costruttivi ispirati alla prefabbricazione (tra l'altro nella fabbrica Fix ad Atene con una attenzione alle innovazioni tecnologiche che sono un motivo conduttore di tutta la sua ricerca); il travaso spaziale tra interno ed esterno (per esempio nella casa Siemens); l'un-grounding, cioè un'idea di sradicamento dal suolo attraverso la creazione di piastre sollevate (per esempio in Casa Kavouri); l'applicazione dell'elettronica nei nuovi sistemi educativi sino a programmare l'evoluzione nel tempo della costruzione (nella scuola di Agios Dimitros); una combinazione originale tra corpo ed elemento funzionale di arredo (con una sedia-poltrona-postazione di lavoro che sembra fatta per domani); un rapporto "spaziale", che rimanda agli strumenti di indagine dello spazio stellare, tra le tessiture di reti metalliche e il paesaggio duro della sua terra (tra l'altro nel teatro Lycabettus di Atene del 1964).

Takis Zenetos vi apparirà allora se volete guardare le immagini di questo libro come una risorsa per l'oggi. Pensavo, guardando al suo prodigioso lavoro, a Terragni, o meglio a "Terragni futuro". Molti si chiedevano cosa avrebbe fatto Giuseppe Terragni (1904-1943) se fosse sopravvissuto. Avrebbe continuato una esercitazione linguistica estrema come nella sua ultima opera? Avrebbe pensato ad un ricominciamento mistico come gli schizzi della sua Cattedrale del 16 luglio 1943, a pochi giorni dalla morte, sembrano indicare? Avrebbe, come lo stesso Le Corbusier fece, ricominciato a costruire con un azzeramento brutalistico del linguaggio?

Zenetos sembra ripartire esattamente dove Terragni ha finito. Negli appartamenti Amalias e Daidalou ad Atene, fa esplodere la scatola volumetrica come nella Giuliani Frigerio del 1939. Nella casa di Atene di vent'anni dopo erragni, i disegni sono attraversati da un sentire atmosferico ed elettrico e allo stesso schermi i pannelli mobili non solo determinano fluidità dello spazio ma anche nuove funzionalità. Comincia così, già originalmente, il percorso di Zenetos che non può non andare avanti e oltre Terragni perché affonda la propria ricerca nei conflitti del suo tempo come Terragni, aveva affrontato, come nessuno in Italia, quelli dei suoi.


Progetto per la Gola di Kotsifos, 1996, nel Piano Regolatore di Plakas.

Se per Terragni tutto si giocò in una dialettica estrema tra un principio d'ordine (il volume, la massa, finanche il chiaroscuro) e un anelito di libertà, di trasparenza, di dinamicità e di funzionalità, per Zenetos il nuovo conflitto è nella presenza dell'elettronica di cui capisce tra i primissimi la rilevanza rivoluzionaria. Gli edifici, la città i componenti di arredo, la costruzione cambiano, devono cambiare perché pervasi da questo nuovo destino, da queste possibilità, da questi nuovi inimmaginabili orizzonti. L'elettronica, come scrivono gli autori non è in Zenetos "solo strumento per dare forza a una strategia formale ma anche elemento per dare una dimensione politica del futuro". Entrambi, Giuseppe e Takis rivelano che solo nei conflitti, nelle crisi vi è ricerca autentica, sfida di modernità.

Infine. Questo libro si deve anche ad una studentessa greca, oggi architetto ad Atene che si chiama Poulcheria Tzova. È stata lei che mi ha rivelato Zenetos, lei mi ha parlato di un suo professore greco che stava restaurando la scuola di Agios Dimitros. Alla sua generosità, al suo sublime disinteresse si deve questo piccolo miracolo. Zenetos rivelato.

Antonino Saggio
 

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