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IT REVOLUTION

Storia

Antonino Saggio


Michael Leyton
"Shape as Memory. A Geometric Theory of Architecture"
(IT Revolution in Architecture)
Birkhäuser 2006
pp96, $18,95
prefazione di Antonino Saggio

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La simmetria uccide ad un tempo la storia e la forma. Antonino Saggio introduce il volume Shape as Memory di Michael Leyton, ultimo uscito nella serie IT Revolution in Architecture intorno alla quale si svolgerà, il prossimo 7 febbraio, un incontro al MAXXI di Roma coordinato dallo stesso Saggio e da Massimiliano Fuksas. Saranno presenti tutti gli autori della serie pubblicata in italiano da Edilstampa.



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Ma la storia, questa storia di cui noi italiani tanto ci siamo occupati, e che tanto abbiamo studiato in rapporto con la progettazione, che rapporto ha con l'Informatica? È un quesito in apparenza assurdo, ma in questo libro di Michael Leyton troverete la risposta. Andiamo con ordine. Come sapete, il grande storico dell'architettura italiano Bruno Zevi ha sempre sostenuto veementemente due tesi. La prima è che la storia è al centro dell'operatività dell'architettura. La visione della storia era per Zevi una visione "critica" che metteva in luce i momenti di cambiamento, la capacità di lavorare nelle crisi per formulare ipotesi nuove. La sua era una storia, "non" enciclopedica "non" filologica; era una storia dell'architettura formata da rotture successive, da "eresie". Era quindi ad un tempo una Controstoria e una storia "sempre" della Modernità. La seconda tesi fondamentale di Zevi era la costruzione di una serie di invarianti come l'elenco, le strutture in aggetto, la composizione quadrimensionale e altre. Le invarianti rappresentavano un insieme di valori trascendentali, implicitamente aperti e dinamici nella loro essenza e che si opponevano alle regole accademiche.

La staticità della forma, la simmetria, le regole auree proporzionali, gli schemi della tipologia trattatistica, positivista e manualista erano quindi da Zevi aborrite. Ora queste due tesi, la centralità dell'idea "critica" della storia e dall'altra le invarianti "dinamiche", mancavano sino adesso di un inappellabile nesso che le legasse l'una all'altra. Con Michale Leyton questo nesso è finalmente arrivato. Leyton spiega in maniera inoppugnabile che la simmetria uccide ad un tempo la storia e la forma! Leyton è un autore prolifico di testi scientifici per case editrici come The MIT Press e Springler, è anche un musicista, un pittore e un progettista, ma è soprattutto uno studioso che con questo libro codifica un modo nuovo di pensare. Si tratta di un formalismo nuovo. E l'aggettivo "nuovo" quando si tratta di formalismo non è parola da poco. La base del formalismo individuato da Leyton è di natura, rivoluzionariamente, processuale. Cerchiamo di capire. Normalmente un Cad (un programma della famiglia vettoriale che è ormai nei computer di tutti gli architetti) lavora "sugli esiti". Il Cad descrive con una serie di linee di codice le forme geometriche che abbiamo creato sulle schermo; ne descrive la geometria attraverso formule che adoperano soprattutto due grandi famiglie geometriche: o quella delle triangolazioni mesh –per cui una forma anche molto complessa viene ridotto ad un insieme di triangoli, oppure attraverso la famiglia delle spinline che organizza la forma attraverso sequenze di equazioni matematiche. Se il corpo da descrivere è semplice, solo poche righe di codice bastano, se il corpo è complesso sono moltissime le linee di codice di cui vi è bisogno.

Ora l'idea alla base del ragionamento di Leyton presentato in questo libro è: cambiamo questo modo di procedere!. Invece di pensare agli esiti, descrivendoli geometricamente, concentriamoci sul Processo. Prendete un foglio di carta e accorciatatelo. La forma che ne deriva è complessa e naturalmente la forma risultante può essere descritta e riprodotta (appunto con moltissime linee di codice). Pensate per un attimo, invece, di creare un formalismo che si basi sull'idea di processo. In questo caso per riprodurre la forma devo dire semplicemente che forza applicare alla specifica "azione" dell'accartocciare. Parto quindi da un foglio e poi gli applico "il formalismo" dell'atto dell'accartocciare. La nascita di questa maniera di pensare processuale ha implicazioni fortissime. Innanzitutto dal punto di vista pratico. Non a caso grandi ditte come la IBM sono molto interessate alle tesi che Leyton mette a punto come base di nuovi linguaggi informatici. Ma una serie impressionante di implicazioni si hanno in scienze biologiche e mediche, fisiche e naturalmente anche architettoniche. Tra l'altro strada facendo Leyton risolve altre questioni, come quella del rapporto con la Gestalt di cui finalmente spiega alcuni punti lasciati insoluti.

Ora torniamo al punto per noi architetti importante e che ci ricollega al titolo del libro "La forma come memoria" e alle due tesi zeviane. Immaginate un viso con delle rughe, immaginate una macchina che ha un graffio su un fianco: questi solchi rivelano una storia. Dall'altra parte immaginate la macchina e il viso senza storia, senza quei segni. Da questo discende questo libro. E la sua tesi rilevante. La forma è il risultato di una storia o detto diversamente la Forma è Memoria! Quando discutemmo assieme dei vari aspetti di questo lavoro un punto chiave è emerso. Le scelte simmetriche (statiche, tipologiche, bloccate) rappresentano la negazione della forma, il pensiero di una forma "senza Storia". Questo ideale perfetto, assoluto, che può essere certo, e lo è stato, un ideale perseguito e perseguibile nega però l'essenza stessa della forma. La Forma è Storia: la forma è consapevole accettazione non solo delle crisi, dei turbamenti delle difficoltà, ma è storia essa stessa. La storia attraverso questo nuovo formalismo si radica nel passato ma soprattutto si lancia aperta nel futuro. La forma diventa suscettibile di nuove azioni, di nuovi processi. Questo nesso logico, a chi come me si è formato nel pensiero di Bruno Zevi, emoziona perché adesso, attraverso le pagine di questo lavoro, è supportato dal ragionamento serrato, analitico inoppugnabile di Leyton. Michael Leyton apre con questo libro una maniera nuova, se si vuole difficile, di procedere con la Rivoluzione Informatica. Michael prova, con l'intuizione del genio, ma anche con il durissimo lavoro dello studioso, una strada che non potrà non essere ascoltata.

Antonino Saggio

[04feb2007]

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