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La costruzione della città futurista

di Silvia Bendinelli

 

Come evidenziato nell'articolo "Il progetto Pompey: la ricerca digitale e la ricostruzione virtuale del primo teatro di Roma", la ricostruzione dell'architettura storica con il supporto delle tecnologie di Virtual Reality permette, fra l'altro, di apprezzare sia singoli elementi che l'intero complesso architettonico difficilmente evidenziabili con i tradizionali strumenti di analisi, se non compiendo sforzi metodologici notevoli.

I lavori portati avanti dall'ArtMediaStudio di Firenze, sotto la guida di Vincenzo Capalbo, associano una notevole abilità nell'impiego degli strumenti di VR (principalmente 3D Studio Max) e un accurato riferimento alle ricerche storiche al tentativo di ricreare l'atmosfera del periodo esaminato.

[28jul2001]

Mario Chiattone, Ponte e studio di volumi, 1914.
La storia dell'ArtMediaStudio ha inizio nel 1996 con il video "Ingresso trionfale di Papa Leone X a Firenze nel 1515", realizzato per la Galleria degli Uffizi e proiettato nell'ambito della mostra "L'officina della maniera". Qui, dei numerosi apparati effimeri che accolsero la visita papale all'inizio del Cinquecento, sono stati riproposti modelli 3D virtuali e la loro "rielaborazione informatica" si è basata non su disegni e immagini coeve o su successive ricostruzioni storiche, bensì sui testi descrittivi del periodo. E se in questo caso l'interpretazione è stata rilevante, non bisogna comunque intendere l'opera come prodotto di fantasia anche perchè supportata dai curatori della mostra ed esperti del campo.

Con il progetto "La metropoli futurista – Progetti im-possibili" del 1999, ideato e realizzato per le Giubbe Rosse Eventi Culturali in collaborazione con l'Università di Firenze, gli obiettivi dell'ArtMediaStudio si concretizzano in un progetto di notevole originalità e importanza filologica.

Si tratta della ricostruzione virtuale di una vera e propria città, così come mai, nemmeno i rappresentati del futurismo avevano osato rappresentarla, in cui vengono ricreati l'ambiente e l'atmosfera cari al movimento che, nato nel 1909, invocava una città nuova per un nuovo modello di vita in cui diventesse prioritaria la fiducia incondizionata per le meraviglie della tecnologie. Fu presentata quindi una proposta integrale di rinnovamento della cultura e del comportamento rigettando il concetto di arte staccata dalla vita, anzi facendosi fautori di un'incontro diretto e di una continuazione tra arte e vita.


Fotogrammi tratti dal video "La metropoli futurista. Progetti im-possibili".

Nel video prodotto vengono evidenziati i punti cardine dell'ideologia futurista: la tecnologia come elemento puramente estetico; l'utilizzo dei nuovi materiali, il ferro, il vetro e il cemento armato, affiancati da quelli tradizionali (marmo e pietra); la ricerca d'integrazione spinta fra architettura e infrastruttura; il considerare la città come un cantiere dinamico, sempre in movimento (evidente in "La città nuova" di Sant'Elia del '13).

Questa la visione dei futuristi, ma questa è anche l'interpretazione dell'olandese Theo van Doesburg che nel '29 enunciava concetti che la nostra sensibilità stenta a riconoscere ancora validi: "subiamo contemporaneamente una molteplicità di impressioni ottiche e fonetiche, le più contrastanti [...], l'uomo moderno, prodotto di una metropoli meccanicista, non si è soltanto abituato a questa molteplicità di impressioni, ma ne avverte anche un certo bisogno". È probabilmente questo netto distacco della nostra sensibilità da quella futurista che ci affascina e ci coinvolge.


Fortunato Depero, Grattacieli e Tunnel, 1930.

La metropoli futurista, difficilmente afferrabile in tutta la sua completezza -anche perchè niente del suo progetto è stato realizzato- grazie al supporto informatico è stata presentata in modo diretto e spettacolare, un modo che aiuta la comprensione del progetto di realtà urbana. A partire dai disegni lasciateci da Sant'Elia, Chiattone, Ginna, Marchi, Sartoris, Fiorini, Crali, De Giorgio, Mosso e integrati dai dipinti di Marchi, Depero, Andreoni, Crali e Peruzzi, ArtMediaStudio ha elaborato spazi tridimensionali, vivi e ricchi di inventiva, che seppur ricchi di un'impressionante carica espressiva, godono del valore aggiunto dello sviluppo tridimensionale dinamico.


Antonio Sant'Elia, Centrale elettrica, 1914.
L'evocazione dell'atmosfera ricercata dai futuristi viene ottenuta esplorando l'organismo urbano, una vera e propria sommatoria di progetti utopici e mai realizzati, alternativamente su di un biplano -la macchina volante che più si avvicinava alla concezione futurista di dinamismo- e su di un treno. L'inserimento di suoni, rumori e musiche del periodo garantisce un'ulteriore suggestione e un maggior coinvolgimento emotivo per l'osservatore così come la scelta di presentare i modelli tridimensionali sotto diverse prospettive e intensità luminose vuole assicurare completezza di informazione.

Grazie all'adozione di tecnologie di VR, la volontà d'integrazione dei diversi flussi di traffico con l'architettura, il rendere quest'ultima ricca di movimento, il rigetto verso l'imbalsamazione e la ricostruzione dei monumenti antichi, verso i materiali durevoli, risultano essere facilmente leggibili.

Tanto più che, secondo l'ideologia futurista, la città sarebbe dovuta diventare, "luogo di espansione dell'attività percettiva e di incentivazione della vita nervosa attraverso una multiforme e benefica stimolazione dei sensi" come afferma Ezio Godoli nell'introduzione al libro "La Metropoli Futurista. Progetti im-possibili". E l'oggetto del VHS che presenta le ricostruzioni virtuali è un aggregato godibilissimo di costruzioni che sfuggono ad ogni legge tettonica, sono edifici divertenti e divertiti che puntano sul concetto dell'irrealizzabilità e dove l'antiestetico non solo ha pieno diritto di cittadinanza, ma è funzionale alla trasmissione di un'ideologia basata sul divenire veloce.

Con questa realizzazione ArtMediaStudio realizza un prodotto di altissima qualità scientifica e dimostra una capacità realizzativa non comune. Partendo dalla volontà di rendere accessibile un qualcosa di inafferrabile, si possono apprezzare non solo la modernità della corrente architettonica futurista, ma anche una rivoluzionaria concezione di sfruttamento delle opportunità offerte dal l'introduzione di tecnologie informatiche nella ricerca storica e archeologica.

Silvia Bendinelli
sbendinelli@katamail.com
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