Passività
Radicale |
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Il
monumento agli ebrei uccisi d'Europa inaugurato lo scorso anno a Berlino
è l'opera che meglio incarna la teoria progettuale corrente di
Peter Eisenman e che fra l'altro ha ribadito come possano coesistere diverse
forme di memoria. Non per caso un filosofo come Giorgio Agamben si è
curato di sottolinearlo in un testo dove ipotizza appunto "due memorie"
materializzate in quel monumento: quella consapevole, che può essere
registrata e archiviata -come avviene nel centro informativo collocato
al di sotto della muta foresta di steli-, e quella "indimenticabile"
che non può essere affidata a nessuna trascrizione e a nessun supporto
ma solo evocata attraverso un mezzo altro. In precedenza Eisenman,
durante il lungo iter progettuale ed esecutivo, aveva però avvertito
a più riprese che la memoria di cui più andava alla ricerca
era quella descritta da Marcel Proust, specialmente nell'episodio de "Il
tempo ritrovato" in cui i pavés del cortile di palazzo
Guermantes, ineguali come quelli di piazza San Marco, evocano al Narratore
il ricordo di un antecedente soggiorno veneziano, vale a dire una memoria
rivissuta nel presente. Ha scritto Giacomo Debenedetti: "Si capisce
perché il protagonista della Recherche non possa coincidere con
Proust. Quel protagonista non è che il teatro di una serie incessante
di intermittenze del cuore: le quali, susseguendosi, creano tutto il tessuto
del romanzo. Egli è passività continua, passività
allo stato puro. Proust, invece, è l'organizzatore consapevole
di questa passività". L'architettura di Eisenman vuole essere
più che un "tessuto" un "testo" in cui le persone
siano indotte a divenire passivamente dei personaggi, ovvero indirettamente
a ricordare e pensare in modo non comune o meglio non superficiale. In
fondo Eisenman, analogamente al Proust di Debenedetti, non è nient'altro
che "l'organizzatore consapevole di questa passività".
Il testo che segue anticipa, per i lettori di ARCH'IT, i temi della conferenza
che Peter Eisenman terrà ad Ascoli Piceno nel pomeriggio di oggi,
23 marzo. (GM, MO) |
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[in english] | Fin
dall'introduzione della prospettiva brunelleschiana nell'architettura
del Quattrocento la relazione fra soggetto e oggetto architettonico si
è basata principalmente sull'otticità, cioè
su come il soggetto attraverso la vista fa esperienza dell'edificio. Attraverso tutto il corso della storia dell'architettura e dei suoi mutevoli stili, il predominio dell'otticità come componente primaria della relazione soggetto/oggetto è rimasta intatta. Sebbene gran parte di ciò che l'architettura moderna ha tentato sia stata una critica dell'otticità attraverso l'astrazione, l'edificio di oggi, con la sua concentrazione sull'immagine spettacolare e sull'icona dell'architettura "firmata" ha solo aumentato il potere di tale otticità. In questa accresciuta fede nell'otticità garantita dall'odierno consumo mediatico dell'architettura risiede però un problema intrinseco: più l'otticità predomina, più il soggetto diventa passivo. Jasper Jones ha detto che Marcel Duchamp ha liberato l'arte dalla dipendenza dalla retinicità, ma nessun cambiamento simile è avvenuto in architettura. L'idea di una passività radicale risiede altrove. Nel cinema, ad esempio, registi come Robert Bresson e oggi Michael Haneke provano a superare la passività indotta dalla narrazione visiva tenendo le azioni cruciali fuori dalla struttura del film. In un'architettura di contenuto, la passività radicale propone un oggetto che sia illeggibile, persino incomprensibile come scrittura. In tale condizione il soggetto non è più attivo nella lettura alla ricerca di un significato, né d'altro canto tale soggetto è più passivo. Piuttosto la relazione soggetto/oggetto produce una passività non passiva, in altre parole una passività radicale. Peter Eisenman PROGRAMMA |
[23mar2006]
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23
marzo 2006, ore 17.00 Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno Passività Radicale incontro con Peter Eisenman a cura di Gabriele Mastrigli e Manuel Orazi presenta Umberto Cao, Preside Facoltà di Architettura introduce Pippo Ciorra l'evento è realizzato con la collaborazione degli Ordini degli Architetti delle Province di Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro e Urbino. Il 24 marzo 2006, alle ore 16.00, Peter Eisenman sarà inoltre ospite del Comune e dell'Accademia delle Belle Arti di Macerata, via Berardi 14 (aula magna). L'incontro è a cura di Reinhard Sauer. Infine, il 25 marzo alle ore 10.00, Eisenman terrà una lezione presso il Palazzo dell'Archiginnasio a Bologna, in occasione delle celebrazioni per i 35 anni della rivista "Parametro". |
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FILES: DAL CO: ESISTERE NELL'ASSENZA DI NOMI |
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qualsiasi comunicazione laboratorio
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