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Extended Play

Dialogo transtorico fra Le Corbusier e Greg Lynn.
Una riflessione sul concetto di automatismo in architettura - 1

Caterina Tiazzoldi
PREFAZIONE

 

Il frequente ricorrere di espressioni quali "genetica" o "morfogenetica", nelle formulazioni teoriche riguardanti l'architettura, dimostra in quale larga scala l'architettura stia reagendo agli input di trasformazione culturale generati causata dalla rivoluzione digitale e dalla contaminazione disciplinare che da essa deriva. Il lavoro ormai consolidato di Karl Chu nella ricerca di un legame fra architettura e genetica, la recente "conversione" di Peter Eisenman testimoniata dalla lezione intitolata From Index to Code ed il corso tenuto a Yale da Zaha Hadid Bio-mimetic agenda, sono chiari indicatori della proporzione di questo fenomeno.

Paradossalmente, la transizione dal paradigma meccanico a quello digitale sembra esigere un riesame, da un punto di vista contemporaneo, di alcuni elementi che caratterizzavano la Modernità. Il fine è di capire fino a che punto il periodo che stiamo vivendo possa considerarsi come nuovo.
Per meglio evidenziare lo stretto legame che collega questi due periodi storici, ho deciso di simulare un'intervista trans-storica (che attraversa le barriere temporali della storia), fra Le Corbusier e Greg Lynn.
Ho scelto questi due architetti perché ambedue sono progettisti ed autori di famosi testi di architettura.
Il testo è strutturato in due parti o dialoghi.
Nella prima parte verranno analizzati punti che accomunano in maniera più evidente questi due architetti: l'indagine sulla relazione esistente fra architettura e produzione.
Nella seconda parte il paragone verrà esteso all'aspetto più profondo della loro filosofia di progetto ossia la perenne oscillazione fra il carattere oggettivo e quello soggettivo dell'architettura, fra la parte automatica del progetto e quella che richiede l'intervento del progettista.



PRIMO DIALOGO

L'intervista ha inizio con una domanda fatta a Greg Lynn e pubblicata sotto la voce "Modernism" nell'Index Architecture edito dalla Columbia University.

"Nel suo lavoro Lei parla di produzione in serie e di sistemi di componenti in modo molto simile a quello usato dagli Eames? Questo significa un ritorno ad utilizzare un vocabolario modernista?"

GREG LYNN: "Mi interessa moltissimo studiare i processi progettuali appartenenti ad altri campi della produzione. Così se assumiamo che le nuove automobili o le nuove scarpe sportive sono moderne allora confermo di essere interessato al linguaggio dell'architettura moderna. Se invece con questo alludiamo alla riscoperta dell'Architettura Moderna allora non ne sono affatto interessato". (Greg Lynn, Index Architecture, p. 134)

CATERINA TIAZZOLDI: Come può dire che il progetto architettonico abbia delle affinità con l'industria dell'automobile?

[12jun2004]

Automobili-Machines à habiter. Le Corbusier da Verso un'architettura.
LE CORBUSIER: "Una grande epoca è cominciata. Esiste uno spirito nuovo. L'industria, irrompente come un fiume che scorre verso il proprio destino, ci porta gli strumenti nuovi adatti a quest'epoca animata da un nuovo spirito (...). L'architettura ha come primo compito, in un'epoca di rinnovamento, quello di operare la revisione dei valori, la revisione degli elementi costitutivi della casa". (Le Corbusier, Verso un'architettura, p. XLI)

LE CORBUSIER: "La casa è una macchina da abitare". (Ibidem)

GREG LYNN: "Ho scoperto che un'automobile è composta da un numero di parti maggiore di quello della casa che io consideravo essere uno dei prodotti più complessi. Sarebbe interessante vedere quali tipo di potenzialità architettoniche sono insite in tutto ciò". (Ibidem)

LE CORBUSIER: "Se il problema dell'abitazione, dell'appartamento, venisse studiato come si studia un telaio d'automobile, si vedrebbero rapidamente trasformate e migliorate le nostre case. Se le case fossero costruite industrialmente, in serie, come dei telai di automobile, si vedrebbero sorgere rapidamente forme inattese, ma sane, definibili, e l'estetica verrebbe formulata con una precisione sorprendente". (Id., p. 107)

 
Serialità e produzione di massa.
Che legame esiste fra serialità e produzione di massa? Come si collega con il concetto di Machine à Habiter?

LE CORBUSIER: "Se si sradicano dal proprio cuore e dalla propria mente i concetti sorpassati della casa e si esamina la questione da un punto di vista critico e oggettivo, si arriverà alla casa-strumento, casa in serie, sana (anche moralmente) e bella dell'estetica degli strumenti di lavoro che accompagnano la nostra esistenza". (Id., p. XLI)


Greg Lynn, Kleiburg Housing da The State of architecture at the beginning of XXI century.

GREG LYNN: "L'idea di produrre un modello tipico o prototipale, da riprodurre in serie, così come l'idea di personalizzare attraverso la realizzazione di parti aggiuntive è appunto il cuore della questione.
Non è ancora stato concettualizzato il potenziale delle nuove tecnologie (...)"
. (Greg Lynn, Advanced studio V, Fall 1998, Index Architecture, p. 216)

Corbu, su che cosa si basa la tua idea di produzione in serie?


Le Corbusier, Maison Domino. Da Almanach d'architecture moderne.
LE CORBUSIER: "Occorre creare lo spirito della produzione in serie, lo spirito di costruire case in serie, lo spirito di concepire case in serie.
La serie è basata sull'analisi e sulla sperimentazione. La grande industria deve occuparsi della costruzione e produrre in serie gli elementi della casa"
. (Id., p. XLI)

E tu, Greg, cosa ne pensi?

GREG LYNN: "Ogni aspetto dell'industria dell'automobile si conforma al paradigma dell'interscambiabilità delle parti.
(…) "Con questo non intendiamo dire che tutto debba essere completamente personalizzato, ma i progressi nella prefabbricazione hanno portato a significativi cambiamenti nella costruzione con parti standardizzate. Si dovrebbe condurre un'accurata analisi e ricerca delle differenti variabili per individuare quali parti devono restare fisse e quali parti devono rimanere personalizzabili (...)"
. (Ibidem)

Mi sembra abbiate una diversa posizione per quel che riguarda la produzione in grande serie e l'interscambiabilità delle parti. Quale relazione lega questi due concetti?

Personalizzazione e standard. LE CORBUSIER: "Per farla breve se si vuole industrializzare un cantiere edile bisogna passare dall'anacronistico sistema di costruire ogni singolo appartamento in base alle specifiche richieste dei clienti alla costruzione dell'intera strada o addirittura dell'intero quartiere". (Le Corbusier, Urbanistica, p. 75)


Greg Lynn, Embryological House. Da Index Architecture. Per gentile concessione di Bernard Tschumi e Irene Chen.

GREG LYNN: "La differenza fra il concetto attualmente esistente di personalizzazione o prefabbricazione e il nostro modo di vedere consiste nell'idea di interscambiabilità delle parti; più è spinta la personalizzazione offerta al cliente più parti diverse devono essere prodotte". (Ibidem)

Una domanda a Le Corbusier. Greg Lynn afferma che la sua architettura può essere ad un tempo di serie e personalizzabile; tu invece insisti sulla grande produzione in serie e l'eliminazione della personalizzazione. Come stabilisci a priori quello che deve essere prodotto?

LE CORBUSIER: "L'architettura agisce sugli standards". (Le Corbusier, Verso un'architettura, p. XXXIX)
"Bisogna cercare di fissare degli standard per affrontare il problema della perfezione". (Id., p. 105)

Come fissi uno standard?

LE CORBUSIER: "Lo standard viene stabilito a partire da basi certe non in modo arbitrario, con la sicurezza delle cose motivate e con una logica controllata dall'analisi e dalla sperimentazione.
Gli standard sono un fatto di logica, di analisi, di studio scrupoloso, si stabiliscono a partire da un problema ben posto. La sperimentazione fissa definitivamente uno standard"
. (Id., p. 105)


Greg, tu insisti sull'importanza di un sistema modificabile. Mi potresti fare un esempio della relazione esistente fra progetto standard e personalizzazione dello stesso?

 

Parametri flessibili / Comportamento dinamico. Greg Lynn studio 1998, Columbia University. Studente: Francesco De Fuentes. Da Index Architecture. Per gentile concessione di Bernard Tschumi e Irene Chen.
GREG LYNN: "Per poter elaborare questo concetto ho chiesto ai miei studenti due distinte fasi: la prima era lo sviluppo di un problema di progetto (…) senza riferimento a nessun sito specifico. Questo termine ha connotato una rete, rigorosamente definita ma non ancora esatta, di variabili che definiscono un inviluppo di potenzialità.
Invece di progettare un prototipo fisso ogni studente è stato incaricato di progettare una rete più ampia o multipla"
. (Ibidem)

Corbu, come vedi quest'approccio di Greg il quale cerca di stabilire un set di molteplici variabili nella definizione del progetto, come lo rapporti al tuo concetto di standard prestabilito?

LE CORBUSIER: "Tutti gli uomini hanno lo stesso organismo, le stesse funzioni.
Tutti gli uomini hanno gli stessi bisogni. L'evoluzione del contratto sociale attraverso le epoche determina classi,funzioni, bisogni standard, che danno luogo a beni d'uso standardizzati. La casa è un prodotto necessario all'uomo. Il quadro è un prodotto necessario all'uomo per rispondere a bisogni di ordine spirituale, determinati dagli standard emozionali."
(Id., p. 108)

Dalla tua risposta comprendo che tu, Corbu, per principio elimini la necessità di differenziare o di introdurre un certo grado di variabilità nei tuoi progetti. Greg, da cosa nasce la tua necessità di modificare i parametri?

GREG LYNN: "Una classe delle elementari per ragazzi di sette anni è radicalmente diversa da una classe per diciottenni del liceo, sia per quanto riguarda l'aspetto funzionale e distributivi che dal punto di vista dell'ergonomia. Durante il corso abbiamo evidenziato le differenze nella progettazione delle parti costitutive della classe che variano dai componenti strutturali a quelli meccanici, elettrici, audiovisivi, l'illuminazione, le finiture e l'arredamento. Ogni progetto parte da una logica di variazioni seriali nelle dimensioni e nelle proporzioni". (Ibidem)

Posto che gli standard di una classe possano essere classificati per fasce di età in che cosa il tuo approccio differisce da quello di Corbu?

GREG LYNN: "Questo progetto di un campo virtuale di variabilità delle possibili soluzioni è stato sviluppato per la situazione specifica di almeno tre siti diversi. Le funzioni, l'area e le tecniche costruttive di ciascuna serie devono essere equivalenti. Ambedue i progetti, quello multiplo e quello delle tre specifiche realizzazioni dipendevano da una strategia seriale di progetto che sfrutta e tiene conto delle variazioni locali e delle fluttuazioni fra elementi. La relazione fra questi componenti deve essere concepita come un legame elastico". (Ibidem)

Senti, Corbu, Greg include nella lista delle variabili di progetto anche il sito che, secondo le sue parole sembra dover essere considerato come un set di informazioni inseribili in una specie di matrice parametrico-progettuale. Il suo concetto di architettura sembra dipendere esclusivamente da un calcolo ed un'elaborazione dei dati intrinseci al progetto. Cosa ne pensi?

LE CORBUSIER: "Gli oggetti della natura, le opere del calcolo sono rigorosamente formati, e organizzati senza ambiguità. La ragione è l'accordo sentito, letto, riconosciuto, visto chiaramente". (Id., p. 175)

 
Architettura come calcoli.
Universo come calcoli.
Architettura come universo.
Secondo Neumeyer, Mies Van der Rohe ricercava un principio ordinatore organico che renda le parti significative e misurabili determinandone allo stesso tempo il rapporto con il tutto.
Come possiamo passare da questo principio ordinatore alla sua traduzione in architettura?

GREG LYNN: "La teoria cibernetica ha rappresentato un modo per capire che noi stiamo sviluppando calcoli a più variabili e stiamo generando delle forme derivate da relazioni mutivariate che non sono altro che calcolo (…) dobbiamo capire come operano queste forme basate sul calcolo". (Greg Lynn, Index Architecture, p. 27)

Quindi affermi che la forma deriva direttamente da relazioni che possono essere analizzate con il calcolo. Ma come è possibile arrivare all'anima del progetto architettonico con il solo calcolo?

LE CORBUSIER: "Se gli oggetti della natura vivono e se il calcolo torna e si traduce in lavoro è perché un'unità di intenzione motrice li anima". (Id., p. 174)

Quindi, secondo te, il calcolo racchiude in sé quella vitalità a cui facevo riferimento; tuttavia non mi è ancora chiaro come questa anima possa materializzarsi nell'architettura.

GREG LYNN: "Le unità formali vengono descritte usando superfici topologiche flessibili formate da sistemi vettoriali piuttosto che da punti". (Greg Lynn, Animate Form, Princeton Architectural Press, 1999)

Mi stai parlando di matematica o di geometria, non di Architettura.

LE CORBUSIER: "L'architettura è invenzione plastica,è speculazione intellettuale, è matematica superiore". (Id., p. 115)

Scusa, Corbu, ma se concordavi con Greg perché allora non hai inserito il sito e le altre variabili nei tuoi progetti?

 
Dal paradigma meccanico al paradigma digitale.
Le Corbusier. Da Urbanistica.

LE CORBUSIER: "La meccanica porta in sé un fattore economico di selezione". (Id., p. XXXIX)

Intendi dire che il numero di parametri inseriti nella lista delle variabili è limitato dalle capacità operative delle macchine disponibili in uno specifico momento? Se così fosse perché pensate che oggi sia possibile di lavorare con un maggior numero di parametri nella produzione in serie?

GREG LYNN: "I software attuali che consentono la modellazione di ogni pezzo mediante l'interfaccia CAD/CAM permettono di introdurre numerose variazioni e trasformazioni strutturali delle parti (...)". (Greg Lynn, Advanced studio V, Fall 1998, Index Architecture, p. 216)

Caterina Tiazzoldi
caterinatiazzoldi@hotmail.com
(1. continua >)
 

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