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Renzo Piano, una nuova architettura nel porto di Genova

di Emanuele Piccardo

 

Nello specchio acqueo del porto storico di Genova, una nuova architettura progettata da Renzo Piano appartiene al paesaggio urbano. Denominata "bolla", per la sua forma sferica, al suo interno sono collocate le felci arboree e tropicali di grandi dimensioni, facenti parte della collezione del Comune di Genova, conosciute dai botanici di ogni parte del mondo per la loro qualità e bellezza, conservate oggi, nelle serre a ridosso dell'albergo dei poveri e di quella straordinaria strada di "corniche" che è la circonvallazione a monte progettata da Carlo Barabino. 

[29aug2001]






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L'intervento architettonico sottolinea ancora una volta la sensibilità di Piano nel trattare i materiali, (acciaio e vetro) dimostrando quanto siano stati importanti nella sua formazione di progettista i fondamenti teorici di Buckminster Fuller, ma anche degli Archigram, soprattutto nella sua architettura più famosa, il Beaubourg; di Frei Otto per l'uso innovativo della tensostruttura come elemento architettonico e non solo come scelta strutturale. In questo senso nello stesso spazio, quello del porto storico, si trovano due elementi della poetica dell'architetto genovese: la tensostruttura del bigo e la bolla, già sperimentata nella fabbrica FIAT del Lingotto a Torino.

Ogni grande evento che caratterizza la vita di una città, viene rappresentato con un simbolo. Si pensi alle esposizioni universali da quella parigina del 1889 dove la tour Eiffel, architettura effimera che doveva rimanere per il tempo dell'esposizione, è divenuta un segno forte e riconoscibile nel paesaggio, che contraddistingue la capitale francese; fino all'ultima di Hannover, dove si sono realizzate architetture che riprendono il tema dell'esposizione e i caratteri delle nazioni che rappresentano (padiglione olandese degli MVRDV e il padiglione svizzero di Zumthor); allo stesso modo la bolla diverrà il nuovo simbolo di Genova, più del progetto vincitore di Ponte Parodi e più del Bigo progettato dallo stesso Piano. 

Una grossa lente attraverso la quale vedere frammenti di paesaggio urbano, dove la luce riflette l'acqua sottostante, una sfera come metafora della terra al cui interno vive un microcosmo fatto di natura, un eden magico dove condurre i visitatori. Acciaio e vetro, conferiscono trasparenza e leggerezza all'opera consentendo un inserimento nel contesto storico della città, sottolineando quanto una architettura contemporanea,se pensata con intelligenza,sia un elemento di valorizzazione del paesaggio.

La struttura realizzata con centine tubolari di acciaio è stata dapprima assemblata sul ponte Parodi e successivamente trasportata, per mezzo di una chiatta,nella zona adiacente all'acquario dove tramite un pontile è collegata al molo. È sostenuta da una piattaforma circolare di cemento armato che poggia su piloni, all'interno della bolla sono collocate vele bianche che creano un gioco di riflessi e consentono una protezione dai raggi solari diretti. Le lastre di vetro, che costituiscono la pelle dell'edificio, hanno curvatura sferica con raggio costante e sono fissate per mezzo di borchie passanti alla struttura tubolare.



La scelta di adottare l'acciaio e il vetro come elementi di un linguaggio architettonico è presente nella storia dell'architettura fin da quando il giardiniere inglese Joseph Paxton realizzò, per l'esposizione universale di Londra del 1851, la celebre struttura in membrature di ferro e vetro erede delle serre. Recentemente nel Regno Unito, a St.Austell, è stato realizzato un parco a tema, The Eden Project, ad opera di Nicholas Grimshaw, dove enormi bolle di acciaio e vetro, a forma di tetraedri esagonali, inglobano parti di una ex cava ricreando due fasce di vegetazione, corrispondenti ai climi tropicali e temperati oceanici, a scopo scientifico e divulgativo,un'arca di Noè dove rinchiudersi dai mali dell'universo.

La "bolla", costata tre miliardi di lire, è stata sovvenzionata dalla compagnia di navigazione Ignazio Messina. L'opera dimostra quanto Genova sia una città potenzialmente e, nel caso specifico, concretamente aperta al cambiamento e disposta a scommettere sul futuro della città.

Emanuele Piccardo
ema.piccardo@tin.it
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