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Habitat BZ01 - scenari per la "città diffusa"

Yorgos Simeoforidis

 

L'Assessorato all'Urbanistica del Comune di Bolzano ha recentemente avviato un progetto sui problemi della densificazione urbana in condizioni di scarsità di suolo. ARCH'IT presenta i risultati di una indagine effettuata sulla realtà urbanistica e paesaggistica della conca bolzanina, prima fase del progetto realizzato da METROGRAMMA STUDIO con la collaborazione di Stefan Tischer e Helene Hoelzl, ed un commento di Yorgos Simeoforidis.



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Il Comune di Bolzano ha indetto una ricerca meta-progettuale per affrontare un dilemma: "come rispondere alle crescenti domande di edificabilità in una condizione di scarsità di suolo?"; condizione strutturale, storica e culturale.

Affidata ad un gruppo di giovani con competenze miste (architettura, architettura del paesaggio, urbanistica), basata su un lavoro essenzialmente collettivo, la ricerca ha individuato la densificazione come approccio innovativo di qualità. Come suggerisce Silvano Bassetti, il coraggioso assessore all'urbanistica del Comune di Bolzano, "l'uso necessariamente parsimonioso del suolo, come risorsa scarsa e preziosa, obbliga a processi di densificazione urbana".

[08jan2002]
Per quanto riguarda il metodo, i progettisti si sono imbarcati cercando di comprendere a fondo i fenomeni da cui muovono le ragioni delle domande di fabbisogni edificativi, di formulare alcune ipotesi sui processi di trasformazione possibili e provare a chiarirne le conseguenze attraverso simulazioni meta-progettuali in grado di provocare –tutte parole loro– fertili e concrete discussioni tematiche. 

Particolare attenzione –considerata la mise-en-scène del gruppo– è stata data alla tipologia degli spazi aperti (boschi, superfici agricole, spazi aperti urbani verdi) e dell'habitat (collane residenziali a bassa densità, edificazione rurale diffusa, grandi oggetti che punteggiano la campagna, città consolidata), alla loro mixité e densità. Pian piano, i progettisti si sono trovati davanti alla necessità –forse unica ma altrettanto complessa– di descrivere la loro stessa città: "Bolzano si manifesta sempre più come l'insieme di diverse città nelle città –la Bolzano ‘compatta' densamente urbanizzata e consolidata; quella ‘frammentaria' dei capannoni e dei depositi per la raccolta di mele, dei magazzini commerciali, ma anche dei piccoli agglomerati residenziali autosufficienti disseminati sulle montagna intorno alla città; quella ‘diffusa' a bassa densità, prevalentemente rurale, che si estende sulla piana agricola del lungo Adige in direzione Merano e Trento; ed infine, la Bolzano ‘lineare' dura, incastonata nel bordi della costa, che costituisce il limite netto con le pendici irte delle montagne."

In questa descrizione di Andrea Boschetti –del gruppo MetroGrammA, insieme a Marcello Fodale e Alberto Francini, associati a Stefan Tischer e Helene Hoelzl, architetti di paesaggio– appare la chiave di lettura –astratta ma efficiente— della coesistenza multipla di quattro città o piuttosto di modi di abitare, di quattro ecologie: Agro_city, Poly_city, Border_city e City_in ("le ecologie sono costituite da differenti spazi fisici, modi di abitare e di relazionarsi al territorio; esse sono la sintesi di sinergie particolari e contestuali. Ambienti fortemente caratterizzati che si compenetrano e parzialmente si sovrappongono, tenuti tra loro coesi da un complesso sistema di connessione infrastrutturale costituito da fiumi, autostrade, strade principali e ferrovia: schemi direttori generali").

I progettisti non si sono soffermati su queste quatto ecologie; sarebbe stato troppo generico, perché il loro scopo era quello di testare questa analisi della città multipla sulla condizione sine qua non di Bolzano: la scarsità di suolo e l'ipotesi di densificazione.

Ecco allora proposti dei progetti norma –delle simulazioni, beninteso– che danno prova di evidenza alle trasformazioni tenendo in conto la gestione degli standard, la gestione degli indici di edificabilità e la gestione delle differenze.

La presentazione di questo lavoro si è svolta venerdi 30 novembre 2001, alla Sala di rappresentanza del Comune in Bolzano, nell'ambito dell'inaugurazione della mostra alla Galleria Civica e della pubblicazione di un splendido libro, curato da HStudio. In seguito della premessa introduttiva dell'assessore e dello scenario HabitatBZ01 presentato da Boschetti insieme a Tischer e Hoelzl, Didier Rebois e Yorgos Simeoforidis hanno delineato la traiettoria del concorsi tematici EUROPAN e le nuove condizioni della trasformazione della città europea rispetto all'intensità urbana e la densità residenziale che richiedono appunto strategie flessibili, mentre Andea Branzi ha chiuso la serata –dopo un dibattito vivace e contrastato– con una conferenza sulla Modernità debole e diffusa.

Sinceremente, un approccio unico, distintivo nel panorama italiano. Quando mai un Comune ha finanziato una ricerca meta-progettuale, partendo dalla necessità di affrontare con innovazione le sue condizioni geo-morfologiche ma anche economiche, sociali e culturali? Sembra un'esperienza caduta da chi sa dove, pero è il frutto di un lungo legame, di un radicamento nel luogo senza pretese e soffocamenti, della tessitura di una modalità di lavoro che riesce a far emergere la tradizione delle ricerche sulla "città diffusa" con l'avanzamento degli scenari meta-progettuali di taglio europeo (è significativo l'appendice della pubblicazione con le schede tecniche sugli "esempi esemplari" del panorama europeo) – o per concludere a loro modo, "il formulare di alcune ipotesi a partire da un'esplorazione delle potenzialità intrinseche della conca bolzanina...".

Questa è la dimostrazione di un rinnovamento della cultura urbanistica italiana, resa loquace nell'immagine emblematica utilizzata per il manifesto, con la "densificazione" esplosa nella conca.

Yorgos Simeoforidis
y-skor@otenet.gr
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