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Luce alla Luce / Scatola elastica

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Con questo progetto abbiamo voluto rispondere a dei quesiti nati sia dal bando di concorso, sia dalle problematiche contemporanee sulla strutturazione degli spazi museali. In particolar modo affrontando il rapporto che intercorre tra l'opera d'arte, lo spazio museale e la luce. L'architettura museale contemporanea è caratterizzata da una notevole forza di impatto scippando il primato all'opera d'arte. Molte architetture non fanno altro che schiacciare le opere d'arte rendendole dei meri feticci. Gli spazi museali hanno perso l'intimità culturale, sono privi di spazi per la ricezione intima, personale, privata. Non sono altro che dei contenitori asettici. In realtà questa è anche una risposta abbastanza chiara ad un arte contemporanea sempre di più differenziata e dalle varie forme di espressività. Probabilmente la risposta a questi quesiti è nel riportare l'arte e l'architettura al proprio scopo: la persona; riscattandosi dall'informe di massa. In questo contesto risulta chiaro che il problema progettuale va risolto sia a livello spaziale sia a livello di luce, in quanto la luce si pone all'incrocio tra architettura, arte, disegno industriale, allestimento. La risposta formale di progettare uno spazio museale passa attraverso l'architettura materica ma anche attraverso la luce come strumento capace di creare spazio. La luce è vista come materiale espositivo essa stessa, dotata di una propria identità nello spazio. Per un progettista dare una risposta formale al tema espositivo significa dare una forma e un ruolo alla luce.



[26mar2002]
RISPOSTA PROGETTUALE. Il progetto è una scatola elastica nera che racchiude l'opera, ricrea uno spazio domestico, limitato, dimensionalmente raccolto. Una membrana tridimensionale attraversata da tagli che permettono di entrare o di curiosare affacciandosi attraverso di essi. L'opera è così riportata al centro di uno spazio a misura d'uomo, ritorna nella dimensione in cui era stata pensata, si estranea dallo spazio amorfo di un padiglione fieristico, ritrova le coordinate spaziali per una corretta lettura da parte del fruitore. L'installazione, vista dall'esterno, è un pieno , in cui i tagli diventano una espansione spaziale e luminosa dell'interno. E' un attrattore, un catalizzatore, uno scrigno deformabile. Attraversala significa fare un salto dimensionale verso il vuoto. Un vuoto calibrato che accoglie l'opera senza interferire con essa, una quinta tridimensionale capace di ricreare l'intimità necessaria per una consapevole lettura dell'opera. L'arte e la persona sono nuovamente strettamente legate. Dall'interno la luce attraversa i tagli ed è come una sinapsi cerebrale che cambiando di intensità rileva le variazioni interne. All'interno ,infatti, un controsoffito traslucido nasconde i corpi illuminanti che oltre ad illuminare l'opera registrano, collegati a dei sensori, la variazione di fruitori all'interno. Un registratore di flusso. Così la luce crea uno spazio dinamico tarato sul numero di persone che in quel momento sono all'interno della scatola. Luce capace di regolare la luminosità dell'ambiente per il singolo o per la massa, per cui non più un dispositivo asettico, ma un volume cangiante.



PROGETTO ILLUMINOTECNICO. Il progetto di illuminazione dell'opera "Stele" (1961) di Lucio Del Pezzo nell'ambito di RESTAURO 2002, pone particolari problemi dovuti, per una volta, non tanto al controllo delle grandezze fotometriche ai fini della conservazione quanto alla più generale relazione tra opera, contesto e spettatore. L'ambito di sperimentazione nel quale si inquadra questa proposta è in larga parte determinato dal riferimento ad un modello di fruizione genericamente collettiva di ambito paramuseale, vale a dire ad un luogo nel quale l'opera è istituzionalmente votata ad interagire con un pubblico non predeterminato, al contrario della dimora di un collezionista. Questa condizione "pubblica", di sostanziale indeterminazione dell'opera per assenza dell'osservatore, è rappresentata dalla condizione iniziale, di massimo illuminamento zenitale diffuso dello spazio dedicato - con miscela di tutte le temperature di colore, quasi a simboleggiare la compresenza e la liceità di tutte le possibili interpretazioni non ancora in atto. A mano a mano che il pubblico affluisce, il livello di illuminamento, la temperatura di colore e la direzionalità della luce cambiano, a simboleggiare la parzialità –in senso etimologico– delle diverse interpretazioni e il loro continuo scomporsi e ricomporsi, al pari del discorso interpretativo, contemplando –nel rispetto dei livelli di sicurezza- anche il quasi totale spegnimento in caso di eccessivo affollamento, mancando le condizioni per la fruizione dell'opera. Parallelamente, lo schermo a cristalli liquidi che può dare accesso ai comandi dell'impianto, assolve la stessa funzione dei comunicati stampa, delle guide museali e dei testi di storia dell'arte, nel modificare intenzionalmente o meno vuoi la percezione del lettore –qui il singolo visitatore che operi dalla consolle- che del pubblico generale – qui l'insieme dei visitatori presenti nello spazio di allestimento.



Dall'esterno verranno percepite attraverso le fessure sia la variazione dei parametri al momento della presenza di spettatori che l'invarianza del massimo livello luminoso in assenza di visitatori all'interno. L'impianto è composto da un pc collegato ad unità dimmer collegate a due batterie di 16 tubi fluorescenti da 58 W, alimentate da reattori elettronici dimmerabili, caratterizzate da differenti temperature di colore (2700 K e 6500 K), installate al di sopra di un soffitto in materiale diffondente sospeso a circa 2,70 m. ed a sei proiettori di media potenza ad alta resa cromatica, anch'essi installati al di sopra del soffitto diffondente. In assenza di visitatori all'interno dell'area le lampade fluorescenti saranno accese tutte insieme, fornendo una forte luminanza del soffitto, un illuminamento al livello del pavimento di circa 1. 500 lux. e ottenendo così un effetto di richiamo verso l'esterno. L'elevata luminanza del soffitto farà sì che il visitatore percepisca in maniera molto forte l'ambiente circostante, e solo in un secondo momento si concentri sull'opera esposta, in modo da sottolineare l'importanza dell'ambiente espositivo. Con l'ingresso del primo spettatore la situazione di forte luminosità verrà mantenuta per qualche secondo;in seguito, dopo un primo percepibile abbassamento del livello di illuminamento, si avranno altri abbassamenti e anche delle variazioni della temperatura di colore legate sia al variare della intensità reciproca dei due gruppi di lampade fluorescenti che all'intervento dei proiettori, anch'essi passibili di variazioni della temperatura di colore e della intensità luminosa, che saranno azionati da sensori ad ultrasuoni capaci di rilevare l'affollamento.



I puntamenti dei proiettori, per quanto attenuati nella loro definizione dal soffitto diffondente, saranno concentrati sull'opera, con fascio di apertura ed angolature tali da consentire una diversa lettura di quegli elementi dell'opera sfumati dalla illuminazione diffusa dall'alto; lettura sempre rinnovatesi a seconda della direzione di ingresso e del numero degli spettatori e con tempi di permanenza atti a favorirne l'apprezzamento della specificità. In particolare la direzione e l'apertura dei fasci di luce consentiranno di leggere in maniera dinamica la texture dell'opera, mentre la luce diffusa ne esalterà le caratteristiche volumetriche; le diverse temperature di colore, invece, genereranno una visione diversa dei materiali, riproducendo le condizioni di percezione che l'opera offrirebbe se fosse illuminata dalla luce naturale. 
Lo schermo del computer metterà in luce le possibili relazioni fra i diversi fattori –intensità, temperatura di colore, puntamenti- che qui specificamente concorrono alla determinazione della qualità ambientale e le loro interazioni con le convenzioni visive consolidate. 

MATERIALI. La scatola nera di forma trapezoidale è contenute nelle dimensioni massime consentite 8x8x3. 50. La struttura di sostegno è una reticolare in acciaio. Le pareti e il pavimento sono in PVC nero. Ogni lato ha tre tagli verticali di cui uno è aperto anche orizzontalmente a livello del pavimento per permettere l'ingresso ai disabili. Il controsoffitto sospeso è in tessuto e nasconde i corpi illuminanti. Sulle pareti interne sono riportate le didascalie relative all'opera.
Progetto installazione IaN+:
Carmelo Baglivo, Luca Galofaro

Modello: Marco Galofaro

Consulenza illuminotecnica:
Giuseppe Catalano e Marco Frascarolo - Faber Technica

Elettronica:
fornitura e consulenza AREA SX
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