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Luce alla Luce

Della Torre+ACT Romegialli

 

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La nostra proposta di installazione espositiva, in relazione alla sezione assegnataci della "casa-museo", affronta i problemi proposti di costruzione di "LUOGO o tema/LUCE o sistema illuminotecnico/PROGETTO o allestimento" a partire dalle loro reciproche relazioni e da una loro possibile virtuosa interazione. Tale linea di ricerca si confronta poi con i pezzi specifici oggetto di esposizione per "ritrovarsi" nell'opera del loro creatore-collezionista Mariano Fortuny.


[26mar2002]
Luogo-Tema: LA CASA-MUSEO

FLOW. Lo spazio espositivo è costruito attraverso la composizione di tre "setti" autoportanti a pianta parabolica, che, rincorrendosi e compenetrandosi, permettono di definire un ambiente sì chiuso, ma dal disegno dinamico, accessibile indifferentemente da ogni lato e senza la necessaria definizione di vere e proprie aperture. L'idea spaziale della casa-museo non si basa sulla riproduzione più o meno mimetica dell'iper-decorazione propria del gusto estetizzante dell'atelier decadentista di fine secolo, ma sulla ricerca dello spirito che sta alla base dello "stile-atelier", ovvero la volontà di commistione totale fra vita e arte, fra realtà e rappresentazione della realtà. Si tenta così di definire un ambiente, la riproposta effimera e funzionale della casa-museo, il cui disegno renda evidente l'interdipendenza fra l'opera d'arte e il gesto di "messa in mostra" dell'opera d'arte stessa.





Illuminotecnica: LUCE ALLA LUCE

LIGHT. La valorizzazione dell'oggetto con la luce si realizza nel progetto proposto non attraverso l'introduzione di un corpo illuminante estraneo o semplicemente giustapposto agli elementi architettonici, ma complementare ad essi e, nella fattispecie, totalmente integrato: ogni setto ha una funzione contemporaneamente espositiva e illuminotecnica (cfr.note light designer). Uno degli estremi di ciascun setto illumina direttamente la parabola del setto vicino che illumina a sua volta indirettamente le opere esposte. Il sistema a luce indiretta proposto ripercorre le invenzioni illuminotecniche di M. Fortuny basate su una concezione "circolare" della luce, un'idea della diffusione luminosa che utilizza elementi diffusori semisferici e produce illuminazione per via indiretta.



Allestimento: LA SCENA

SPACE. La scelta rispetto agli oggetti da esporre -il tessuto, il dipinto, l'abito- è quella di contribuire a creare attraverso le loro reciproche posizioni e il tipo di illuminazione a loro dedicato l'idea di uno spazio il più possibile dinamico, dove l'occhio, ad eccezione delle opere d'arte, non incontri nessun tipo di ostacolo visivo. Il tessuto stampato e il dipinto, oggetti bidimensionali e "rappresentazione della realtà", sono collocati ognuno in un apposito taglio ricavato nella porzione di setto non utilizzato come parabola riflettente; l'abito "Delphos" e il suo manichino, oggetto tridimensionale e "appartenente alla realtà", al centro dello spazio delimitato dai setti, al centro della "scena". Secondo un concetto di spazio espositivo come quello della "mise en scène" teatrale in cui arte/architettura/espressione della luce interagiscono sino a formare un tutt'uno, si persegue l'idea di scena sferica e continua ad illuminazione circolare inventata da Fortuny con la sua "cupola". Attraverso l'applicazione di un principio scenotecnico di diffusione della luce si intende reinterpretare in piccolo la ricerca di Fortuny e la linea in cui si inserisce, dall'idea di opera arte totale fino agli esperimenti percettivi di Turrel e Flavin: l'effetto luminoso immateriale dei setti parabolici contribuisce a creare la sensazione di una costruzione scenica in cui si "dissolvono" spazio/luce/allestimento.





Note progetto LIGHT CONSULTANT

Per ogni setto parabolico la fonte è costituita da due lampade fluorescenti PHILIPS FQ 80W/830 diam. mm16 l. mm 1449, sovrapposte in linea all'interno della cavità costituita sulla testa del sandwich. La posizione delle lampade è tale da impedirne la visione diretta dall'esterno dello stand e dall'interno del perimetro esagonale A-B-C-D-E-F (v.immagine grafica "Light"); l'area così definita è quella preposta alla visione ottimale delle opere esposte. Una palpebra verticale orientabile permette di limitare l'area illuminata del setto parabolico, affinché le opere ivi installate non siano interessate dal flusso diretto. Le porzioni di setto che ospitano le opere espositive, sono dipinte di una tonalità che adegua il contrasto alla visione corretta delle medesime. Tutte le opere sono illuminate dalla luce riflessa dai paraboloidi e il livello di illuminazione richiesto è assicurato dalla somma dei seguenti fattori:
- la regolazione dell'intensità luminosa delle lampade fluorescenti per mezzo di alimentatori elettronici adeguati;
- la schermatura delle lampade all'interno della cavità;
- il disegno dei setti parabolici;
- le reciproche posizioni, nello spazio, di corpi illuminanti e illuminati.
Il controllo dei raggi UV emessi dalle lampade fluorescenti è assicurato dal rivestimento delle medesime con un filtro adeguato.
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