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Luce alla Luce / st...henge

Fernanda De Maio

 

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Un'opera d'arte non è mai semplicemente se stessa in quanto oggetto; è il mondo di relazioni che instaura con l'intorno reale, emotivo, fantastico che le si approssima. La stele di Del Pezzo con i suoi rimandi ad una sacralità del quotidiano, dell'ordinario denuncia già nel titolo la sua vocazione a porsi come memoria, feticcio, simulacro di un mondo. Allo stesso tempo la sua natura di teca lignea erosa che contiene reperti metallici appartenenti ad altri oggetti sembra sottolineare che essa è solo una parte di una serie di oggetti simili che connette lo spirito del tempo ad una spiritualità originaria.

[26mar2002]


In tal senso l'abbiamo interpretata ed abbiamo deciso che la sua collocazione spaziale non poteva essere al centro ma lungo la traccia di un perimetro, di una sorta di recinto sacro costituito da steli analoghe che raccontavano il rapporto tra il mondo dell'ordinario reale ed il mondo ideale in epoche successive. Di tutte le altre steli resta traccia nelle basi lignee emergenti dalla luce fredda della circonferenza che perimetra lo spazio centrale.



Solo la stele di Del Pezzo nella sua verticalità rende possibile la misura dello spazio cintato nelle tre dimensioni. In tal modo essa diventa fulcro per la comprensione e la lettura dell'intorno circostante; sia esterno che interno. Tali peculiarità sono evidenziate dalla scelta di illuminarla dal basso con una luce calda. Lo spazio interno delimitato dal cerchio di luce è un vuoto pavimentato con corteccia d'albero frantumata, illuminato anch'esso da una calda luce radente. All'esterno del cerchio di luce, nei quattro spicchi liberi del pavimento un quadrato di 1x1m, per ciascun spicchio, s'illumina mediante un sensore nascosto nella pedana al passaggio, rivelando informazioni relative all'opera e all'installazione. Il percorso da una teca informativa alla successiva è segnato sempre a terra da rari e piccolissimi punti luminosi.





PER L'ILLUMINAZIONE

stele: illuminazione dal basso con alogena dicroica fascio stretto con lente di Fresnel. L'effetto che si desidera ottenere è il lavaggio della superficie della scultura con luce calda e intensa. La scultura deve risultare l'elemento più luminoso dell'allestimento.

cerchio: elemento diffondente con fluorescenza tonalità 21. L'effetto ricercato è il contrasto con l'opera, la luce fredda utilizzata rimanda all'idea del magico e misterioso.

all'interno del cerchio: spot alogeno 4° posizionato al di sotto delle memorie delle altre steli per illuminazione radente del materiale posto all'interno del cerchio.

percorso: led a pavimento per guidare il percorso e fluorescenza tonalità 21 per l'illuminazione delle piastre informative.




Gruppo di progettazione:
Fernanda De Maio
Eduardo Mignone
Filippo Orsini

Consulente per l'arte:
Rocco Orlacchio

Consulente per le luci:
Maria Genoni

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