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Luce alla Luce / FRAMMENTI

Studio HM

 

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La proposta per l'esposizione del fregio di Civitalba trae spunto dalle fratture e dai vuoti esistenti tra i frammenti che costituivano il fregio. Evidenziare contemporaneamente il "frammento-che-c'è" e il "frammento-che-non-c'è" rende possibile la "conoscenza" completa dell'opera. L'ombra e la luce sono gli strumenti con cui è attuata architettonicamente questa relazione storica e temporale. Fasci di luce provenienti dall'alto realizzano spazi effimeri, "immaterialmente costruiti"; un unico elemento continuo posto a terra li attraversa indicando al visitatore il percorso da seguire: un breve viaggio dove l'alternanza di luce e ombra indica il passaggio tra presente e passato.

Negli spazi di ombra dove l'installazione sfuma nell'oscurità dell'ambiente, viene offerta la possibilità di avvicinarsi ai frammenti di argilla, di avere un contatto diretto con la materia e con il singolo oggetto, senza complicazioni scenografiche. Non sono infatti ipotizzate e tanto meno simulate ricostruzioni della sua reale posizione, anzi il fregio è semplicemente poggiato nella più improbabile delle sue collocazioni, su un'increspatura del pavimento. Non ci sono luci appositamente indirizzate per suggerirne la visione, ma una luce diffusa indiretta nega l'esistenza di un punto di vista privilegiato; ogni singolo reperto è semplicemente vicino al visitatore, quasi a portata di mano. Negli spazi di luce il vuoto dominante evidenzia la frammentazione del fregio, la mancanza di ciò che è andato irrimediabilmente perduto ma che la ragione e la conoscenza possono ricostruire. Sostando in questi spazi è possibile leggere e documentarsi per conoscere il fregio: sulla stessa base del fregio le descrizioni storiche, le ricostruzioni archeologiche e le immagini sono a disposizione del visitatore.



Descrizione dell'installazione

STRUTTURA SOSPESA. Un sistema articolato di pannelli orizzontali e verticali in cartongesso costituisce la struttura sospesa dell'installazione da cui sono proiettati i fasci di luce. La finitura (colore e superficie) della struttura dovrà garantire la massima omogeneità con le pareti del padiglione espositivo. La struttura del controsoffitto dovrà essere ancorata al soffitto della sala espositiva tramite tiranti e travi in acciaio. Nel caso ciò non fosse possibile è da prevedere un sistema da terra che interferisca il meno possibile con il progetto.

[26mar2002]


BASE PER IL FREGIO. Il supporto scatolare per il fregio è formato da lastre di plexiglas o legno rivestito come il pavimento, per un altezza massima di 30, e una larghezza di circa 60 cm o comunque sufficiente a garantire l'ottimale sistemazione del fregio. Una schermatura superiore di protezione può essere realizzata con una lastra di plexiglas ancorata al supporto con distanziatori.



CORPI ILLUMINANTI. Ogni fascio di luce è ottenuto con 2 serie di 15 proiettori* posti su binari** ancorati al controsoffitto a 3,5 metri di altezza, opportunamente direzionati per formare a terra una sagoma rettangolare di 8 x 0.60 m e pareti di luce verticali.

*Il proiettore è costituito da: faretto, sagomatore, maschere (n°4) e lampada da 50W.
** I binari della lunghezza necessaria sono ottenuti con elementi modulari di 200 cm montati in serie, prevedendo il posizionamento centrale di due alimentatori e di due trasformatori.






Simulazione luce

In fase di simulazione degli effetti di luce sono stati utilizzati 4 faretti Reggiani mod. 2615 (50 W) con sagomatore mod. 1912. montati so sopporto rigido e posizionati all'altezza di 3,5 mt, in ambiente completamente buio. Per evidenziare i fasci di luce dando maggiore spessore e consistenza ai volumi di luce, è consigliato l'utilizzo di macchine per la produzione di fumo, nel numero minimo di una per fascio luminoso.





Light designer:
Roberto Lamanna

Pezzi per la simulazione forniti da Società PIEFFE srl di Roma
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