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Luce alla Luce

A12

 

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L'idea progettuale si sviluppa intorno al tema della contraposizione di differenti tipi di luce provenienti da fonti diverse, con effetti di contrasto e di sovrapposizione. Il tema del concorso, "luce alla luce", diviene qui, "luce nella luce", dove gli oggetti esposti –gli elementi del fregio di Civitalba- illuminati da fonti luminose contapposte e contrastanti per natura, potenza e colore, galleggiano nel vuoto, sospesi in una sorta di incertezza prospettica e spaziale, e contemporaneamente precisamente definiti e sottolineati.

[26mar2002]


All'interno di una stanza buia e chiusa su tutti i lati, gli elementi del fregio galleggiano nell'aria di fronte all'osservatore, stagliandosi su una parete luminosa che rompe i rapporti prospettici, allontanando idealmente lo spettatore dall'oggetto osservato; contemporaneamente un'altra fonte luminosa contrapposta per posizionamento, intensità e colore illumina direttamente e con assoluta precisione i singoli pezzi del fregio, riportandoli in primo piano e avvicinandoli nuovamente all'osservatore.



In una sorta di "effetto inverso" rispetto alla definizione dell'immagine che si ottiene nello spazio cinematografico, ed in particolare sullo schermo, dove più ci si avvicina più si perde definizione, lo spettatore può vagare liberamente nella sala, avvicinandosi all'elemento esposto per coglierne i più minuti dettagli, e i giochi di luci ed ombre, esaltati dalla proiezione sul fregio di una luce calda ed intensa proveniente da una serie di proiettori fissati su di una trave sospesa.

L'allestimento si compone quindi di pochissimi elementi: un perimetro nero, un pavimento soffice, un muro di luce e una trave sospesa per il posizionamento delle fonti luminose. 
Si costruisce quindi una semplice stanza quadrata di 8 x 8 metri, alta 2.50 metri, senza tetto alla quale si accede attraverso un'interruzione del suo perimetro posta su uno dei due lati perpendicolari al muro di luce in prossimità dell'angolo opposto. 

Il perimetro è quindi costituito da tre pareti realizzate con un'intelaiatura in legno alla quale viene a fissato un telo tesato di colore nero per oscurare il più possibile l'ambiente da contaminazioni luminose provenienti dall'esterno. Tale soluzione permetterà la realizzazione di tale parete attraverso una serie di pannelli prefiniti (larghezza 150 cm, altezza 240 cm) preparati in officina e semplicemente trasportati e montati in loco riducendo il tempo di montaggio ed il successivo smontaggio, che risulterebbe pulito. 

Il pavimento, anch'esso nero, è soffice e attutisce il rumore dei passi e verrà realizzato con uno starto di moquette a pelo alto semplicemente stesa a terra e fissata con nastro biadesivo. Il muro di luce verrà realizzato con una parete di cartongesso tinteggiata di nero su tre lati e di bianco su quello rivolto verso l'interno della sala sulla quale verranno disposti su 5 righe e 16 file 80 tubi fluorescenti della lunghezza di 1560 millimetri da 58 watt di tipo up-down compresi di reattore elettronico a vista e dimer regolabile che trasformano il muro in una sorta di "telo di luce per proiezione". Su tale parete verranno anche ancorati i supporti per sostenere i diversi pezzi del fregio, realizzati con profili di acciaio verniciato color bianco, che distanziano i pezzi del fregio dalla retrostante parete di 50 centimetri. Tale parete in carton gesso si avrà cura di realizzarla rinforzando, con adeguati profili in acciaio zincato, le parti sulle quali si dovranno ancorare supporti, per sostenere i diversi pezzi del fregio.

La trave sospesa, ancorata alla struttura della copertura, infine posta a tre metri di distanza dalla superficie anteriore del fregio e a tre metri di altezza da terra, sostiene una serie di proiettori a fuoco variabile con lampada tipo master color da 75 watt che riquadrano di luce intensa e calda la superficie anteriore dei pezzi componenti il fregio.

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