home

Files

L'Architettura a Convegno. Per tagliare i nodi della specificità siciliana

Franco Porto

 

Si è recentemente svolto a Sciacca, nelle giornate dell'11 e del 12 maggio, il convegno Conversazione in Sicilia organizzato da IN/ARCH Sicilia e antiThesi. Gli incontri e le tavole rotonde svoltesi ad un passo dal teatro di Giuseppe Samonà hanno riaperto problematiche e sollevato dibattiti che sono poi continuati con particolare intensità sulla rivista diretta da Sandro Lazier e Paolo Ferrara. ARCH'IT ospita due testimonianze, un consuntivo di Franco Porto presidente dell'IN/ARCH Sicilia, e un commento di Domenico Cogliandro.




Dalle due giornate di studio a Sciacca, organizzate dall'Istituto Nazionale di Architettura - IN/ARCH Sicilia con la rivista di critica online di Architettura "antiThesi", dal titolo "Conversazioni di Architettura in Sicilia: il valore della modernità", per la significativa presenza di autorevoli rappresentanze istituzionali come le Amministrazioni pubbliche, le Università, gli Ordini professionali oltre una consistente rappresentanza di cultori della materia, è emerso: 1) che dall'analisi dell'Architettura a "rapporto" e quella "negata", la trasformazione dell'Ambiente e del territorio nella nostra isola è particolarmente lenta nel confronto del Nazionale ed è ostacolata dall'attuale sistema normativo, con una grave frattura tra il ragionamento urbanistico e quello architettonico; 2) per perseguire obiettivi di Qualità e dare ai cittadini fiducia nelle trasformazioni occorre che queste siano concepite privilegiando la scala urbanistica-ambientale e che si caratterizzano per la rapidità del risultato; 3) quali potranno essere le effettive capacità espresse dal mondo Accademico e Professionale e quali saranno gli effetti sul territorio nei prossimi anni, per la nuova geografia regionale determinata dalla presenza di nuove Facoltà e nuovi distaccamenti universitari; 4) che spesso trascurata dai media, l'Architettura moderna siciliana ha indubbiamente prodotto delle pregevoli opere, sia nei contenuti che nell'aspetto costruito; 5) di cercare le verità attraverso l'Architettura iniziata e mai ultimata, quella progettata e mai realizzata e quella impedita da quella realizzata abusivamente, anche sulle coste con l'alterazione ambientale di interi litorali; 6) il ruolo non trascurabile della critica, ovvero quanto essa debba farsi carico di problemi non solo prettamente architettonici, ma anche sociali, denunciando gli sperperi, le speculazioni, gli interessi privati, che utilizzano l'architettura quale mezzo per i loro fini.

[26may2002]
L'attività degli ultimi tre decenni è stata discussa da alcuni tra i maggiori esponenti della cultura architettonica siciliana e nazionale. Sono state evidenziate le potenzialità che ha la Sicilia per dare il suo contributo alla ricerca italiana, che si trova in un momento di particolare importanza, di scelte che possono ricontestualizzarla nel panorama internazionale, e non solo a mezzo di pochi, seppur notevoli professionisti.

Sono stati approfonditi temi come quelli, dell'abusivismo lungo le coste siciliane, il restauro del moderno, gli interventi non sempre di alta qualità sull'esistente storico, la lunga vicenda della costruzione di opere di architettura di notevole interesse anche sociale, ad esempio il Teatro Popolare di Sciacca (interrotto da ventidue anni e mai completato), gli interventi post terremoto del 1968 (la città di Gibellina su tutti). La circostanza del Convegno si è rivelata utile per individuare tutte le ragioni che hanno condizionato l'esigua realizzazione di Architettura di qualità negli ultimi decenni, collocando la Sicilia in un ruolo piuttosto marginale nel panorama nazionale ed europeo. Ha costituito un punto di riferimento il dibattito sul necessario rinnovamento della formazione professionale, attualmente basata sulla meccanica suddivisione in indirizzi e specializzazioni che mettono in secondo piano il ruolo della disciplina, così come l'abbiamo ereditata dall'esperienza millenaria della cultura occidentale.

Le esperienze accademiche locali non hanno mai trovato una proiezione riconoscibile nella realtà costruttiva di questi luoghi, per ragioni relative al contesto socio-politico a cui questi luoghi hanno fatto finora riferimento. Le Università si sono sempre isolate dalla realtà complessiva, limitandosi a gestire l'ordinario. La politica ha invaso tutto, anche gli atenei. Ma i partiti possono avere condizionato tutte le scelte urbanistiche compiute in Sicilia? A tutt'oggi è prassi risolvere tutto con i progettisti esterni, i soli in grado di tagliare i nodi che potrebbero bloccare tutto per chissà quanti anni ancora. Non dobbiamo cadere in un facile regionalismo spicciolo, ma le specificità siciliane (storiche, geografiche e culturali) non consentono di cercare le verità, che ci proponiamo con questo Convegno, su scenari più lontani. Le contestazioni non potranno essere confinate al rango di cupo brontolio di una classe professionale locale ferita a morte nella legittimità del proprio ruolo, dovrà emergere l'idea di un'Architettura delle connessioni, attenta a ricomporre i frantumi dell'insipienza e della dissipazione delle risorse. I contributi di professionisti consolidati ed emergenti, in un confronto serrato ed a testa alta, che condividono ed individuano nel Progetto di Architettura l'arma del cambiamento e del riscatto, si è rivelata utile per trovare i fili che deformeranno la geografia dei luoghi.

Occorre l'impegno dell'Università ed un'azione sulla mutazione delle regole. La Regione Sicilia, per il suo stato di Autonomia, può diventare il laboratorio sperimentale prezioso al raggiungimento di tali obiettivi a livello nazionale. L'IN/ARCH potrà rivelarsi l'interlocutore coordinatore di un tavolo di lavoro che comprenda le Università, le Amministrazioni pubbliche, gli Ordini Professionali, le parti sociali e quanti condividono ciò che è stato sancito al termine dei lavori di Sciacca.

Franco Porto
franco.porto3@tin.it
> È MORTO GIUSEPPE SAMONÀ?
> ANTITHESI
> FILES

 

 

laboratorio
informa
scaffale
servizi
in rete


 







copyright © DADA Architetti Associati