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Infrastrutture e territorio storico

Pio Baldi
La DARC - Direzione generale per l'architettura e l'arte contemporanee del Ministero per i beni e le attività culturali è presente quest'anno alla Prima Biennale internazionale di Architettura di Rotterdam -dedicata ai temi della mobilità e delle infrastrutture- con MOBILITALY, uno spazio multimediale che illustra i risultati di una ricerca condotta sulle infrastrutture della mobilità in Italia. Per la capacità di generare suggestione poetica e immagini evocative sulla percezione della mobilità la partecipazione italiana ha ottenuto in questo ambito l'Inspiration Award, un importante riconoscimento internazionale per la DARC e per il Ministero per i beni e le attività culturali italiano. ARCH'IT propone una introduzione al tema e una presentazione di Pio Baldi Direttore generale della DARC.




In Italia negli ultimi decenni –caratterizzati da una abnorme attività di costruzione– si è di fatto completata la prima grande infrastrutturazione diffusa (quella residenziale) del territorio. Anche se ciò è avvenuto con gravi perdite per il mantenimento dei valori e delle risorse del paesaggio e dell'ambiente. La scommessa per il futuro è di riuscire nel rinnovo e nell'estensione, questa volta in armonia con il paesaggio e l'ambiente, delle reti e dei centri infrastrutturali e di servizio.

[01jun2003]
Occorre però cambiare decisamente atteggiamento rispetto ai criteri teorici che, consciamente o inconsciamente, hanno caratterizzato le grandi realizzazioni infrastrutturali della seconda metà del secolo scorso: enormi rettifili, lunghissimi viadotti, strade, ferrovie, percorsi che spesso tagliano senza grazia né accorgimenti coste e pendii, colline sezionate per passaggi in trincea, ogni caratteristica tecnica, ogni audace opera d'arte delle infrastrutture sono la rappresentazione della volontà umana di controllo su una natura da attraversare dominandola. Ma oggi si comincia a intravedere l'avvio di una diversa progettualità che punta ad esprimere atteggiamenti non solo di rispetto del paesaggio, ma anche, per quanto possibile, di arricchimento e di miglioramento formale del contesto in cui viviamo: più tracciati in galleria che in viadotto, ad esempio, più aderenza dei percorsi alla complessità orografica, più cura nell'armonizzazione e nel mascheramento delle opere invasive, più design nei supporti e nelle strutture, più attenzione agli insediamenti storici, insomma più architettura contemporanea di qualità. Una qualità della progettazione nell'architettura contemporanea per nuovi insediamenti che aggiunga valore ai contesti in cui vengono calati.

E se la qualità architettonica è innanzi tutto la capacità di esprimere, attraverso il disegno, la funzione comunicativa e culturale di cui l'architettura è portatrice, è necessario che ogni nuovo insediamento colloqui armoniosamente con l'antico, ne interpreti e ne esprima lo spirito. Soprattutto in Italia, dove il patrimonio storico è così diffuso e considerevole. Fare i conti con la preesistenza non implica necessariamente un atteggiamento di mera auto-omologazione imitativa o di dissolvimento dell'intervento contemporaneo. Richiede, piuttosto, lo studio e la comprensione degli elementi e dei valori che costituiscono il contesto sede di intervento e, di conseguenza, un atteggiamento progettuale che a quegli elementi e a quei valori si riconnetta, anche in termini di possibile dialettica o contrapposizione.

Ma non solo. Lo stesso concetto di infrastruttura per la mobilità si sta trasformando. Non si pensa più soltanto in termini di collegamento fra zone diverse, non è più sufficiente riferirsi allo spostamento o all'attraversamento. L'infrastruttura lineare può diventare opportunità per la riqualificazione anche funzionale dei territori attraversati in cui può innervarsi offrendo opportunità di sviluppo, di collegamenti e relazioni intermedie, di offerta di servizi.

Da qualche anno, in Italia, grazie anche ad una positiva maturazione della consapevolezza e della criticità su questi temi, si è cominciata a sviluppare una nuova attenzione alla qualità architettonica, soprattutto per il sistema delle infrastrutture connesse alla mobilità. E sono state recentemente condotte –da parte di amministrazioni, progettisti, aziende, istituzioni– alcune significative esperienze che vale la pena di presentare in una sintetica rassegna che, a partire da alcuni esempi storici illustri, fa intravedere una possibile nuova tendenza in atto. La DARC – Direzione generale per l'architettura e l'arte contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività Culturali è significativamente impegnata per promuovere e facilitare tali nuovi orientamenti verso infrastrutture di migliore qualità e di più ricca complessità, nel rispetto del paesaggio storico che le ospita. Un approccio riconoscibile anche nel progetto "Atlante italiano oo3, ritratto dell'Italia che cambia" fotografie d'autore per testimoniare il cambiamento e le trasformazioni del paesaggio e delle città italiani.

Pio Baldi

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