Il
2 dicembre 2003 la Facoltà di Architettura Civile del Politecnico di
Milano ospita il seminario "Infrastrutture e progetto dello spazio quotidiano".
Curato da Nicolò Privileggio, l'incontro è sviluppato nell'ambito di
IN.FRA 2. "Forme insediative, ambiente e Infrastrutture. Indirizzi e
metodi di intervento", programma di ricerca di interesse nazionale 2001/2004
coordinato da Aimaro Isola - unità di Milano: Cesare Macchi Cassia (coordinatore)
Martina Orsini, Nicolò Privileggio, Marialessandra Secchi. Intervengono:
Pier Vittorio Aureli, Sandra Bonfiglioli, Sandro Balducci, Simone Ferrari,
Aimaro Isola, Cesare Macchi Cassia, Cino Zucchi (informazioni in ARCH'IT
convegni). Anticipiamo
ai lettori alcuni dei temi proposti dal curatore del seminario. |
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Il paesaggio della quotidianità, in molte parti del territorio
europeo, è il luogo nel quale possiamo leggere le principali
trasformazioni nei modi d'uso della città, e dunque anche un
diverso rapporto tra infrastruttura e condizione urbana. In passato l'infrastruttura come manufatto ha svolto un ruolo importante nel definire l'identità collettiva della città. Dalla rete stradale, all'organizzazione della rete fognaria, dalle opere di bonifica, al sistema del trasporto pubblico e alle reti di distribuzione dell'acqua potabile, tecniche e configurazioni dell'infrastruttura hanno funzionato come principi compositivi dello spazio urbano. |
[01dec2003] | |||
Negli ambienti ordinari e banali del quotidiano l'infrastruttura determina oggi un profondo cambiamento nel definire lo spazio della città, in particolare, un diverso modo di intendere la condizione urbana, svincolata dai luoghi e legata alle relazioni. Paradossalmente è forse proprio il carattere di continuità, proprio del manufatto infrastrutturale a rendere intellegibile nella nostra esperienza quotidiana una città fatta di parti e frammenti eterogenei. È, questo, un cambiamento che lascia aperti alcuni interrogativi. In primo luogo, su quali basi ricostituire i legami tra individuo e città, alla luce della maggiore libertà e autonomia dell'individuo nell'uso dello spazio. Di seguito, come interpretare positivamente il diverso significato assunto dal manufatto infrastruttura nello spazio della città: dall'infrastruttura come "monumento", all'infrastruttura come oggetto ordinario. Infine, in che modo il concetto di infrastruttura può essere interpretato dal progetto contemporaneo. |
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L'infrastruttura intesa come un ampio spettro di tecniche di manipolazione e predisposizione dell'ambiente fisico è un modo per riflettere sulla natura della città: qual è lo spazio generato da un modello infrastrutturale e quale idea di città ne può derivare? Dietro un'infrastruttura, nel suo senso più ampio, è implicito un progetto ambientale e culturale, un modello di relazioni sociali. |
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Alla luce di questi interrogativi il tema del rapporto tra infrastrutture
e costruzione dello spazio quotidiano può essere affrontato attraverso
quattro principali argomenti di discussione: 1. PRATICHE DEL QUOTIDIANO E MODELLI INFRASTRUTTURALI: le relazioni tra reti infrastrutturali, tempi della città e flussi produttivi fanno pensare all'infrastruttura come supporto di pratiche d'uso che si svolgono entro un'articolata struttura spazio-temporale. L'infrastruttura organizza soprattutto il tempo quotidiano dell'abitare, come pure il tempo dei cicli produttivi che, nell'area milanese ad esempio, coinvolgono intere porzioni di territorio: tuttavia spesso si registra uno scarto tra i modelli infrastrutturali che si sono affermati e il mutare delle abitudini e quindi anche dei tempi d'uso della città. Ci interessa capire come, al contrario, l'osservazione della temporalità quotidiana (degli spostamenti casa-lavoro-loisir, dei cicli produttivi etc.), possa contribuire a modificare alcuni modelli e strategie infrastrutturali in senso più flessibile, o nella direzione di una diversificazione delle tecniche. |
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2.
INFRASTRUTTURA E COSTRUZIONE DEL CONSENSO: la forte conflittualità sociale
generata spesso dai progetti infrastrutturali rivela una distanza tra
i modi nei quali ciascuno concretamente usa e abita la città e il desiderio
collettivo per una città "migliore" e per una diffusa qualità dell'ambiente,
desiderio che in molti casi assume accenti retorici. Questa distanza
è forse la manifestazione di una contrapposizione irrisolta tra comportamenti
individuali del presente vissuto e il tempo più lento con il quale la
città riesce a farsi immagine condivisa di una collettività. Dunque,
il problema del progetto infrastrutturale oggi non è solo di carattere
tecnico-estetico, né solo una questione di coordinamento tra progetti
diversi, ma molto ha a che vedere con un più ampio processo di costruzione
di un consenso allargato attorno a progetti complessi che evidentemente
necessita di essere di volta in volta "costruito", trovato e inventato
entro prospettive di lungo periodo. |
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3.
CITTÀ DEL COMFORT E TECNICHE INFRASTRUTTURALI. Questa parte è dedicata
a indagare alcune tecniche infrastrutturali innovative: reti per l'energia
rinnovabile, sistemi telematici, sistemi di trasporto pubblico, gestione
della mobilità nei centri urbani. Oggetto di questo approfondimento
è l'infrastruttura come "sistema composito" di oggetti capace di definire
e trasformare la qualità e le prestazioni dell'ambiente quotidiano;
da questo punto di vista, ciò che sembra interessante osservare è il
rapporto e il peso reciproco tra differenti tecniche infrastrutturali
nella definizione dello spazio abitabile. Si intende in questo modo
andare alla radice del ruolo anticipatore e proiettivo del concetto
di infrastruttura: esso non è definibile in astratto ma solo in relazione
a tecniche che più di altre possono produrre dei cambiamenti nelle abitudini
quotidiane e dunque anche nei modi di usare la città. |
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4.
INFRASTRUTTURE E IDEE DI CITTÀ: dopo alcune esperienze e studi condotti
nel 2° dopoguerra (Team Ten, L. Kahn, Archigram, C. Buchanan, R. Venturi),
il rapporto tra infrastrutture e disegno urbano non è stato più oggetto
di una riflessione critica. Oggi i modi e i tempi d'uso dello spazio
urbano sono più articolati, si fanno strada nuove ipotesi tecniche,
nuovi sistemi di gestione del trasporto pubblico, mutati rapporti legano
individuo e collettività, ma al tempo stesso rimangono aperti alcuni
problemi relativi ai costi sociali dell'infrastruttura, al consumo di
suolo, allo spreco di energia, tra quelli più pressanti. Tutto ciò rende
forse necessario sottoporre a critica i modelli consolidati, in particolare
un eccessivo determinismo che lega i modelli insediativi ad ipotesi
e figure infrastrutturali predeterminate. Oggetto di discussione è dunque
il rapporto tra tecniche infrastrutturali e dispositivi spaziali; come
cioè la dimensione tecnica e performativa dell'infrastruttura diventa
all'interno del progetto fisico occasione di sperimentazione di scenari
urbani alternativi. Nicolò Privileggio mail@privileggio-secchi.com |
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Tutte
le immagini sono tratte da: C. Macchi Cassia, M. Orsini, N. Privileggio,
M. Secchi, X Milano, Hoepli, Milano 2003 (in corso di stampa).
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