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Sulla soglia dello schermo
Può l'architettura
rispondere a domande che emergono
nella progettazione dei mezzi di comunicazione e viceversa?
Può il dialogo tra queste discipline ispirare un rapporto
di integrazione? Abbiamo bisogno di nuove discipline
di progettazione? Possiamo progettare architetture
che raccontino storie, o media che creino spazi?
Bruno Felix, direttore VPRO Digitaal TV, Hilversum, 1998
Così come la televisione ha trasformato il modo di intendere l'informazione, così il
digitale sta in qualche modo modificando il mondo dell'architettura. Il nostro rapporto
con lo spazio fisico è sempre più mediato da sistemi tendenti a ridurre la distanza tra
progetto e realizzazione, e lo schermo è oggi il principale luogo di mediazione: ambiente
di elaborazione progettuale, finestra di visione sul mondo, soglia di accesso a fonti
informative ed a dimensioni architettoniche ulteriori. Attraverso lo schermo, col
progressivo sviluppo dei sistemi di comunicazione e di visualizzazione, architetture e
progetti possono mettere in gioco mezzi espressivi di grande efficacia e avviare un
processo di ampia comunicazione.
Il nuovo interesse per l'architettura in video ha origine in queste condizioni e trova
espressione, anche in ragione della facilità di accesso a tecnologie di visualizzazione
dinamica, in un complesso panorama di realizzazioni. Lo schermo è sempre più un valido
mezzo di comunicazione per forme progettuali e diventa un luogo di applicazione, di
ricerca e di sperimentazione. Naturalmente il rapporto tra architettura e immagine in
movimento esiste da molto tempo ed ha elaborato, sulla base di differenti tecnologie,
linguaggi e forme espressive. È ormai da un secolo che lo schermo cinematografico offre
al pubblico qualcosa di più di un'occasione di spettacolo. Attraverso lo schermo sono
passate e passano idee, modelli di comportamento, stili di vita, istruzioni per l'uso di
innumerevoli oggetti e, soprattutto, spazi
L'architettura ha imparato con una certa lentezza a raccogliere gli stimoli offerti dalla
visione dinamica del mondo fisico, ad interpretare le trasformazioni nella percezione
dello spazio e del tempo che il cinema e la televisione hanno prodotto nella vita
quotidiana. Se si analizzasse da questo punto di vista la produzione architettonica
dell'ultimo secolo probabilmente si rintraccerebbero segni di tale modificazione
occasionali e spesso modesti. È in qualche modo mancato un mezzo di espressione di
altrettanto larga diffusione e di pubblica fruibilità che corrispondesse a quegli stimoli
ed a quelle visioni. Lo stesso video d'architettura, pur essendo da tempo un importante
mezzo di documentazione e di analisi per lo spazio costruito e per la città, quasi mai è
diventato strumento di diretta comunicazione progettuale. Oggi l'architetto ha la
possibilità di "fare del cinema", di elaborare e comunicare progetti attraverso
quegli stessi mezzi e con i medesimi linguaggi capaci di descrivere e visualizzare al
pubblico la realtà fisica. Attraverso lo schermo siamo stati abituati a raccogliere
porzioni di realtà ma anche, allo stesso tempo, elementi di finzione e di simulazione. Ma
la simulazione è la quintessenza della progettualità. Per questo il video, oltre a
testimoniare qualità spaziali, se usato in chiave progettuale, può diventare un mezzo
formidabile per produrre nuove interpretazioni, quindi per sviluppare e diffondere nuove
immagini e nuove architetture.
Il Festival image|architettura in movimento insiste quindi sulla necessità di mostrare e
confrontare le diverse realizzazioni che testimoniano l'evoluzione dei sistemi di
comunicazione per l'architettura. Per questa ragione abbiamo scelto fin dalla scorsa
edizione di accogliere all'interno della manifestazione non solo produzioni
cinematografiche e televisive ma anche opere realizzate da architetti e da studenti. Il
programma di quest'anno si arricchisce di occasioni di incontro e di riflessione sulle
forme di sperimentazione e di didattica attraverso i sistemi digitali, di una sezione
dedicata ai video per le città italiane, di un'esposizione interattiva sull'architettura
nei media digitali.
Materiali diversi, linguaggi apparentemente eterogenei, punti di vista contrastanti. Sono
questi gli elementi che accompagnano sempre le fasi di sviluppo e di innovazione. Questo
Festival prova a misurare l'affascinante spazio che lo schermo può riservare
all'architettura in questo momento di cambiamento tecnologico.
Marco Brizzi
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