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Shohei Matsukawa, Fumio Matsumoto
Ginga
Giappone 1999
Il progetto “Ginga” (Global Information Network as Genomorphic
Architecture, Network informatico globale come architettura genomorfica)
propone una rappresentazione spaziale delle informazioni, nella quale le
relazioni metamorfiche nel ciberspazio sono percepibili sotto forma di
‘paesaggio informativo’. “Ginga” è un browser interattivo
tridimensionale che si basa su un’enorme raccolta di dati digitali. Le
risorse web sono riconfigurate in “Ginga” tramite codici del
ciberspazio e appaiono in uno dei seguenti nove Mondi principali: Nebula,
Anello, Network, Foresta, Strati, Testo, Immagine, Suono e Cimitero. Gli
utenti possono esplorare questi mondi tramite ‘avatar’ (incarnazioni),
personalizzate e controllate secondo le preferenze dell’utente. Ci si
aspetta che gli utenti sfruttino a fondo questi ‘sé multipli’ per
un’indagine approfondita e/o una ricerca estesa. È inoltre possibile
scambiare informazioni con gli ‘avatar’ di altri utenti e persino
invitarli nei propri archivi personali. “Ginga” non ha una forma
statica, può esistere ovunque dei ‘sé estesi’ siano in
comunicazione. Modello per utente singolo: il computer dell’utente deve
riconoscere il software per accedere al sistema “Ginga” e fare
ricerche nel suo vasto ‘paesaggio informativo’. L’interfaccia
individuale consiste di tre funzioni fondamentali: editor, ‘avatar’ e
archivi personali. Nel momento in cui si immette l’argomento della
ricerca nella finestra di dialogo, un numero di ‘avatar’ inizierà
simultaneamente a investigare nei Mondi di “Ginga”. L’editor
classificherà i risultati e salverà quanto richiesto negli archivi
personali. Modello per utenti multipli: la banca dati di “Ginga” è
una riserva elettronica che consente l’accesso a dati pubblicati
ufficialmente o informazioni inserite individualmente. Gli utenti possono
aprire i propri archivi personali di ‘meta-dati’ ad altri utenti come
estensione di “Ginga”. L’avatar di ogni utente è in grado di
portare informazioni personali e una lista degli archivi e
‘consegnarle’ agli ‘avatar’ degli altri utenti. Il limite
funzionale di “Ginga” può essere esteso a mano a mano che si accresce
la cooperazione tra utenti.
Shohei Matsukawa è architetto e co-fondatore dello Studio
000 di Tokyo. Dopo aver completato gli studi di architettura
all’Università di Scienze di Tokyo, ha collaborato con Fumio Matsumoto
nella maggior parte dei suoi lavori presentati a concorsi
d’architettura. Matsukawa ha fondato lo Studio 000 con il collega
Masayuki Kuramochin nel 1999. Entrambi sono stati direttori creativi della
mostra “Blurring Architecture" di Toyo Itoh al
Suermondt-Ludwig-Museum di Acquisgrana, in Germania. Hanno inoltre
collaborato con Riken Yamamoto alla sua installazione per la Biennale di
Venezia del 2000.
Fumio Matsumoto è architetto, dirige la Plannet Architectures di Tokyo.
Dopo aver conseguito la laurea in architettura all’Università Wasada,
Matsumoto ha lavorato per la Arata Isozaki & Soci per dieci anni, nel
corso dei quali ha acquisito esperienza pratica su progetti a livello
nazionale e internazionale. Dopo aver creato il proprio studio nel 1997,
ha preso parte a vari concorsi di architettura e design urbano, ottenendo
numerosi riconoscimenti. A partire dal 1999 ha rivolto il proprio
interesse all’architettura cibernetica, oltre che all’architettura
tradizionale. “Ginga” è il primo risultato del suo impegno in questo
campo: una creazione che si propone di creare un paesaggio visibile per le
informazioni di Internet, abitualmente invisibili. “Infotube”, il
lavoro successivo, è la ricostruzione nel ciberspazio del paesaggio
urbano reale, in forme e funzioni del tutto differenti. Matsumoto presiede
inoltre il Cyber Laboratory, nel quale operano esperti di altre aree del
sapere: oltre agli architetti, direttori di riviste d’architettura,
esperti di reti informatiche, programmatori di software tridimensionali,
studiosi dello spazio ad alte dimensioni. Il Cyber Laboratory studia il
ciberspazio in modo pratico e interdisciplinare. Attualmente l’interesse
di Matsumoto riguarda una definizione estesa d’architettura, nella quale
l’architettura cibernetica emerge nello spazio reale.
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