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Shohei Matsukawa, Fumio Matsumoto
Ginga
Giappone 1999, 3'18"
Il progetto “Ginga” (Global Information Network as Genomorphic Architecture, Network informatico globale come architettura genomorfica) propone una rappresentazione spaziale delle informazioni, nella quale le relazioni metamorfiche nel ciberspazio sono percepibili sotto forma di ‘paesaggio informativo’. “Ginga” è un browser interattivo tridimensionale che si basa su un’enorme raccolta di dati digitali. Le risorse web sono riconfigurate in “Ginga” tramite codici del ciberspazio e appaiono in uno dei seguenti nove Mondi principali: Nebula, Anello, Network, Foresta, Strati, Testo, Immagine, Suono e Cimitero. Gli utenti possono esplorare questi mondi tramite ‘avatar’ (incarnazioni), personalizzate e controllate secondo le preferenze dell’utente. Ci si aspetta che gli utenti sfruttino a fondo questi ‘sé multipli’ per un’indagine approfondita e/o una ricerca estesa. È inoltre possibile scambiare informazioni con gli ‘avatar’ di altri utenti e persino invitarli nei propri archivi personali. “Ginga” non ha una forma statica, può esistere ovunque dei ‘sé estesi’ siano in comunicazione. Modello per utente singolo: il computer dell’utente deve riconoscere il software per accedere al sistema “Ginga” e fare ricerche nel suo vasto ‘paesaggio informativo’. L’interfaccia individuale consiste di tre funzioni fondamentali: editor, ‘avatar’ e archivi personali. Nel momento in cui si immette l’argomento della ricerca nella finestra di dialogo, un numero di ‘avatar’ inizierà simultaneamente a investigare nei Mondi di “Ginga”. L’editor classificherà i risultati e salverà quanto richiesto negli archivi personali. Modello per utenti multipli: la banca dati di “Ginga” è una riserva elettronica che consente l’accesso a dati pubblicati ufficialmente o informazioni inserite individualmente. Gli utenti possono aprire i propri archivi personali di ‘meta-dati’ ad altri utenti come estensione di “Ginga”. L’avatar di ogni utente è in grado di portare informazioni personali e una lista degli archivi e ‘consegnarle’ agli ‘avatar’ degli altri utenti. Il limite funzionale di “Ginga” può essere esteso a mano a mano che si accresce la cooperazione tra utenti.
Shohei Matsukawa è architetto e co-fondatore dello Studio 000 di Tokyo. Dopo aver completato gli studi di architettura all’Università di Scienze di Tokyo, ha collaborato con Fumio Matsumoto nella maggior parte dei suoi lavori presentati a concorsi d’architettura. Matsukawa ha fondato lo Studio 000 con il collega Masayuki Kuramochin nel 1999. Entrambi sono stati direttori creativi della mostra “Blurring Architecture" di Toyo Itoh al Suermondt-Ludwig-Museum di Acquisgrana, in Germania. Hanno inoltre collaborato con Riken Yamamoto alla sua installazione per la Biennale di Venezia del 2000.
Fumio Matsumoto è architetto, dirige la Plannet Architectures di Tokyo. Dopo aver conseguito la laurea in architettura all’Università Wasada, Matsumoto ha lavorato per la Arata Isozaki & Soci per dieci anni, nel corso dei quali ha acquisito esperienza pratica su progetti a livello nazionale e internazionale. Dopo aver creato il proprio studio nel 1997, ha preso parte a vari concorsi di architettura e design urbano, ottenendo numerosi riconoscimenti. A partire dal 1999 ha rivolto il proprio interesse all’architettura cibernetica, oltre che all’architettura tradizionale. “Ginga” è il primo risultato del suo impegno in questo campo: una creazione che si propone di creare un paesaggio visibile per le informazioni di Internet, abitualmente invisibili. “Infotube”, il lavoro successivo, è la ricostruzione nel ciberspazio del paesaggio urbano reale, in forme e funzioni del tutto differenti. Matsumoto presiede inoltre il Cyber Laboratory, nel quale operano esperti di altre aree del sapere: oltre agli architetti, direttori di riviste d’architettura, esperti di reti informatiche, programmatori di software tridimensionali, studiosi dello spazio ad alte dimensioni. Il Cyber Laboratory studia il ciberspazio in modo pratico e interdisciplinare. Attualmente l’interesse di Matsumoto riguarda una definizione estesa d’architettura, nella quale l’architettura cibernetica emerge nello spazio reale.
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