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UdA - Ufficio di Architettura (Walter Camagna, Massimiliano Camoletto, Andrea Marcante)
La città del terzo millennio
Italia 2000, 2’41”
La condizione metropolitana è una qualità intrinseca degli esseri umani. Si è estesa nel tempo e nello spazio tramite fenomeni di relazione sempre più estremi. Si è plasmata seguendo il modello della rete e il labirinto della conoscenza. È uno luogo unico che si crea là dove la materia e l'informazione fluiscono simultaneamente, là dove lo spazio si ritira nelle proprie dimensioni, resistendo allo scorrere del tempo. La condizione metropolitana ha sempre introdotto in natura il modello di un referente culturale dominante. Oggi questo modello è pervenuto al più alto livello di soluzione satura mai raggiunto prima. L'essenza della metropoli contemporanea risiede nella saturazione di una cultura preminente ma non più predominante. Esclude rapporti conflittuali innescati dall'occupazione del territorio. Racchiude in se stessa la capacità di assorbire e le opportunità per cogliere le differenze. La mobilità e la comunicazione globale hanno accresciuto il metabolismo urbano che consuma spazio e tempo, risorse mentali e materiali. Gli elementi si aggrovigliano l'un l'altro e si mischiano sempre più spesso fino a formare un presente continuo e generico. Un presente iperconnesso, un gioco di riprese usuali e planetarie. Ora è necessario più spazio per distinguere una cosa dall'altra, una disconnessione, un'interruzione materiale e mentale, un vuoto da non riempire. Il vuoto allude inoltre a ciò che non è immediatamente visibile, a ciò che non appare in superficie e alla distanza tra il dentro e il fuori. Un'architettura più permeabile e una città più trasparente possono accorciare tale distanza, possono fermare il flusso in maniera da avere tempo per riflettere. Un vuoto. Una superficie da cui riesce a emergere lo sfondo. La distanza utile per avere un punto di vista indipendente e critico. Il rallentamento necessario per distinguere il panorama. Nella città del terzo millennio è possibile individuare un'essenza diversa nel vuoto.
UdA Ufficio di Architettura viene fondato nel 1992 a Torino da Walter Camagna, Massimiliano Camoletto, Andrea Marcante e conta oggi un vasto numero di collaboratori tra designer, grafici ed ingegneri tra cui l'architetto Giorgio Domenino e l'architetto Maria Beatrice Picco. L'attività dello studio si estende dal campo dell'architettura d'interni e della progettazione di spazi espositivi all'architettura pubblica e privata, al restauro e alla riqualificazione degli spazi urbani. Dopo lunga collaborazione nel 1998 UdA apre una seconda sede a Milano con lo studio Dall'Acqua Design. Lo studio unisce all'attività professionale l'approfondimento della ricerca architettonica con la partecipazione a numerosi concorsi. Progetti e realizzazioni dello studio UdA sono stati esposti in varie mostre di architettura e pubblicati su riviste di eco internazionale.
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