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Takehiko Nagakura
The Drive-in House (1968) - adopted from the project of Michael Webb
Massachusetts Institute of Technology
USA 1999, 2’12”
Negli anni Sessanta Michael Webb, giovane architetto britannico, ha esplorato il futuro degli spazi abitativi. Il suo progetto “The Drive-in House” prevedeva l’integrazione tra abitazione e mezzo di trasporto. Questo filmato tenta di illustrare la meccanica della trasformazione, il senso della velocità e la natura esperienziale della sua macchina. Secondo la descrizione originale di Webb, il sistema consiste in veicoli specificamente progettati che si spostano su rotaie e in strutture abitative a più piani dotate di gru meccaniche. Quando un veicolo si avvicina a un edificio, una gru lo cattura, lo solleva lungo la facciata dell’edificio e infine lo inserisce in un appartamento. L’intero processo si svolge mentre il conducente è all’interno del veicolo. Per rappresentare accuratamente il processo di trasformazione meccanica, nella realizzazione del video sono state usate tecniche di cinematica invertita per computare le posizioni dei componenti della trasformazione, interconnessi da perni, rulli e pistoni. Per comprendere simultaneamente l’eleganza dei movimenti meccanici e l’esperienza del conducente, sono state collocate varie telecamere sia all’interno sia all’esterno del veicolo, in modo da offrire variazioni del punto di vista.
Takehiko Nagakura è un architetto di Tokyo. Al MIT insegna corsi relativi al design assistito dal computer, le sue ricerche si concentrano sulla rappresentazione e l’elaborazione elettronica dello spazio architettonico e sulla conoscenza formale del design. Nel 1996 ha fondato il gruppo Architecture, Representation and Computation (ARC), di cui è direttore. Il suo edificio recentemente completato, il Gushikawa Orchid Center a Okinawa, in Giappone, ha ottenuto il SD Review Award (1998) e il Nikkei Kyushyu District New Office Award (1999). È alla guida del progetto Unbuilt Monuments, nel quale il suo gruppo sviluppa tramite la computer graphics visualizzazioni di opere architettoniche significative ma irrealizzate risalenti al primo periodo moderno, quali il Danteum (Terragni e Lingeri, 1938) e i Monumenti per la Terza Internazionale (Tatlin, 1919). Le recenti produzioni video del gruppo sono state proiettate a Tokyo, Osaka, Orlando, Los Angeles, San Francisco, Charlottesville, Parigi, Milano e Firenze nel corso di festival cinematografici e conferenze di computer graphics quali i SIGGRAPH Animation Theaters del 1998 e 1999. Per la produzione del video sul Palazzo dei Soviet di Le Corbusier (in collaborazione con Shinsuke Baba), il gruppo ha ottenuto il Terzo premio del Prix Pixel-INA Science Division alla 19° edizione di Imagina a Monaco. Ispirato dall’apparato prospettico documentato da Albrecht Durer nel 1525, Takehiko Nagakura ha inventato DIGITARAMA, un proiettore spazio-forma basato sul computer, sviluppato per il Virtual Architecture Show organizzato dal Tokyo University Digital Museum nel giugno 1997. La tesi di dottorato di Nagakura (1996) all’Università di Harvard ha proposto un paradigma computabile per la rappresentazione delle forme e delle trasformazioni architettoniche. Prima di arrivare al MIT nel 1993, Nagakura ha lavorato per Fumihiko Maki a Tokyo, ed è stato assistente alla Graduate School of Design dell’Università di Harvard. Si è laureato in Ingegneria Edile all’Università di Tokyo nel 1985, ha conseguito il Master in Architettura all’Università di Harvard nel 1987, il Master in Ingegneria Edile all’Università di Tokyo nel 1988, e completato il dottorato a Harvard nel 1996. Nel 1985 ha ottenuto la prestigiosa borsa di studio Ishizaka Memorial Foundation dalla Japanese Federation of Economic Institutions. Nel 1999 ha ricevuto il Japan Information Culture Society Grand Prize.
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