|
||||||
![]() |
||||||
![]() |
image | attività | contacts | links | english | |||||
6.
festival internazionale di architettura in video |
||||||
presentazione
programma - date - autori - eventi partners credits edizioni precedenti mailto |
Le scenografie urbane e architettoniche da teleschermo, all'interno degli spot televisivi, determinano la costruzione di una città mentale, utopica, virtuale; una città universale che attinge ad un immaginario collettivo allargato, transnazionale che, con un’operazione da ready made, ricontestualizza elementi dalla realtà caricandoli di un nuovo significato. Una sorta di pubbli-città nella quale il ruolo delle immagini di architettura è sostanzialmente quello di contributo alla messa in scena di un prodotto o di una marca.
L'esperienza urbana è sostituita da una sua rappresentazione ipperreale. La città diventa uno sfondo costruito sostanzialmente su topoi consolidati e archetipi conosciuti ai quali associare o contrapporre il prodotto. Grattacieli, viadotti, superstrade, ponti, aree dismesse sono stereotipi che inducono a un'associazione tra una narrazione (talvolta di un'utopia, talvolta di un luogo da cui fuggire) e il prodotto. Da una parte una città pulita, silenziosa e luminosa ci proietta idealmente in una dimensione futuribile, miracolosamente priva di traffico, di smog e di rumore; un’immagine che è uno stimolo al vivere metropolitano, un inno al villaggio globale, alla concentrazione urbana, al viaggio continuo. Dall'altra contraddizioni e disagi, frenesia e stress ci mostrano un luogo da cui scappare alla ricerca di libertà, di individualità potenziata, di mille possibilità, di infinite scelte. Con questa estetica e questa mitologia, che entra nelle case di tutti, senza distinzioni, gli architetti si devono confrontare, perché su di essa si forma la visione comune di architettura e di città contemporanea. Anomalo che i mutamenti si recepiscano osservando la produzione pubblicitaria, ma essa è, più di ogni altra forma di comunicazione, attenta alle necessità dell’oggi e capace di rappresentare, confezionare e anticipare necessità future. Paola Giaconia, Francesca Pagnoncelli |
|||||
site
hosted by ARCH'IT rivista digitale di architettura ![]() www.architettura.it |
||||||