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GREGOIRE+PETETIN. Timezone

Laura Puliti



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TimeZone è uno studio di ricerca architettonica fondato nel 1996 da Claire Petetin e Philippe Gregoire; nato con l’obiettivo di creare comunità virtuali tridimensionali, destinate a vivere in rete ma interconnesse a territori reali, con i quali si crea un interessante rapporto di scambio.

La riflessione avviata da Claire Petetin e Philippe Gregoire parte dalla consapevolezza del profondo legame esistente tra architettura, urbanistica e problemi sociali e dal tentativo di approfondire nuove modalità progettuali. L’idea di TimeZone è quella di usare le tecnologie tridimensionali e la Rete per aiutare territori situati in zone critiche: quartieri abitati che presentano gravi difficoltà sociali ed economiche intrinseche e che sono oggetto di programmi di ristrutturazione sociale e urbana.



L’obiettivo è perseguito tramite il coinvolgimento dei cittadini dei quartieri disagiati nella composizione di un quadro reale del territorio, del loro luogo di vita, della loro relazione sociale alla città.

[19jun2001]

TimeZone propone una “riabilitazione virtuale” di architetture obsolete o private del loro ruolo originario, tramite una ridefinizione dei limiti del territorio esistente con lo scopo di costituire un nuovo spazio, del quale l’utente è il protagonista e il creatore.

L’esperimento vede la sua fase iniziale nella costruzione del modello virtuale (VRML) del quartiere in studio. La sua messa online permette agli abitanti di accedervi e visitarlo attraverso i rispettivi avatars, quasi come in un videogioco. Alcuni abitanti del quartiere svolgono il ruolo di “Guida”: i loro avatars sono disponibili per condurre l’utente esterno lungo vari percorsi da loro personalizzati alla scoperta del quartiere: i diversi percorsi sono quindi influenzati e arricchiti dal vissuto personale della “guida”.




Gli utenti, sia futuri abitanti che non, che visitano il modello virtuale possono fornire il loro apporto al progetto con idee, impressioni e suggerimenti che vengono raccolti dagli architetti e utilizzati in seguito nella fase progettuale.

Strumento principale dell’esperimento su territorio reale è il Cyberlabo, un microlaboratorio mobile destinato ad accogliere gli abitanti permettendo loro l’interazione con il territorio virtuale. Il Cyberlabo viene innestato su ogni territorio in trasformazione per la durata di un anno, dopodichè esso lascia il posto alla creazione di uno spazio multimediale integrato nel cuore dell’abitato.

Strumenti virtuali essenziali del progetto sono: “Avatars” rappresentazioni virtuali dell’utente che permettono l’interazione con l’ambiente tridimensionale creato e “Le Forum en ligne”, luogo di dialogo nel cyberspazio dedicato alla discussione delle teorie riguardanti la riabilitazione urbana in questione.



Tra i progetti presentati:










Courtillères, quartiere situato nel comune di Pantin, nella periferia di Parigi. Il quartiere, è un insieme di 791 alloggi realizzato nel 1958 dall’architetto Emile Aillaud, e si sviluppa su una lineare curva attorno ad un parco; l’insieme beneficia di tutte le attrezzature pubbliche indispensabili ma soffre per lo stato degradato delle costruzioni e per l’isolamento dal vicino comune. Gli abitanti del quartiere sono, per la maggior parte, in situazione economica difficile, la popolazione è per la maggior parte composta da giovani di origine immigrata e la percentuale di disoccupazione è elevata. Una prima sperimentazione del progetto STZT si è svolta dal 15 al 24 marzo 2000, nella Maison du Quartier. Questo primo atelier organizzato nel quadro di un festival locale ha permesso agli abitanti di interagire con il territorio ricostruito virtualmente e di incorporare gli elementi secondo loro essenziali del vissuto quotidiano.

Ashiya riguarda l’omonima isola situata a sud-est di Kobé, un terreno di 15 ha che avrebbe dovuto essere destinato a lussuose infrastrutture, prima del terremoto del 1995 e la crisi asiatica del 1997. Il terreno ospita attualmente diversi edifici residenziali ed è collegato alla città vicina da un unico ponte: soffre quindi di un isolamento dovuto a cause naturali con forti implicazioni sociali. L’ambiente virtuale è stato realizzato e l’installazione in loco è in corso.

Chennevières: situato nella Val d’Oise a ovest di Parigi, nella comunità di Saint-Ouen-l’Aumône, l’insieme di alloggi Chennevières è circondato dall’autostrada A15 e dal quartiere a padiglioni Beaux-Vents, alla periferia della città. Vasto insieme alto ben diciotto piani, è composto da edifici che si sviluppano ortogonalmente rispetto ad un centro commerciale adibito a “Maison de Quartier”; delle scuole permettono all’insieme una relativa autonomia, ma i primi luoghi di commercio si trovano nel centro della città. L’insieme è degradato ed è in corso di riabilitazione parziale. Un centinaio di alloggi sono vuoti, il che testimonia il profondo malessere dei residenti. Forte percentuale di disoccupazione, grande maggioranza di giovani, numerosi immigrati, il contesto sociale è quello delle popolazioni in situazione fragile. La prima fase del progetto è realizzata: l’ambiente virtuale della città di Chennevières è stato creato ed è in attesa dell’installazione sul sito per procedere alla fase successiva.



Il lavoro di Claire Petetin e Philippe Gregoire utilizza lo spazio virtuale per la progettazione del reale ma non si limita ad una semplice renderizzazione. La ricostruzione dello spazio reale è solo l’indispensabile premessa che permette di portare la progettazione ai cittadini stessi, aprendola non solo a dati tecnici ma anche a recepire emozioni, ricordi, sensazioni. Da questa operazione, risulta uno spazio virtuale ricco di un apporto umano “intimo” e carico di significati.

Laura Puliti
litilau@dada.it
"…l’acte d’urbanité: introduction dans l’actualité vive des paramètres de mon individualité
je suis à l’interface de situations d’espaces réels en retroussements dans le déroulement de leurs dupliquants virtuels".

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