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22 aprile 2010 L'immobilità sostanziale racconta la presenza fisica dell'architettura. Ci ricorda una volta ancora la materialità e la sostanza che l'architettura, in ultima analisi, richiede. Il saggio di Rafael Moneo, pubblicato originariamente sul bollettino "CIRCO" nel 1995. "Sono d'accordo con quelli che dicono che l'architettura è un prodotto della mente -scrive Moneo nel saggio ripubblicato, con traduzione e un commento di Raffaella Sacchetti, in ARCH'IT Clippings- e che come tale può essere pensata, rappresentata, descritta. Sono anche disposto ad ammettere l'uso metaforico che si fa continuamente della parola architettura e, comunque, secondo me l'architettura trascende il suo effettivo scopo e raggiunge il suo vero status quando si realizza, quando acquisisce il suo essere in quanto oggetto, quando si converte nella materialità del costruito e prende la forma di edificio. L'architettura è materialmente intrappolata nella costruzione e raggiunge la sua autentica consistenza grazie all'uso di un linguaggio che fissa il suo essere in ciò che Borchers ha chiamato immobilità sostanziale." 18 aprile 2010 "Non so se riuscirai a dedicare un ritaglio del tuo tempo alla visita della casetta dei genitori di Le Corbusier a Vevey. Suppongo di sì..." Fermo scrive a Lucia una nuova lettera: Autori senza parole. "So che sei diligente e che ti vergogneresti di confessare di essere stata sul lago Lemano senza visitare la petite maison... trascurerai invece, suppongo, un'altra casa, che si trova a non molti chilometri da lì, affacciata sul lago, di Zurigo, a Bolingen. Se l'è costruita nientemeno che Carl Gustav Jung nel corso di tutta la sua vita e, infine, ci è morto. Se guardi le sue foto nel corso degli anni, dal 1923 al 1955, ti accorgerai che essa, progressivamente, si avvicina all'acqua e l'ultima stanza costruita, quella in cui Jung volle morire, vi si bagna. Man mano che la morte si avvicinava Jung si accostava al lago. Lo trascurerai, comunque, perché essa non rientra, mi pare, negli itinerari prescritti a un giovane architetto il cui tempo è, lo so benissimo, prezioso...". 14 aprile 2010 The Chinese Box. La ricerca condotta di Map Office, fondato nel 1996 a Hong Kong da Laurent Gutierrez e Valerie Portefaix, in mostra a Roma con allestimento di IaN+. "Un viaggio attraverso fotografie, grafici, fumetti, video e oggetti. Un'attenta lettura delle anomalie spazio-temporali e delle modalità con cui gli uomini vivono e si appropriano del territorio, rivoluzionando e modificandone gli equilibri. Per la prima volta a Roma, l'indagine urbanistico-antropologica dei Map Office si inserisce nell'allestimento realizzato per l'occasione dallo studio di architettura romano IaN+ (Carmelo Baglivo, Luca Galofaro e Stefania Manna), che da anni condivide con il gruppo di artisti francesi idee e visioni". La mostra -a cura di Emilia Giorgi e Anne Palopoli, promossa dalla Fondazione Volume!- è ospitata da Officine Farneto (via dei Monti della Farnesina 77) dal 16 aprile al 7 maggio 2010 e introdotta da una conferenza (mercoledì 14 aprile 2010 alle ore 19) presso il Goethe-Institut Italien di Roma. Maggiori informazioni in ARCH'IT Mostre. 13 aprile 2010 Il territorio russo, con le sue grandi distanze, è riportato in città. Mosca è una città di villaggi, di isole alla deriva, chiuse e introverse, che convivono fianco a fianco per coagularsi improvvisamente in fiere temporanee. Dopo Mosca: una lettura di Pietro Valle in ARCH'IT Artland. "Isolati-giardini grandi come città si susseguono senza ordine. Le strade allineano collezioni di oggetti tenuti insieme da un perimetro, non da un tessuto edilizio. I quartieri seguono la logica del Cremlino, la fortezza murata che racchiude al suo interno una collezione di edifici-oggetti. I palazzi neoclassici sono basse ville sparse nel verde. Lo sviluppo tardo-ottocentesco è opulento ma non fa sistema, ogni edificio tende a riassumere in sé la città piuttosto che accorgersi di essa. Gli edifici dell'avanguardia Costruttivista, i pochi sopravvissuti, perseguono l'autonomia come credo sociale..." |
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