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24 maggio 2010 Il nuovo progetto nel piccolo paese di Treppo Carnico appare come assoluto e al tempo stesso invisibile: più determinante per ciò che crea rispetto a ciò che è in sé. Kester Rattenbury presenta la piazza realizzata da Carlini & Valle. "Dunque quello che avrebbe potuto essere un semplice nulla funzionale -con le sue premesse puramente infrastrutturali- o un palese esercizio di intenzionalità architettonica -con i piani obliqui che si ripiegano e i rimandi metaforici alle valli- diviene invece un progetto estremamente generoso, dove una situazione inizialmente poco promettente è trasformata in uno splendido spazio pubblico attraverso l'immaginazione e attenzione progettuale." In ARCH'IT Architetture. 8 maggio 2010 Una griglia astratta all'interno della quale prende vita la città cinese, archetipo della metropoli contemporanea. La mostra di Map Office, The Chinese Box allestita da IaN+ alle Officine Farneto a Roma. Una nota di Anne Palopoli racconta come "nella visione di chi guarda entreranno in relazione costante questi tre percorsi: quello di Map Office, quello dell'allestimento di IaN+ e quello dello spazio di Del Debbio. Così l'intreccio non può che proporre continui e differenti livelli di lettura. E il visitatore è chiamato a crearsi un suo proprio percorso, un itinerario personale, appropriandosi degli elementi che ritiene più significativi e tralasciando gli altri...". In ARCH'IT Files. 7 maggio 2010 The orientation of work worldwide has the potential to match very specific local elements with a huge global knowledge. Silvio Carta ha intervistato Tobias Wallisser di LAVA (Laboratory for Visionary Architecture). "The directors of LAVA, Chris Bosse, Tobias Wallisser and Alexander Rieck have, in a way, a fairly conventional professional background: they graduated from university, practiced in an office and became more experienced over time. Their names appear in more than their fair share of some of the most well-respected architecture firms worldwide. [...] After attaining a certain professional level, some architects opt to dedicate themselves to the projects of one particular office and to rise to a position of responsibility, perhaps becoming a partner. Others choose to quit working for an established firm to start their own practice. LAVA's founding members chose the latter route. But once set up, LAVA's methods began to feature such innovation -scrive Silvio Carta in ARCH'IT Files- that they could be considered as a new approach to a worldwide design process..." |
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