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ARCHIVIO AGOSTO 2010

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16 agosto 2010

"L'uomo deve fare i conti con l'universo delle macchine perché si tratta di un universo irreversibile e in questo universo vi sono margini di libertà prima sconosciuti o semplicemente, diciamo noi, differenti." Nato come riflessione a margine dello smart urban stage, l'iniziativa dedicata all'esplorazione di una nuova dimensione urbana eco-sostenibile, dinamica, creativa, recentemente allestito all'Auditorium Parco della Musica di Roma, il saggio di Daniele Vazquez pubblicato in ARCH'IT Files solleva una riflessione su Lo spazio urbano e la tecnica. "Un'intera società che passa in una decina o ventina di anni alla mobilità elettrica non solo ci risparmierà la sciocchezza di andare a sbattere contro i limiti di quella fondata sul petrolio, ma porrà l'attenzione come mai prima sui modi in cui approvvigionarsi dell'elettricità. Nuova epoca, nuove contraddizioni."

 

10 agosto 2010

Un macrotesto della simultaneità. Nel progetto dell'Escuelas Nacionales de Arte dell'Avana, le energie rivoluzionarie ondeggiano così come il pensiero architettonico tra la scala locale e quella globale. Sara Marini commenta il volume di Esther Giani Il riscatto del progetto. Vittorino Garatti e l'Ena dell'Avana (Officina, 2007) dedicato al sogno castrista che avrebbe dovuto accogliere 30.000 studenti-artisti di cui 3.000 borsisti provenienti dal Terzo Mondo, dall'Africa, dall'Asia e dall'America Latina: una scuola capitale del sogno di riscatto globale, un riscatto costruito attraverso la cultura. "Il percorso del progetto e la sua realizzazione sono esplosi -scrive Sara Marini in ARCH'IT Books- come riflessi in uno specchio rotto, per riportare tutte le contraddizioni che nella progressione temporale si sono accumulate. E poi: "in Giani c'è il desiderio di cogliere l'occasione di lettura dell'Ena per riflettere sul progetto, per scomporlo in errori e buoni propositi, questioni architettoniche e ideologie, contesto e contempo; con la volontà di offrire la ricomposizione di questi indizi per svelare una direzione per un nuovo senso di pro-getto nella contemporaneità..."

 

8 agosto 2010

"Se l'opera d'arte è autobiografica lo è anche la lettura della realtà." Luka Skansi sul film Ornamento e delitto, realizzato da Aldo Rossi, Gianni Braghieri, Franco Raggi nel 1973: un "documento vitale per rileggere uno dei capitoli chiave della carriera di Rossi.". "Ciò che è per così dire 'nuovo' -scrive Luka Skansi nel testo redatto per il volume La lezione di Aldo Rossi (a cura di Annalisa Trentin, Bononia University Press, 2008) e ripubblicato in ARCH'IT Movies- è l'accostamento dei frammenti letterari alle esperienze visive e intellettuali più specificatamente biografiche di Rossi, che costruiscono alcune delle tesi fondative della sua teoria dell'architettura, che formula negli scritti tra il 1954 e il 1973. [...] Bolognini, Visconti e Fellini sono del tutto strategici per comprendere in questo film l'istanza di realismo. Tutti e tre i registi sono testimoni del passaggio del cinema italiano dal neorealismo ad una lettura rigorosamente personale e biografica della realtà."

 

5 agosto 2010

"Sarà bene dirlo subito e con franchezza: detesto Palermo. È un'antipatia di vecchia data -scrive Ugo Rosa in ARCH'IT Lanterna Magica- che ho coltivato con diligenza fin dal primo anno di università e che, con il tempo, si è imbrunita acquistando una patina bronzea che, sinceramente, mi dispiacerebbe molto scalfire. Ho un'età in cui le antipatie vanno coltivate con affetto, visto che invecchiando si tende a scivolare nelle fauci odiose di quel leviatano che viene giornalisticamente definito 'ceto medio riflessivo' il quale, accarezzando le mezze tinte e limando indignazioni e antipatie, fagocita intelligenza e caca conformismo. Oggi non detesto solamente l'ottusa, oleosa, opacità attuale di questa città, che ingoia qualsiasi lucentezza ne venga a contatto, ma ne trovo disprezzabile anche il ricordo." Palermo. Un paio di progetti che, in fondo, scrive Ugo Rosa con Palermo felicissima, "non fanno altro che attestare il destino di una città e, silenziosamente, riproporne il carattere fatuo e dozzinale con un lezioso travestimento alla moda."

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