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Parole Chiave

Paesaggio



Paesaggio è più di una parola chiave: sembra essere diventata la parola passe-partout di questo inizio di millennio, applicabile a ogni operazione di trasformazione ambientale. Un successo che rischia di ridurla tuttavia a parola "chiavica", collettore di significati sempre più vasti e contraddittori. Il concetto di paesaggio funziona infatti su molteplici piani. Anzitutto solletica i diffusi desideri antiurbani, sovrapponendosi senza difficoltà alle tematiche ecologiste (tra i vari libri sull'argomento: John Benson, Landscape and Sustainability, Spon, 2001; Ian Thompson, Ecology, Community and Delight. An Inquiry into Values in Landscape Architecture, Spon, 2000). Ma si applica facilmente anche a questioni e contesti diversi, siano essi gli Industrial Landscapes fotografati da Bernd e Hilla Becher (MIT Press, 2002), gli spazi urbani descritti nel famoso Townscape di Gordon Cullen (Architectural Press, 1961) o l'insieme degli approcci progettuali di una certa area geografica (Japan Towards Totalscape. Contemporary Japanese Architecture, Urban Design and Landscape, a cura di Moriko Kira e Mariko Terada, NAi Publishers, 2001): una tendenza generalizzante che si riflette in fenomeni contemporanei come il crossover professionale di Petra Blaisse (Petra Blaisse Inside Outside. Interior and Landscape Architecture, a cura di Kayoko Ota, NAi Publishers, 2006) o nella più recente rivista di settore, significativamente denominata solo "'Scape" (Birkhäuser, 2006-). La nozione di paesaggio permette inoltre a ciascuno di proiettarvi le ideologie più differenti, orientate alla tutela dell'esistente (Bryn Green, Threatened Landscapes, Spon, 2001) o proiettate viceversa alla ricerca del nuovo (Jane Amidon, Radical Landscapes: Reinventing Outdoor Space, Thames & Hudson, 2001).

[25 agosto 2008]

             
 
 
 
 
 
Benson, Landscape and Sustainability, 2001
 
Thompson, Ecology, Community and Delight, 2000
 
Bernd e Becher, Industrial Landscapes, 2003
 
             
 
 
 
 
 
Cullen, Townscape, 1961
 
Kira e Terada, Japan Towards Totalscape, 2001
 
Ota, Petra Blaisse Inside Outside, 2006
 
             
 
 
 
 
 
"Scape"
 
Green, Threatened Landscapes, 2001
 
Amidon, Radical Landscapes, 2001
 
             
L'intrinseca ambiguità della questione paesaggistica emerge peraltro fin dagli inizi della riflessione teorica sull'argomento. Già Humboldt (Kosmos. Entwurf einer physischen Weltbeschreibung, Cotta, 1845) aveva sottolineato, ad esempio, l'ambivalente capacità del termine di definire insieme l'oggetto e le sue rappresentazioni, una condizione ripercorsa tra gli altri da Augustin Berque, in Les raisons du paysage, Hazan, 1995, e da Alain Roger, nel Court traité du paysage, Gallimard, 1997. La derivazione della parola da un genere pittorico -per le lingue romanze- o da una attitudine dello sguardo -per quelle germaniche e anglosassoni- parla tuttavia di una forte prevalenza della componente soggettiva e delle sue intersezioni con la storia e la cultura (Berque sostiene che solo poche civiltà -l'Europa dopo il Rinascimento, la Cina...- possono dirsi propriamente paesaggistiche). Ne consegue che i paesaggi sono tanti quante sono le modalità di percezione-proiezione che di volta in volta vengono messe in azione, dando luogo a inevitabli frizioni interpretative (vedi Landscape Interfaces. Cultural Heritage in Changing Landscapes, a cura di Hannes Palang e Gary Fry, Springer, 2003; sulla dialettica oggetto/soggetto nel paesaggio è illuminante Franco Farinelli, Geografia. Un'introduzione ai modelli del mondo, Einaudi, 2003).
             
 
 
 
 
 
Humboldt, Kosmos, 1845
 
Roger, Court traité du paysage, 1997
 
Palang e Fry, Landscape Interfaces, 2003
 
             
 
         
 
Farinelli, Geografia. Un'introduzione ai modelli del mondo, 2003
         
             
Di fronte alla pretesa oggettività del territorio (parola in cui -nota Farinelli- terra e terrore si sovrappongono a formare una geografia del potere), il paesaggio propone dunque punti di vista individualmente orientati. Se il secondo proviene direttamente dalla veduta (con tutto quel che ne consegue sul piano dell'illusione, anche e soprattutto come tema di progetto: Sara Maitland, Peter Matthews, Gardens of Illusion, Cassell, 2000), al primo si associa l'imparzialità della mappa (sulle tensioni tra questi due modi di rappresentazione vedi ancora Farinelli, oltre al classico di Ernst Hans Gombrich, Mirror and Map. Theories of Pictorial Representation, in "Philosophical Transactions of the Royal Society of London", n. 903, 1975). Uno schema che la natura cumulativa del circuito percezione-conoscenza sta tuttavia mettendo rapidamente in crisi. I metodi di lettura resi oggi disponibili dal progresso tecnologico (vedi John B. Adams, Alan R. Gillespie, Remote Sensing of Landscapes with Spectral Images. A Physical Modeling Approach, Cambridge University Press, 2006) vengono subito metabolizzati dalla riflessione artistica come generatori di nuove visioni. Maya Lin, autrice del famoso Vietnam memorial a Washington, usa sonar, computer, foto satellitari e altri strumenti automatici per i suoi recentissimi Systematic Landscapes (catalogo di Richard Andrew e John Beardsley, Yale University Press, 2006), confermando la convergenza tra gli approcci prettamente visuali e le tecniche di mappatura che ha segnato gli ultimi cinquant'anni della riflessione paesaggistica.
             
 
 
 
 
 
Matthews, Gardens of Illusion, 2000
 
Adams e Gillespie, Remote Sensing of Landscapes with Spectral Images, 2006
 
Andrew e Beardsley, Systematic Landscapes, 2006
 
             
Convergenza che si accompagna, secondo Edward S. Casey (Earth-Mapping. Artists Reshaping Landscape, University of Minnesota Press, 2005), alla drammatica estensione dell'operatività artistica contemporanea dalla mera rappresentazione alla modificazione diretta dell'ambiente (vedi ad esempio Jeffrey Kastner e Brian Wallis, Land and Environmental Art, Phaidon, 1998). La sequenza che vedeva lo sguardo dell'artista riconoscere in un luogo qualità estetiche che l'architetto proiettava poi nel progetto di trasformazione si è quindi, di fatto, interrotta. Arte e architettura ora competono sui medesimi terreni, scambiandosi tecniche, strumenti e strategie, tanto da fare del paesaggio il tema dove entrambi gli approcci stanno producendo le sperimentazioni più radicali e interessanti (Luca Galofaro, Artscapes. Art as an approach to contemporary landscape, Gili, 2005; Alessandro Rocca, Architettura naturale, 22 publishing, 2006). Paradossalmente, la destituzione del paradigma estetico operata da Duchamp all'inizio del Novecento (vedi Bello?) ha trovato le sue più radicali applicazioni progettuali proprio nel più visuale degli approcci di modificazione ambientale: i montaggi di Superstudio (1966-73) scardinano l'ambigua connessione tra sublime, grazioso e pittoresco descritta da Rosario Assunto (Il paesaggio e l'estetica, Giannini, 1973), mentre nello snodo cruciale del concorso per il parco della Villette (1982) emerge l'opzione diagrammatica che contraddistinguerà la successiva stagione del progetto di avanguardia a tutte le scale.
             
 
 
 
 
 
Casey, Earth-Mapping. Artists Reshaping Landscape, 2005
 
Kastner e Wallis, Land and Environmental Art, 1998
 
Galofaro, Artscapes. Art as an approach to contemporary landscape, 2005
 
             
 
 
     
 
Rocca, Architettura naturale, 2006
 
Assunto, Il paesaggio e l'estetica, 1973
     
             
Il conseguente calo di interesse verso il controllo degli assetti morfologici, a favore dei processi metodologici (Mohsen Mostafavi, Ciro Najle, Landscape Urbanism. A Manual for the Machinic Landscape, AA Publications, 2004), ha ridotto a sua volta la distanza concettuale tra territori e paesaggi, uniti in un reciproco e dinamico scambio di influenze generative (Eduard Bru, Xavier Costa, Nuevos Territorios/New Territories. Nuevos Paisajes/New Landscapes, Actar, 1998; La mouvance. Du jardin au territoire: cinquante mots pour le paysage, La Villette, 1999). Naturalmente tutto ciò produce nuove percezioni e sensibilità in conflitto con quelle consolidate. Viene così proposta una lettura paesistica dei terreni vaghi dello sviluppo infrastrutturale (Brian Hayes, Infrastructure. A Field Guide to the Industrial Landscape, Norton, 2006), delle urbanizzazioni correnti più o meno "informali" (Understanding Ordinary Landscapes, a cura di Paul Groth e Todd W. Bressi, Yale University Press, 1997; Francesco Jodice, What We Want. Landscape as a Projection of People's Desires, Skira, 2005) e perfino delle discariche (Julie Bargmann, Toxic Beauty. A Field Guide to Derelict Terrain, Princeton Architectural Press, 2005). Uno sguardo conoscitivo che, nello spostare i confini dell'apprezzamento estetico attraverso lo svelamento dei meccanismi formativo-funzionali, dilata i campi di intervento e, insieme, rende più complesse e variegate le possibili scelte.
             
 
 
 
 
 
Mostafavi, Najle, Landscape Urbanism, 2004
 
Bru, Costa, Nuevos Territorios/New Territories, 1998
 
La mouvance. Du jardin au territoire, 1999
 
             
 
 
 
 
 
Hayes, Infrastructure. A Field Guide to the Industrial Landscape, 2006
 
Groth e Bressi, Understanding Ordinary Landscapes, 1997
 
Jodice, What We Want. Landscape as a Projection of People's Desires, 2005
 
             
 
 
 
 
 
Mitchell (a cura di), Landscape and power, 1994
 
Dorrian, Rose, Deterritorialisations. Revisioning Landscapes and Politics, 2004
 
Costituzione, 1947
 
             
Queste ultime, tuttavia, si intrecciano sempre più con il terreno della politica (Landscape and power, a cura di W.J.T. Mitchell, University of Chicago Press, 1994; Mark Dorrian, Gillian Rose, Deterritorialisations. Revisioning Landscapes and Politics, Black Dog, 2004). In un'epoca nella quale singole persone e intere società vivono un progressivo sradicamento, i paesaggi si propongono come luoghi di identificazione collettiva: da tutelare secondo la nostra Costituzione (Tipografia della Camera dei deputati, 1947, art. 9, c. 2), da risignificare o plasmare per favorire la costruzione dell'identità nazionale di paesi come gli Stati Uniti o Israele, segnati da vicende di imponenti migrazioni (David Bayles, Notes on a Shared Landscape. Making Sense of the American West, Image Continuum Press, 2005; Design With Culture. Claiming America's Landscape Heritage, a cura di Charles A. Birnbaum e Mary V. Hughes, University Press of Virginia, 2005; Kenneth Helphand, Dreaming Gardens. Landscape Architecture and the Making of Modern Israel, Center for American Places, 2002).
             
 
 
 
 
 
Bayles, Notes on a Shared Landscape, 2005
 
Birnbaum e Hughes (a cura di), Design With Culture, 2005
 
Helphand, Dreaming Gardens, 2002
 
             
 
 
 
 
 
Cosgrove, Social Formation and Symbolic Landscape, 1984
 
Stilgoe, Landscape And Images, 2005
 
Helphand, Dreaming Gardens, 2002
 
             
 
 
     
 
"Oase", 64, 2004, Landscape And Mass Tourism
 
Dolan, People with Real Lives Don't Need Landscapes, 2003
     
             
È infatti il movimento, il viaggio, condizione specifica dell'attivazione paesaggistica: solo un outsider, nota Denis Cosgrove (Social Formation and Symbolic Landscape, Croom Helm, 1984), ha la necessità di utilizzare quello che sa per interpretare luoghi sconosciuti, proiettandovi una propria, specifica visione. E nella odierna, concitata mobilità di persone e informazioni, la stratificazione fra immagini e aspettative, tra realtà e finzioni, comporta effetti stranianti e paradossali (vedi John R. Stilgoe, Landscape And Images, University Press of Virginia, 2005). Una condizione che trova la sua manifestazione più estrema ed evidente nel turismo, attività emblematica, anche sotto questo aspetto, della contemporaneità (Claudia Bell e John Lyall, The Accelerated Sublime. Landscape, Tourism, and Identity, Praeger, 2001; "Oase", n. 64, 2004, Landscape And Mass Tourism, a cura di Bruno Vayssieres e Tom Avermaete). Ha ragione allora il poeta neozelandese John Dolan: People with Real Lives Don't Need Landscapes (Auckland University Press, 2003). Ma chi di noi ha più una vita vera?

Giovanni Corbellini
gcorbellini@units.it
edizioni italiane

Ernst Hans Gombrich, "Lo specchio e la mappa", in Id., L'immagine e l'occhio. Altri studi sulla psicologia della rappresentazione pittorica, Einaudi, Torino 1985.
post scriptum

Sugli aspetti ecologici vedi:
Paul Cawood Hellmund, Designing Greenways. Sustainable Landscapes for Nature and People, Island Press, 2006.
Jodi A. Hilty, William Z. Lidicker, Adina M. Merenlender, Corridor Ecology. The Science and Practice of Linking Landscapes for Biodiversity Conservation, Island Press, 2006.
Aesthetics of Ecology. Art in Environmental Design, a cura di Heike Strelow e Vera David, Birkhäuser, 2004;
Nigel Dunnet, Dynamic Landscape, Spon Press, 2004.
Martin Pasqualetti, Paul Gipe, Robert Righter, Wind Power in View: Energy Landscapes in a Crowded World, Academic Press, 2002.
Anne Whiston Spirn, Language of Landscape, Yale University Press, 2000.
Ian McHarg, To Heal The Earth. Selected Writings, Island Press, 1998.

Sulla questione percettiva:
Nadine Olonetzky, Sensations. A time travel through garden history, Birkhäuser, 2006.

Specificamente sulla percezione olfattiva:
Ruedi Baur, Isabel Naegele, Scents of the City, Lars Muller, 2006.

Sul passaggio dall'estetico allo scientifico:
Alexander von Humboldt, Ansichten der Natur, Cotta, 1849 (1808).
Charlotte Klonk, Science and the Perception of Nature. British Landscape Art in the Late Eighteenth and Early Nineteenth Centuries, Paul Mellon Center BA, 1996.

Per una analisi comportamentista del paesaggio, vedi la teoria prospect-refuge introdotta da:
Jay Appleton, The Experience of Landscape, Wiley, 1996 (1975).

Un approccio interstiziale sulle zone grigie della mappatura:
"Pamphlet Architecture", n. 24, 2003, Some Among Them Are Killers. Unmanaged Landscapes for Non-U.S. Military and Government Users, a cura di David Ross.

Franco Farinelli sostiene che il paesaggio ha luogo se vi sono tre condizioni: un territorio da guardare, un soggetto che guarda e un punto elevato che dia il massimo di orizzonte. A dimostrazione di questo assunto, le bellissime foto aeree nel libro di:
James Corner, Alex S. MacLean, Taking Measures Across the American Landscape, Yale University Press, 1996.

Sull'espansione della riflessione artistica in campo paesaggistico:
John Beardsley, Earthworks And Beyond. Contemporary Art In the Landscape, Abbeville Press, 1984.
Suzaan Boettger, Earthworks. Art and the Landscape of the Sixties, University of California Press, 2004.
Iwan Bala, Groundbreaking. The Artist in the Changing Landscape, Seren, 2003.
Aaron Betsky, Leah Levy, Dean MacCannell, Revelatory Landscapes, San Francisco Museum of Modern Art, 2001.

Sul rapporto con le infrastrutture:
Paesaggi delle infrastrutture, a cura di Serena Maffioletti, Il poligrafo, 2005.
Keller Easterling, Organization Space. Landscapes, Highways, and Houses in America, MIT Press, 1999.

Riguardo agli aspetti di proiezione identitaria e di caratterizzazione locale:
Landscape, Memory And History. Anthropological Perspectives, a cura di Andrew Strathern e Pamela J. Stewart, Pluto, 2003.
Christine Macy, Architecture and Nature, Routledge, 2003
Contested Landscapes. Movement, Exile and Place, a cura di Barbara Bender e Margot Winer, Berg Publishers, 2001.
Stephen A. Germic, American Green, Lexington Books, 2001;
Georges Teyssot, The American Lawn, Princeton Architectural Press, 1999.

Alcuni approfondimenti teorici in prospettiva storica:
Jan Birksted, Landscapes of Memory and Experience, Spon, 2001.
Matthew Potteiger, Jamie Purinton, Landscape Narratives. Design Practices for Telling Stories, Wiley, 1998.
Paul Shepheard, The Cultivated Wilderness. Or, What is Landscape?, MIT Press, 1997.
Paul Shepheard, Man in the Landscape. A Historic View of the Esthetics of Nature, Knopf, 1967.
Christopher Tilley, A Phenomenology of Landscape. Places, Paths and Monuments, Berg Publishers, 1997
Allen Weiss, "Unnatural Horizons: Paradox and Contradiction" in Landscape Architecture, Princeton Architectural Press, 1998.
John Dixon Hunt, The Afterlife Of Gardens, University of Pennsylvania Press, 2004.
Fronia E. Wissman, European Vistas / Cultural Landscapes, Detroit Institute of Arts, 2000
Peter Walker, Melanie Simo, Invisible Gardens. The Search for Modernism in the American Landscape, MIT Press, 1994.
Emilio Sereni, Storia del paessaggio agrario italiano, Laterza, 1961.

Sulle teorie e le pratiche del paesaggio contemporaneo:
Augustin Berque, La Mouvance 2. Du jardin au territoire, soixante-dix mots pour le paysage, La Villette, 2006.
Fieldwork, a cura della Landscape Architecture Europe Foundation, Birkhäuser, 2006.
Michael D. Murphy, Landscape Architecture Theory. An Evolving Body of Thought, Waveland Press, 2005.
David Leatherbarrow, Topographical Stories. Studies in Landscape and Architecture, University of Pennsylvania Press, 2004.
About Landscape. Essays on design, style, time and space, Birkhäuser, 2003 (raccolta di saggi usciti su "Topos").
ArchiLab's Earth Buildings. Radical Experiments in the Architecture of the Land, a cura di Marie-Ange Brayer e Beatrice Simonot, Thames & Hudson, 2003.
Robert Holden, New Landscape Design, Architectural Press, 2003.
Dizionario dei nuovi paesaggisti, a cura di Pierluigi Nicolin e Francesco Repishti, Skira, 2003.
Michael Spens, Modern Landscape, Phaidon, 2003
Thies Schroder, Changes in Scenery. Contemporary Landscape Architecture in Europe, Birkhäuser, 2003
Simon Swaffield, Theory in Landscape Architecture. A Reader, University of Pennsylvania Press, 2002.
Catherine Dee, Form and Fabric in Landscape Architecture, Spon, 2001.
Simon Bell, Landscape, Spon, 1999.
James Corner, Recovering Landscape. Essays in Contemporary Landscape Theory, Princeton Architectural Prerss, 1999.
Modern Landscape Architecture. A Critical Review, a cura di Marc Treib, MIT Press, 1993.
Matthew Potteiger, Jamie Purinton, Landscape Narratives. Design Practices for Telling Stories, Wiley, 1998.
Steven L. Cantor, Innovative Design Solutions in Landscape Architecture, Wiley, 1996.

Su architettura e natura (o architettura della natura):
Hermann Fürst von Pückler-Muskau, Andeutungen über Landschaftsgärtnerei, Deutsche Verlags-Anstalt, 1977 (1933).
Marcello Fagiolo, Natura e artificio, Officina, 1979.
Gillo Dorfles, Artificio e natura, Einaudi, 1968.
Chen Congzhou, L'arte dei giardini cinesi, Arcana, 1987 (1984).
Alessandro Rocca, Natura artificialis. Il progetto dell'ambiente e l'architettura del paesaggio, Libreria Clup, 2003.
Hans Ibelings, Anne Hoogewoning, Ingrid Oosterheerd, Ton Verstegen, Artificial Landscape: Contemporary Architecture, Urbanism, NAi, 2000.
Philip Jodidio, Architecture: Nature, Prestel, 2006.
Aaron Betsky, Landscrapers. Building with the Land, Thames & Hudson, 2005.
"306090", n. 7, 2004, Landscape within Architecture, a cura di David L. Hays, Alexander Briseno, Jonathan D. Solomon.
Extreme Sites. The "Greening" of Brownfield, "Architectural Design", n. 168, 2004, a cura di Deborah Gans e Claire Weisz.
Re-envisioning Landscape/Architecture, a cura di Catherine Spellman, Actar, 2002.
Gavin Keeney, John Dixon Hunt, Allen S. Weiss, On the Nature of Things, Birkhäuser, 2000.
Ken Worpole, Here Comes the Sun, Reaktion Books, 2000.
Gordon Taylor, Guy Cooper, Gardens Of Obsession. Eccentric And Extravagant Visions, Sterling, 1999.
Jan Birksted, Relating Architecture to Landscape, Spon, 1999.
Jerome Malitz, Seth Malitz, Reflecting Nature. Garden Designs from Wild Landscapes, Timber, 1998.
Toshiro Inaji, The Garden As Architecture. Form and Spirit in the Gardens of Japan, China, and Korea, Kodansha International, 1998.
Ann Lovejoy, Naturalistic Gardening. Reflecting the Planting Patterns of Nature, Sasquatch, 1998.
Allen Weiss, Unnatural Horizons. Paradox and Contradiction in Landscape Architecture, Princeton Architectural Press, 1998.
Rachel Kaplan, Stephen Kaplan, Robert Ryan, With People In Mind. Design And Management Of Everyday Nature, Island Press, 1998.
Christopher Tilley, A Phenomenology of Landscape: Places, Paths and Monuments, Berg, 1997.

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