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Simple tech

...houston, we've got a problem...

stefano mirti + walter aprile



dears,
come ringraziarvi?

quando con walter si e' pensato di accettare l'invito di marco brizzi nell'immaginare una nuova sezione di arch'it, ci sentivamo abbastanza in una botte di ferro.

ci scegliamo un tema di nicchia, lontani dal clamore, dalle passioni piu' sfrenate degli architetti che amano navigare in rete.
un tema che scriviamo le nostre stupidaggini, qualcuno le legge, ci strizza l'occhio, marco e' contento, noi pure... un affare che fila che e' una perfezione. 
un operare un po' da accademia, trastulli teorici e trastulli pratici.


ecco.
in tutto questo affare che fila alla perfezione, avevamo fatto un errore.
non sapevamo che una quantita' enorme di voi e' appassionatissima di simpletech.
gente che passa il tempo a costruire grattacieli di tapparelle, ponti di brooklyn di pongo (dipingendoli successivamente di vernidas), robe incredibili di bambu' e qualsiasi altro materiale semplice e essenziale...

: )

meravigliameraviglia...

abbiamo ricevuto un sacco di mail, molti di piu' di quanti potessimo immaginarci, 
prima di procedere con il prossimo articolo e' dunque opportuno dare qualche spiegazione su tutto l'insieme.

in effetti, questo articolo che stiamo scrivendo ora sarebbe dovuto essere il primo della serie,
quello in cui si spiegano le intenzioni, i meccanismi, quale e' l'obiettivo generale che si pongono, ecc.ecc.



[15nov2002]
come alcuni di voi si ricordano, simpletech nasce da questa installazione fatta in toscana con gli amici thailandesi...

http://architettura.supereva.it/files/20020522
http://architettura.supereva.it/files/20020206




era una storia partita da una intuizione del sindaco di quarrata, pelli grezze da comprare a bangkok, salotti di scorniciato, import, export, cultura, commerci, ecc.ecc.

aggiornamento su quel pezzo di storia li' .

stefano e' stato tre settimane a bangkok.
il sindaco, anzi l'oramai ex-sindaco marini (anche i sindaci – ahime' – dopo due mandati decadono e non possono piu' ripresentarsi...) e' venuto anche lui assieme al montini (il mobiliere che fa da capofila per capire che senso ha importare la pelle di bufalo dalla thailandia per fare i salotti di scorniciato in toscana).


che dire?
non solo la pelle e' stata trovata, ma addirittura la pelle ha un prezzo buono, si potrebbe ipotizzare una societa' mista, ammodernizzare la fabbrica del signore cinese, andare in pakistan dove si trovano i bufali migliori al prezzo perfetto nonche' fare altre cento cose.

ma non solo.

nel corso di questa visita si e' anche trovato un mobilificio di bangkok che fa mobili belli, che sarebbero disponibili a immaginare un incrocio col suddetto montini, distribuzioni parallele, mobili toscani che vengono venduti a bangkok e in tutto il sud-est asiatico, mobili thailandesi che vengono venduti in italia, ecc.ecc.ecc.
collezioni simpletech che da laggiu' vengono stoccate in infiniti container da 20 (o 40) piedi per inondare il mondo...

poi nel processo si scopre che pelle e cuoio hanno tutta una serie di loro categorie merceologiche complicate e terrificanti, espresse meta' in inglese, meta' in thai e meta' in un inglese un po' alterato dai fumi delle conce. 
millimetri, cuoietti, full grain... non vi stiamo a dire, pero' vogliamo condividere con voi questo fenomeno. 
come quando da bambini, con una lentina convergente qualunque (di quelle very simple tech), per sbaglio, ci si mette a guardare una pietrina o la punta di un dito e si scopre tutta una ricchezza di dettagli e particolarita', che rendono il chiamare tutte le dita “dito” un'imprecisione poco perdonabile...
quei meccanismi che poi portano alcuni a diventare mineralogi o biologi ed altri a non prendere mai piu' in mano una lente. 
il commercio puo' essere inteso come un'altra di queste lenti, mossa dalla necessita' di capire piu' o meno che razza di cosa ti arrivera' nel container di cui si diceva sopra. 

vi salto anche tutta l'idea di aprire un locale a bangkok che sia a un tempo un bar dello sport italiano, bottega, locale notturno. 
pasta de cecco, gazzetta, mina, olio di oliva, mobili, scarpe e altre cento cose che adesso non mi ricordo esattamente.

senza contare che c'e' anche questo altro aspetto che in thailandia si falsifica di tutto e con grande passione, abilita' e allegria. 
come fosse a napoli, ma moltiplicato per cento.
una meraviglia assoluta. 
che si falsificano i cd, i programmi, le robe di prada e i vestiti della barbie, le seggiole di cassina e qualsiasi altra roba vi possa passare per la testa.
voi gli date l'originale, qualunque esso sia, e in due ore avete la copia pronta.
a un decimo del prezzo.

(questo discorso ci porta al prossimo progetto che faremo laggiu', ma magari questo nuovo racconto ve lo spieghiamo la prossima volta...)

insomma.
andare in giro con marini e montini (si chiamano proprio cosi', non e' un gioco di parole), sembrava di essere con marco polo e suo zio in giro per la cina.
compra una spezia, tratta il prezzo di quella seta, andiamo a vedere la mostra di quell'artista, invitiamolo subito a fare una mostra a firenze, prendi il biglietto da visita, offri l'ultimo prezzo, telefona un secondo in italia per sapere se l'olio xy ha gia' un canale di esportazione asiatico oppure no, compra un libro, fai tre foto, ribadisci che quello era proprio l'ultimo prezzo e non possiamo fare di meno, come e' che zanotta arriva a distribuire qui, dove potremmo affittare un capannone, ecc.ecc.ecc.









grande fatica
grande qualita' 
grande consenso

vi teniamo aggiornati...


tornando al simpletech.

il comune di quarrata,
non pago di avere pagato l'installazione, i viaggi per i thai, ecc.ecc.
aveva anche messo da parte dei soldi per fare una pubblicazione sul simpletech.
da cui,
l'idea di brizzi-san,
di fare uscire un tot di articoli sull'argomento eppoi,
trasformare il tutto in un simpatico libro.

nella nostra testa,
ci piacerebbe pensare a questo libro come un processo aperto a collaborazioni esterne.

walter & stefi tengono le fila, ma il tutto e' aperto alla collaborazione di altre persone (ponce, racha, ma anche a tutte le persone che sono interessate all'argomento, stanno sperimentando, sono in grado di scrivere una qualche cosa che chi lo legge non debba ammazzarsi di noia).

in questo senso siamo molto grati a marco per la possibilita' di utilizzare arch'it.
perche' il vero obiettivo non e' la qualita' del singolo articolo, quanto la possibilita' di stabilire una rete di contatti, persone.
quella comunicazione di tipo orizzontale che le riviste cartacee non consentono affatto.

perche' poi, quello che conta,
alla fine della fiera,
e' il network di contatti e la qualita' dei contatti stessi.
i progetti, le realizzazioni, l'articolo pubblicato, le foto, quelli sono degli strumenti di comunicazione, il mezzo per comunicare.
l'obiettivo, deve essere invece un altro, espresso in termini di sistema.

quello che va progettato e' infatti il network.
'simple tech' e' il punto di partenza, che poi, da qui a qualche mese ce lo saremo gia' scordati.
tra qualche mese, 
sara' molto piu' interessante capire dove si potrebbe arrivare, che cosa si potrebbe fare assieme... 
in questo momento, quello che ci interessa e cattura la nostra attenzione e' lo sviluppare una rete di persone interessate a questi temi.


pero'.

fatta questa premessa simpatica, gentile, aperta,
dobbiamo dare nel contempo alcuni dettagli di come ci piace immaginare il tutto.
nella nostra testa, questa non dovrebbe diventare la palestra dei lettori o quella rubrica di topolino dove uno mandava la sua foto nella festa di compleanno eppoi la faceva vedere alla zia ed erano tutti contenti.

il sistema funziona bene se e' teso e forte, se le immagini sono belle, se quello che si scrive ha poi un senso una volta letto da una terza persona.


nell'ultimo articolo vi avevamo promesso un manifesto del simpletech.
per ora questo manifesto non c'e' ancora (la stesura degli articoli, i vostri mail, discussioni & ragionamenti vari sono il processo attraverso il quale da qui a qualche mese saremo forse in grado di arrivare alla defizione di un qualche cosa assimilabile a un manifesto del simpletech).

pero',
gia' da ora siamo in grado di stendere un manifesto di come noi intendiamo i contributi da pubblicare nella sezione simpletech.

volendolo dire in maniera un po' elegante, 
'i criteri di pertinenza della nostra ricerca'.


prima di procedere oltre,
provate a leggere il prossimo articolo.
l'ha scritto luca poncellini.
tema inflatable.

direi che rappresenta bene il tipo di contributo che ci piacerebbe ricevere e che ci onora condividere con il resto dei lettori...

simple tech

la sezione Simple tech
for a complex world
č curata da
Stefano Mirti
e Walter Aprile


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