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usman haque, sky ear

stefano mirti



Usman Haque e' una vecchia conoscenza, transitato in quel di Ivrea nell'estate 2001 per il progetto Worldview

http://www.haque.co.uk/worldview.php



In quel caso il suo progetto era legato a un curioso chiosco/macchina fotografica basato su un sistema di multipli che permetteva a persone posizionate in citta' diverse (Tokyo, Londra, Ivrea) di comunicare, farsi ciaociao con la mano, stampare una foto, cambiare il background, e altre cento cosette che non mi ricordo perfettamente.
Insomma, quelle persone che le incontri, sono simpatiche, fanno un sacco di cose, poi le rincontri da un'altra parte, nel frattempo hanno fatto altri tre progetti, e cosi' via.
Uno bravo, via.


[18sep2004]
Dopo il primo incontro, avevamo ricevuto gli inviti per andare a vedere l'inagurazione dello Scent of Space

http://www.haque.co.uk/scentsofspace.php



un lavoro nel quale la progettazione dello spazio si sovrapponeva alla progettazione dell'odore e del profumo. Un altro lavoro sperimentale forte e interessante.
Da notare che anche questo progetto (cosi' come il sopracitato Worldview) costava abbastanza soldi. Soldi che in questo caso arrivavano dal Wellcome Trust Sciart Award. Non chiedetemi cosa sia perche' non lo so. Pero' ancora, si tratta di un'istituzione in grado di cacciare tot soldi per permettere a Usman di fare le sue sperimentazioni.



Tenendo poi conto che nei credit del progetto venivano anche ringraziati la Vent-Axia (per i ventilatori + controlli elettronici) e la Oxford Chemical (per un'altra serie di apparati presenti nell'installazione), il tutto iniziava a farsi interessante.


Per essere chiari.
In termini generali lo scent of space non mi sembra il progetto del secolo. Pero', questa capacita' di succhiare denaro da istituzioni assortite, materiali, apparecchiature... questo si che e' interessante.
Ad avere l'idea bella sono capaci tutti. A trovare 20k euro (50, 100, quanto volete voi) per costruire l'idea bella, questo e' gia' da pochi.
Se l'architettura puo' essere paragonata al cinema, l'eroe e' il produttore, non il regista. Il regista e' nulla di fronte al produttore che trova tutti i soldi e fa marciare tutta la macchina.
Ci sono poi i registi che per fare esattamente quello che hanno in testa loro, diventano produttori. Ecco. I nostri eroi sono loro.
L'architetto che c'ha l'idea eppoi il mondo intorno non solo non capisce, ma neppure gliela costruisce, e' un personaggio un po' sinistro e inquietante...

Insomma, il nostro Usman (che in quel periodo lavorava ancora con la gentile Josephine Pletts), era uno di quei progettisti da tenere d'occhio. Un po' per curiosita', un po' per invidia, un po' per tanti motivi (nel mondo non ci sono moltissime persone che sono simpatiche e fanno cose belle, da cui, quelle che poche che si incontrano vanno coltivate con passione).


Le installazioni si susseguivano. Alcune completate, altre solamente ideate. Electric Poetry

http://www.haque.co.uk/electricpoetry.php



ambientata nelle fermate della metropolitana di Londra, e altre che potete vedere andando sul suo website.

http://www.haque.co.uk

Ok.
Sin qui, tutto bene. Bei progetti, grande entusiasmo, alcune cose riuscite meglio, alcune un po' meno.
Siamo nella fascia alta, ma ancora, nulla di speciale. O diciamo, non che ti viene voglia di scrivere a Marco Brizzi che bisognerebbe scrivere un articolo su queste cose.


Dopodiche' iniziano una serie di avvenimenti concatenati, interessanti, sul lungo periodo promettenti.
Usman inizia ad insegnare alla Bartlett School of Architecture.

http://www.bartlett.ucl.ac.uk

Che per quello che vale il mio giudizio, e' in questo momento una delle scuole piu' interessanti del mondo. Lo show dei lavori di fine anno visto lo scorso giugno aveva una quantita' di roba bella + interessante + affascinante che non ve ne fate un'idea.
So bene che un website non e' nulla rispetto all'evento, pero' in questo momento non posso fare molto piu' che darvi questo link:
http://www.bartlett.ucl.ac.uk/architecture/events
/summer/summer.htm




Boh.
In verita' potremmo aprire una parentesi. Sul dove si puo' imparare robe interessanti nell'Europa dell'anno domini 2004. Diciamo che se vi sentite finalmente pronti per andare all'estero, Londra e' una delle mete piu' ovvie. Se non volete spendere un sacco di soldi per andare alla Architectural Association (dove peraltro si fanno cose bellissime e dove insegnano persone bravissimissime), la Bartlett e' un'altra possibile scelta. Anche (soprattutto se vi piace il disegno industriale), il Royal College of Arts offre tutta una serie di corsi interessanti.

Vabbe'. Senza troppo dilungarci, Londra in questo momento e' uno dei posti piu' interessanti del mondo, la Bartlett e' una delle scuole piu' interessanti di Londra, la unit 14

http://www.bartlett.ucl.ac.uk/architecture/programmes
/units/unit14.htm


e' una delle unit piu' interessanti di tutta la scuola.


Ovviamente, la unit 14 e' quella dove insegna Usman con i suoi amigos Stephen Gages and Phil Ayres.
Se avete la pazienza di andare sul link che vi ho appena dato, vedrete una serie di lavori mozzafiato. A partire dal tavolino con i pesci...

Insomma.
Usman inizia ad insegnare con regolarita' alla Bartlett. Che sembra un dettaglio ma e' invece un pezzo importante di un insieme che poco per volta acquisisce sempre piu' senso e significato.
Insegnare ad altri le cose che uno sa e' un momento di sintesi importantissimo, che costringe a migliorarsi tantissimo. Che definisce un muro sul quale fare rimbalzare le idee, misurarci con altre persone...
Non e' affatto un caso che dato un mondo dei new media che incrociano l'architettura, le persone che in questo momento sono di gran lunga le piu' interessanti, sono tutte impegnate anche nella didattica.
Tutta gente che un po' progetta e un po' insegna.
Avendo io smesso proprio ora di insegnare per limitarmi a progettare, so di che cosa sto parlando.

:(

(grande invidia per chi insegna e progetta)


Non ci credete?
Limitandoci su Londra, andate a vedervi i lavori di Fiona Raby e Tony Dunne (Bioland e' l'ultimo di una serie di progetti che sono molto piu' in la' di chiunque altro in questo momento).
http://www.dunneandraby.co.uk



Oppure, tutto il lavoro degli Utility Pets di Elio Caccavale:
http://www.eliocaccavale.com



Altra persona che fareste bene a tener d'occhio e' Noam Toran,
http://www.chennaionline.com/homedecor/design.asp

che assieme a Ben Hooker e Shona Kitchen ha appena inaugurato una mostra a Venezia, a poca distanza dall'Arsenale.
http://www.spiazzi.org/documenti/8royal%20college.htm

E questi sono solo i primi che ci vengono in mente, usando Londra come punto di partenza (e di arrivo).
Se prendiamo invece un punto di vista piu' allargato, in termini di persone che insegnano che fanno progetti bellissimi, provate a guardarvi:
http://www.christian-moeller.com

  Insomma, chiudo l'inciso per dire che se nella vita volete sviluppare progetti che siano belli + interessanti + di significato, l'insegnare spesse volte aiuta.




Allora.
Stavamo dicendo che a Londra succedono un sacco di cose interessanti, portate avanti da un sacco di persone in gamba. E che Usman Haque e' una di queste (magari in una qualche prossima puntata vi racconto un po' meglio di Noam, di Elio Caccavale, di quei due geni che sono Toni + Fiona).
Che fa i suoi progetti, che e' un martello nel farseli finanziare, che per ogni idea di progetto, gliene vengono cinque per capire dove trovare i soldi.

Bene.
Usman e' bravo perche' produce lavori sperimentali a getto continuo. Lavora all'incrocio tra nuove tecnologie e architettura, ma per davvero, non lavorando di pugnette davanti allo schermo. In piu', ha questa capacita' di produttore di persona in grado di trovare svariati canali di finanziamento per le sue sperimentazioni assortite.
C'era solo un pezzo che mancava per farlo diventare un piccolo guru.
Ed era l'utilizzo del concetto di iterazione.




Il progetto Sky Ear

http://www.haque.co.uk/skyear.php



oltreche' essere bellissimo-poetico-intelligente-volatile-volubile e' fondato su un principio di iterazioni successive (oramai giunte alla terza o quarta o addirittura forse quinta versione) che lo rendono straordinario.





Le immagini dicono tutto. Le vedete scorrere a fianco di questo testo.
Una serie di palloni gonfiati con gas elio. Dentro i palloni ci sono dei led colorati. Comandati da una microcentralina leggerissima. Tu mandi un sms, chiami il telefono appeso ai palloni e tutto si illumina, fa blinkblink mentre vola, oppure, se la nuvola attraversa onde elettromagnetiche di un certo tipo si illumina di nuovo, bianco, bianchissimo, a colori.
Alcune di queste immagini sono di una bellezza lancinante perche' arrivati alla quinta volta, oramai Usman e' diventato un asso. Il primo esperimento era andato cosi' cosi'. Pero', aveva imparato un sacco di cose. Il secondo volava ed era luminoso, poi sono iniziate a diventare colorate, ad essere realmente interattive...



C'e' altro da dire?
No. Forse no.
Riassumendo.
Cosi' come il mercato immobiliare si fonda sui tre elementi che tutti conosciamo (posizione, posizione, posizione), l'esplorazione del territorio a cavallo tra design e tecnologia si basa su questi tre concetti semplici da afferrare e comprendere (iterare, iterare, iterare).
Sky Ear e' il progetto piu' bello e piu' significativo di Usman perche' e' quello che e' stato pensato, provato, costruito, rifatto una volta, rifatto due, ripensato in alcune parti, prototipato, prototipato ancora, verificato e poi ancora rifatto.
Un progetto in divenire. Che cresce, migliora, si arricchisce di evento in evento.



In poche parole, si tratta di una modalita' operativa da cui c'e' molto da imparare. Se noi andiamo sul suo website vediamo che ci sono tre grandi famiglie di progetti. Quelli completati. Quelli in corso. E quelli su cui si stanno cercando finanziamenti/finanziatori.
Che e' una maniera piu' che intelligente di organizzare i propri lavori/attivita'. Pensandole in termini di catene di eventi, di produzioni da pensare, finanziare, prototipare.
Una lezione di pragmaticita' e intelligenza che ci piace moltissimo e che non possiamo che apprezzare.
Un applauso, caro Usman grazie mille... aspettiamo l'invito per la prossima installazione.

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la sezione Simple tech
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è curata da
Stefano Mirti
e Walter Aprile


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