SOPRALLUOGHI

 

 

Vicenza: Oswald Mathias Ungers
di Roberto Zanon

 

Vicenza, Basilica Palladiana
14 marzo-14 giugno 1998

 

 

L'architetto protagonista chiamato quest'anno dall'Associazione Culturale Abaco ad esporre la propria opera e a confrontarsi con gli spazi della Basilica Palladiana a Vicenza è Oswald Mathias Ungers (1926). Un allestimento discreto e nello stesso momento rigoroso, perentorio e volutamente "orizzontale", quasi a non voler interferire con il gran volume carenato che ospita la mostra; è questo lo scenario in cui l'architetto tedesco ha progettualmente deciso di esibire il proprio percorso architettonico. La rassegna permette di abbracciare diacronicamente i principali progetti di Ungers a partire dalla Casa unifamiliare in Belvederestrasse a Colonia del 1958-59; un viaggio in un "fare architettura" che dimostra, anche letto trasversalmente nel tempo, un innegabile carattere di disciplina, quasi la ricerca ossessionante della ricetta scientifica del costruire attraverso le corrette proporzioni. E', infatti, nel controllo esasperato del rapporto tra le parti, nella forte geometria e nella volontà di una architettura che abbia un energico e caratterizzato impatto sul territorio, che vanno ricercate le principali caratteristiche del pensiero progettuale ungersiano.

 

Il corpo principale della mostra è supportato dalla serie di progetti che Ungers disegna, e in grossa parte realizza, negli anni a cavallo tra il 1980 e 1995; sono momenti architettonici che per la loro assolutezza, quasi paradossalmente, non si possono raccontare, ma devono necessariamente essere esperiti anche solo attraverso le tavole disegnate, le maquette e le riproduzioni fotografiche che l'esposizione offre all'individuale sensibilità di ogni visitatore.
Un esempio comunque può essere ricordato in quanto, più che in altri, appare riuscito il passaggio tra la geometria astratta del disegno sulla carta e la realizzazione: è l'ampliamento del Torhaus - terminal centrale della Fiera a Francoforte sul Meno (1989-97). L'eccezionalità della grande scala conferisce al momento tectonico quell'astrazione che sta alla base della ricerca compositiva. Che l'architettura di Ungers sia una trasposizione, senza intermediazioni, di teorie concettuali precise è evidente in tutta l'opera del progettista tedesco, anche se talvolta sono state operate interessanti e ricercate digressioni - si veda, per esempio, il complesso residenziale Ritterstrasse a Marburg nel 1976. Infatti, è come "Professor Ungers" che egli firma i propri progetti riconoscendo, in modo implicito, al legame con l'insegnamento - e di conseguenza con una teorizzazione della progettazione - il ruolo primario del proprio fare architettura.

 

Già trentotto anni fa sulle pagine di Casabella Aldo Rossi riuscì a leggere nelle prime realizzazioni dell'allora giovane architetto tedesco "una ricerca verso una architettura di volumi nitidi e puri che ricorda, anche nella superficie bianca, le ricerche del primo razionalismo europeo". Un filo logico quindi con esperienze quali quelle di Terragni, dello stesso successivo Rossi e in modo traslato con il protagonista degli spazi della Basilica lo scorso anno, ossia Sverre Fehn. La differenza è che al rigore innovativo del primo, al rigore poetico del secondo e al rigore nordico del terzo, con Ungers abbiamo la messa in campo di un rigore teutonico; un'architettura in cui, talvolta, alla purezza ricercata attraverso il disegno è difficile faccia da riscontro la materializzazione di uno spazio accogliente e ospitale.

 

 

 

 

 

Roberto Zanon nasce nel 1963 e si laurea in architettura nel 1989. E' iscritto all'Albo degli Architetti di Padova dal 1990 e fornisce consulenze per l'architettura degli interni e l'allestimento parallelamente alla progettazione ed al restauro edilizio. Nel campo del design propone dal 1987 la propria consulenza con il disegno di nuovi prodotti collaborando con varie ditte appartenenti ai più diversificati settori produttivi (vetro, terracotta, ceramica, oro, argento, metallo, legno, plastica, resina, alabastro, tessuto). Partecipa a numerose mostre con premi e segnalazioni in diversi concorsi di progettazione. Realizzazioni e progetti nel campo del design e dell'architettura sono stati pubblicati in molti cataloghi e riviste italiani ed esteri. Dimostra interesse verso tutte le tecniche di rappresentazione ed ha approfondito, accanto agli strumenti tradizionali, l'uso del computer grafico come referente attivo nel processo progettuale. Dal 1995 è Cultore della Materia nell'Area della Rappresentazione presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, nel Corso di Diploma in Disegno Industriale, con il quale collabora anche alla didattica. Nel 1995 è co-fondatore di "Y&Z design atrium" struttura internazionale e multidisciplinare nel campo della progettazione con sedi in Italia, Usa e Giappone. Nel 1997 diviene componente del gruppo "MOBAS", associazione di designers da tutto il mondo organizzata per progettare e sviluppare prodotti di consumo. Nel 1998 è socio fondatore del "Gruppo di Ricerca e Design" (gRiD), società che opera nella progettazione, ingegnerizzazione e produzione di prodotti di arredo ad alto contenuto sperimentativo e tecnologico Dal 1991 svolge attività di pubblicista con collaborazioni editoriali nel campo dell'architettura, del design e dell'arte.

 

 

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