Vicenza: Oswald Mathias Ungers
Vicenza, Basilica
Palladiana
L'architetto protagonista chiamato quest'anno dall'Associazione Culturale Abaco ad esporre la propria opera e a confrontarsi con gli spazi della Basilica Palladiana a Vicenza è Oswald Mathias Ungers (1926). Un allestimento discreto e nello stesso momento rigoroso, perentorio e volutamente "orizzontale", quasi a non voler interferire con il gran volume carenato che ospita la mostra; è questo lo scenario in cui l'architetto tedesco ha progettualmente deciso di esibire il proprio percorso architettonico. La rassegna permette di abbracciare diacronicamente i principali progetti di Ungers a partire dalla Casa unifamiliare in Belvederestrasse a Colonia del 1958-59; un viaggio in un "fare architettura" che dimostra, anche letto trasversalmente nel tempo, un innegabile carattere di disciplina, quasi la ricerca ossessionante della ricetta scientifica del costruire attraverso le corrette proporzioni. E', infatti, nel controllo esasperato del rapporto tra le parti, nella forte geometria e nella volontà di una architettura che abbia un energico e caratterizzato impatto sul territorio, che vanno ricercate le principali caratteristiche del pensiero progettuale ungersiano.
Il corpo principale della
mostra è supportato dalla serie di progetti che Ungers disegna, e in grossa parte
realizza, negli anni a cavallo tra il 1980 e 1995; sono momenti architettonici che per la
loro assolutezza, quasi paradossalmente, non si possono raccontare, ma devono
necessariamente essere esperiti anche solo attraverso le tavole disegnate, le maquette e
le riproduzioni fotografiche che l'esposizione offre all'individuale sensibilità di ogni
visitatore.
Già trentotto anni fa
sulle pagine di Casabella Aldo Rossi riuscì a leggere nelle prime realizzazioni
dell'allora giovane architetto tedesco "una ricerca verso una architettura di volumi
nitidi e puri che ricorda, anche nella superficie bianca, le ricerche del primo
razionalismo europeo". Un filo logico quindi con esperienze quali quelle di Terragni,
dello stesso successivo Rossi e in modo traslato con il protagonista degli spazi della
Basilica lo scorso anno, ossia Sverre Fehn. La differenza è che al rigore innovativo del
primo, al rigore poetico del secondo e al rigore nordico del terzo, con Ungers abbiamo la
messa in campo di un rigore teutonico; un'architettura in cui, talvolta, alla purezza
ricercata attraverso il disegno è difficile faccia da riscontro la materializzazione di
uno spazio accogliente e ospitale.
Roberto Zanon nasce nel 1963 e si laurea in
architettura nel 1989. E' iscritto all'Albo degli Architetti di Padova dal 1990 e fornisce
consulenze per l'architettura degli interni e l'allestimento parallelamente alla
progettazione ed al restauro edilizio. Nel campo del design propone dal 1987 la propria
consulenza con il disegno di nuovi prodotti collaborando con varie ditte appartenenti ai
più diversificati settori produttivi (vetro, terracotta, ceramica, oro, argento, metallo,
legno, plastica, resina, alabastro, tessuto). Partecipa a numerose mostre con premi e
segnalazioni in diversi concorsi di progettazione. Realizzazioni e progetti nel campo del
design e dell'architettura sono stati pubblicati in molti cataloghi e riviste italiani ed
esteri. Dimostra interesse verso tutte le tecniche di rappresentazione ed ha approfondito,
accanto agli strumenti tradizionali, l'uso del computer grafico come referente attivo nel
processo progettuale. Dal 1995 è Cultore della Materia nell'Area della Rappresentazione
presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, nel Corso di Diploma in
Disegno Industriale, con il quale collabora anche alla didattica. Nel 1995 è co-fondatore
di "Y&Z design atrium" struttura internazionale e multidisciplinare nel
campo della progettazione con sedi in Italia, Usa e Giappone. Nel 1997 diviene componente
del gruppo "MOBAS", associazione di designers da tutto il mondo organizzata per
progettare e sviluppare prodotti di consumo. Nel 1998 è socio fondatore del "Gruppo
di Ricerca e Design" (gRiD), società che opera nella progettazione,
ingegnerizzazione e produzione di prodotti di arredo ad alto contenuto sperimentativo e
tecnologico Dal 1991 svolge attività di pubblicista con collaborazioni editoriali nel
campo dell'architettura, del design e dell'arte.
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