SOPRALLUOGHI

 

 

Vicenza: Sverre Fehn Architetto
di Roberto Zanon

 

Vicenza, Basilica Palladiana
19 aprile-15 giugno 1998

 

 

"L'opera di un architetto solitario che non ci offre nessuna consolazione e che ci pone di fronte al dramma di vivere in questo mondo". Queste parole, liberamente tratte dalla presentazione di Francesco Dal Co, possono ben introdurre la visita alla mostra su Sverre Fehn, l'architetto norvegese a cui è stata offerta la possibilità di presentare la propria opera confrontandosi con gli spazi della basilica palladiana di Vicenza.
Un evento importante in un momento in cui sembra possa esserci uno smarrimento di rotta nell'evoluzione del linguaggio architettonico, riscoprendo un personaggio la cui poetica è assolutamente insensibile alle mode ed al quale, quasi per una "illuminata" coincidenza, quest'anno è stato assegnato il più prestigioso dei riconoscimenti, il Premio Pritzker 1997. L' allestimento, curato dallo stesso Fehn, espone in modo rigoroso e perentorio, quasi didascalico,17 progetti con un sistema espositivo anomalo in cui grandi lastre quadrate di marmo, leggermente rialzate rispetto al pavimento, fungono da base per i disegni "schiacciati" da pesanti lastre di cristallo. A lato di queste basi-espositore la "maquette" e, a divisione tra un progetto e un altro, una quinta pendente dal soffitto carenato della basilica in cui, in modo quasi astratto, è stata riprodotta un'immagine significativa del progetto in esame.

 

Il rapporto che Fehn riesce ad instaurare nel momento espositivo è un inequivocabile dialogo con l'architettura rappresentata nei disegni, esposta cercando un'estremizzazione della sua artificialità. Perchè è a questo che l'autore mira, la volontà di ribadire l'assolutezza del proprio segno mostrando principalmente disegni e modelli e dissociando l'architettura costruita negli appositi spazi di proiezione ricavati all'estremità del lungo pannello-segno-divisione posto diagonalmente ad attraversare il salone. Ed è proprio questa quinta bianca che partisce ed ordina lo spazio della basilica e diventa un ideale supporto per altri pensieri architettonici (schizzi e ancora disegni) dello stesso Fehn, quasi una lavagna nella quale uscire dal rigorore e lasciare spazio alla libera "informità" della fantasia. Tra tutti i progetti esposti che questa mostra offre, l'opportunità di capire anche attraverso il pensiero originale, ovvero il progetto disegnato, è possibile ricordare il Padiglione dei Paesi Nordici del 1958-62 costruito ai Giardini della Biennale a Venezia. Un capolavoro, una delle massime espressioni dell'architettura espositiva del Novecento, come è stata definita, che fortunatamente e straordinariamente è presente in Italia. Uno spazio magico, sospeso dove gli alberi, inglobati nella costruzione, trapassano il soffitto ma non si integrano al momento architettonico ed anzi sottolineano un distacco, una scissione tra il fatto tectonico e la presenza naturale. E per capire meglio questo rapporto natura-architettura è possibile riprendere il pensiero di Dal Co nell'introduzione all'opera completa sull'architetto norvegese che in questa occasione l'Electa ha pubblicato; egli sottolinea come l'architettura di Fehn "distingue la natura dall'artificio e ne dichiara l'inconciliabilità nel momento in cui trasforma la prima in spettacolo per il secondo".

 

 

 

 

 

Roberto Zanon nasce nel 1963 e si laurea in architettura nel 1989. E' iscritto all'Albo degli Architetti di Padova dal 1990 e fornisce consulenze per l'architettura degli interni e l'allestimento parallelamente alla progettazione ed al restauro edilizio. Nel campo del design propone dal 1987 la propria consulenza con il disegno di nuovi prodotti collaborando con varie ditte appartenenti ai più diversificati settori produttivi (vetro, terracotta, ceramica, oro, argento, metallo, legno, plastica, resina, alabastro, tessuto). Partecipa a numerose mostre con premi e segnalazioni in diversi concorsi di progettazione. Realizzazioni e progetti nel campo del design e dell'architettura sono stati pubblicati in molti cataloghi e riviste italiani ed esteri. Dimostra interesse verso tutte le tecniche di rappresentazione ed ha approfondito, accanto agli strumenti tradizionali, l'uso del computer grafico come referente attivo nel processo progettuale. Dal 1995 è Cultore della Materia nell'Area della Rappresentazione presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, nel Corso di Diploma in Disegno Industriale, con il quale collabora anche alla didattica. Nel 1995 è co-fondatore di "Y&Z design atrium" struttura internazionale e multidisciplinare nel campo della progettazione con sedi in Italia, Usa e Giappone. Nel 1997 diviene componente del gruppo "MOBAS", associazione di designers da tutto il mondo organizzata per progettare e sviluppare prodotti di consumo. Nel 1998 è socio fondatore del "Gruppo di Ricerca e Design" (gRiD), società che opera nella progettazione, ingegnerizzazione e produzione di prodotti di arredo ad alto contenuto sperimentativo e tecnologico Dal 1991 svolge attività di pubblicista con collaborazioni editoriali nel campo dell'architettura, del design e dell'arte.

 

 

 

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