SOPRALLUOGHI

 

 

Vicenza: Eduardo Souto de Moura. Temi di progetti
di Roberto Zanon

 

Vicenza, Basilica Palladiana
27 marzo - 16 maggio 1999

 

 

Un grande plastico, quasi una geografia immaginaria, formato da numerosi e differenti progetti è il primo tema che accoglie alla mostra, che l'Associazione culturale Abaco assieme all'Accademia di Architettura di Mendrisio ha allestito negli inediti spazi dell'ex borsa merci presso la Basilica Palladiana a Vicenza, sull'opera dell'architetto portoghese Eduardo Souto De Moura. L'occasione di questa mostra di architettura - disciplina che a Vicenza trova da sempre terreno fertile - è decisiva per avvicinare anche i non esperti alla conoscenza di uno dei maestri dell'architettura internazionale e in particolare del Portogallo (Paese in cui il massimo referente è Alvaro Siza, al quale sempre Vicenza dedicherà una mostra monografica nei prossimi mesi). Il percorso espositivo, curato da Laura Peretti, cerca di mettere in risalto una serie di tematiche presenti nell'opera di Souto de Moura per favorire una comprensione che, nella presentazione di soggetti architettonici, spesso risulta ostica e talvolta oscura. Il risultato è quello di un'esposizione chiara che, specialmente se aiutata dal completo catalogo (edizioni Skira), permette di capire una personalità molto profonda come è quella dell'architetto portoghese.

 

È un comporre che viene equivocato talvolta per "minimalismo"; e questa è infatti la lettura che più facilmente può essere data ad una prima visione dei disegni; l'analisi approfondita, che ci fornisce invece l'esposizione dei progetti scelti per questa rassegna, riesce a far intravedere una complessità ed una sapienza compositiva che trova nel classicismo e nell'opera di molti dei Maestri del contemporaneo un forte referente. Complessità e sapienza che non si disvelano subito e che trovano nel risultato finale, nel momento tettonico, la loro rivelazione. E' interessante rilevare come in Souto de Moura siamo in presenza di un atteggiamento non cattedratico e dogmatico; pur partendo da rigorosi e forti concetti, il suo modo di operare riesce nel tempo e durante il processo progettuale a mettersi in discussione e ad interrogarsi sul proprio fare.

 

Siamo cioè distanti dalle certezze "teutoniche" di un Ungers o dalle assolute e talvolta non vivibili geometrie di un Ando (per citare due autori che sempre a Vicenza hanno avuto l'opportunità di esibire la propria opera). Con l'architetto portoghese è evidente lo spazio del dialogo, dell'architettura intesa come disciplina che ammette un percorso temporale e che si confronta con un contesto fatto di esseri umani, di elementi naturali e artificiali. La capacità, per citare degli esempi concreti, di saper accettare e risolvere compositivamente la presenza, in corso d'opera, di due finestre in una parete che egli voleva in origine completamente chiusa per dare luce, ed anche una vista, ad una coppia di bagni. Oppure la forza di interrogarsi sulla valenza di aver usato materiali ed arredi sofisticati in una casa (Casa a Baião) forse in contraddizione con la povertà della "casa portoguesa" tradizionale. O ancora l'occasione, la forza, l'equilibrio di saper trovare una sorta di colloquio tra una geometria in origine sempre precisa e rigorosa e quello che il rispetto per la naturalità del luogo permette di fare. L'opera di Souto de Moura non appare mai forzata e il "dialogo" - e quello più evidente è con il contesto - emerge con chiarezza. Non è un caso che lui stesso si definisca un architetto "contestuale" nel senso che gli è necessario un contesto preciso che serva da base di partenza per poter inserire le proprie opere.

 

Questa maniera di comporre trova esplicitazione, nel lavoro di Souto de Moura, nell'importanza che egli riserva alle vedute. Nei suoi edifici, specie quando sono ridotti alla "piccola scala" - per esempio nelle case unifamiliari - è evidente come le aperture siano in diretta funzione degli interni. La vista che si ha da questi spazi diventa una scelta progettuale, una sorta di sottolineatura delle presenze che circondano il fabbricato. L'architettura nasce e trova momento generativo dall'interno dell'edificio, evitando di seguire delle regole di "prospetto" esterno che inevitabilmente diventano un vincolo per chi deve poi vivere all'interno di questo contesto. L'attenzione che Souto de Moura dedica alla "veduta" dimostra una particolare sensibilità verso l'architettura degli interni. Proprio nello spazio abitato l'apparente "minimalismo" del quale si accennava rischierebbe di sfociare in spazi asettici e invivibili; invece con Souto de Moura, quasi per magia, la configurazione dell'ambiente "interiore", pure in una coerente semplicità, risulta a misura d'uomo. La rigorosità che si legge nelle piante di progetto si tramuta cioè - evidentemente grazie alla sensibilità del progettista - in un ambiente costruito caldo e domestico, in luogo confortevolmente abitabile. È sempre presente il concetto che ogni idea progettuale deve trovare relazione con l'essere umano e non diventare fredda occasione compositiva di forme geometriche.

 

 

 

 

Roberto Zanon nasce nel 1963 e si laurea in architettura nel 1989. E' iscritto all'Albo degli Architetti di Padova dal 1990 e fornisce consulenze per l'architettura degli interni e l'allestimento parallelamente alla progettazione ed al restauro edilizio. Nel campo del design propone dal 1987 la propria consulenza con il disegno di nuovi prodotti collaborando con varie ditte appartenenti ai più diversificati settori produttivi (vetro, terracotta, ceramica, oro, argento, metallo, legno, plastica, resina, alabastro, tessuto). Partecipa a numerose mostre con premi e segnalazioni in diversi concorsi di progettazione. Realizzazioni e progetti nel campo del design e dell'architettura sono stati pubblicati in molti cataloghi e riviste italiani ed esteri. Dimostra interesse verso tutte le tecniche di rappresentazione ed ha approfondito, accanto agli strumenti tradizionali, l'uso del computer grafico come referente attivo nel processo progettuale. Dal 1995 è Cultore della Materia nell'Area della Rappresentazione presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, nel Corso di Diploma in Disegno Industriale, con il quale collabora anche alla didattica. Nel 1995 è co-fondatore di "Y&Z design atrium" struttura internazionale e multidisciplinare nel campo della progettazione con sedi in Italia, Usa e Giappone. Nel 1997 diviene componente del gruppo "MOBAS", associazione di designers da tutto il mondo organizzata per progettare e sviluppare prodotti di consumo. Nel 1998 è socio fondatore del "Gruppo di Ricerca e Design" (gRiD), società che opera nella progettazione, ingegnerizzazione e produzione di prodotti di arredo ad alto contenuto sperimentativo e tecnologico Dal 1991 svolge attività di pubblicista con collaborazioni editoriali nel campo dell'architettura, del design e dell'arte.

 

per qualsiasi comunicazione
scrivete redazione@architettura.it


laboratorio
informa
scaffale
servizi
in rete