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New
Trends a Lille Michele Bonino |
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Una
situazione favorevole, rara e preziosa, per portare sul piano del confronto
internazionale non solo la qualità degli esiti, ma anche i caratteri
molteplici di una dimensione professionale complessa, potenzialmente
ricca. Michele Bonino ha seguito, nello scorso autunno, l’appuntamento
con New Trends a Lille. Presente ELASTICO, unico gruppo italiano partecipante,
di cui ARCH'IT propone il progetto per piazza
Mercatale a Budoia. L’iniziativa New
Trends of Architecture in Europe and Asia-Pacific, basata su un
sistema itinerante di esposizioni e congressi, evidenzia la pratica
dello scambio su differenti livelli. Abbiamo chiesto a Rei Maeda, coordinatrice
del progetto, di raccontare il percorso fin qui seguito e, alla luce
del riscontro ottenuto, delinearne le prospettive. |
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New
Trends of Architecture in Europe and Asia-Pacific 2004-2005 co-organizzatori: Lille 2004 Cultural Capital of Europe Home Affairs Bureau, Hong Kong Special Administrative Region Cork 2005 Cultural Capital of Europe RMIT University, Melbourne commissari: Dominique Perrault e Hiroshi Hara advisors: Aaron Betsky, Fumihiko Maki, Alvaro Siza organizzazione: Art Front Gallery, Tokyo coordinator: Rei Maeda Lille, "La brasserie des Trois Moulins", Maison Folie de Lille-Moulins, 9 ottobre-7 novembre 2004; Hong Kong (Cina), 5-19 gennaio 2005; Tokyo (Giappone), 22 aprile-22 maggio 2005; Cork (Irlanda) giugno-luglio 2005; Melbourne (Australia) 9 agosto-17 settembre 2005; Pusan (Corea) fine 2005 |
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A
Lille-Moulins, la sede della mostra New Trends of architecture in
Europe and Asia-Pacific 2004-2005, era una vecchia brasserie. Ora
è una delle dodici Maisons folie, edifici dismessi recuperati
da architetti o artisti in occasione di Lille Capitale europea della
Cultura, per spingere il cuore delle iniziative al centro di quartieri
periferici, altrimenti poco coinvolgibili: una strategia culturale e
urbana rilevante, se si pensa che a fronte di un piccolo centro storico
(sede "naturale" degli eventi di Lille 2004), la conurbazione
di Lille conta oltre un milione di abitanti. |
[04jan2005] | ||||
Dominique Perrault nel discorso inaugurale. Foto di Michele Bonino. A pochi minuti da Lille-Moulins, un'altra maison folie (l'ex-filanda di Wazemmes, trasformata dagli olandesi di NOX in "casa degli artisti") è invece il primo punto di raccolta per gli architetti di New Trends: un simbolico rendez-vous, che chiarisce il carattere di fondo di una mostra che, nata come incontro tra Europa e Giappone nel 2000, anche in questa edizione ambisce a creare anzitutto un'occasione di incontro tra i venti architetti invitati. Una vivace itineranza conferma questa impostazione: la mostra si sposterà in gennaio a Hong Kong, quindi a Tokyo, a Cork (Capitale europea della Cultura 2005), Melbourne e infine a Pusan, in Corea, entro la fine del 2005. Sulle possibilità di confronto si basa anche la scelta dei mezzi messi a disposizione di ciascun partecipante per presentare il proprio lavoro: tavole e modelli per le opere in mostra, un filmato per descrivere l'insieme della propria attività professionale. Infine, una tavola rotonda tra i progettisti (a Roubaix, il 9 ottobre, moderata da François Chaslin) propone un ragionamento sul rapporto tra architettura e cultura, a partire dall'idea delle maisons folie di Lille 2004: tema che lascia presto il posto a una più intensa discussione sulle opere esposte, confrontando metodi e consuetudini di lavoro. |
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La tavola rotonda di Roubaix. Foto di Michele Bonino. La selezione dei partecipanti, condotta dai curatori Dominique Perrault e Hiroshi Hara a partire dalle segnalazioni degli advisors Aaron Betsky, Fumihiko Maki e Alvaro Siza, solo in parte è orientata verso un'operazione sistematica di "talent scouting", obiettivo che il titolo della rassegna evocherebbe: se accomuna i partecipanti europei l'appartenenza a una generazione nuova di trenta-quarantenni, si tratta però in buona parte di professionisti già solidamente presenti alla Biennale di Venezia (da Ocean North a René van Zuuk, da dECOi a J. Mayer H., vincitore nel 2003 della Menzione Speciale al Mies van der Rohe Award). La selezione giapponese, d'altra parte, punta su nomi affermati come Shigeru Ban e Kengo Kuma. Altre scelte rappresentano invece un contributo importante per definire geografie non scontate della nuova architettura europea: lo studio irlandese Hassett Ducatez Architects presenta un tema "ordinario" come l'ampliamento di una piccola casa unifamiliare alla periferia di Dublino. Ma la scelta di affiancare all'edificio di inizio Novecento un volume di vetro è risolto con scelte lontane dai consueti immaginari di contrasto tra vecchio e nuovo, puntando invece a un sofisticato dialogo e a una relazione in continuità, nonostante la forte diversità tecnologica delle due costruzioni. |
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Hassett Ducatez Architects (Irlanda), Double Glass House, Dublino, Irlanda 2000-2002. Yung Ho Chang/Atelier FCJZ (Cina), Bridge Museum for Posters from the Cultural Revolution, Anren, Sichuan, Cina 2003. |
René van Zuuk Architecten b.v. (Olanda), Arcam, Amsterdam, Olanda 2002-2003. A rappresentare l'Italia, dopo la partecipazione nelle scorse edizioni di Stefano Boeri e UdA, è lo studio ELASTICO, con uffici a Cambiano (TO), Budoia (PN), e Seoul (Corea). Sono esposte la Yuppie Ranch House, a poche settimane dalla chiusura lavori, e il cimitero di Borgaretto, opera invece nel pieno di un intricato cantiere che viene raccontato, in mostra, come occasione di approfondimento ed estensione della fase progettuale durante la costruzione. Offrendo lo spazio per trasmettere anche questi aspetti, New Trends si conferma per gli studi italiani una situazione favorevole, peraltro rara e preziosa, per portare sul piano del confronto internazionale non solo la qualità degli esiti, ma anche i caratteri molteplici di una dimensione professionale complessa, potenzialmente ricca. |
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Esordiscono
a New Trends l'Australia e la Cina. Lo studio Kerstin Thompson Architects,
presentando un edificio per uffici nella densa downtown di
Melbourne, sfata con una tipologia inattesa icone recenti di una produzione
australiana conosciuta soprattutto attraverso l'architettura residenziale.
Il cinese Yung Ho Chang, principal dell'Atelier FCJZ (primo
studio professionale privato cinese, 1993) e fondatore della scuola
di architettura alla Peking University di Beijing, presenta i progetti
in mostra più rilevanti dal punto di vista urbano, dimensione
indagata a fondo (e resa strumento di lavoro) anche quando il tema dell'incarico
è legato alla scala dell'edificio, come per il Bridge Museum
for Posters from the Cultural Revolution di Anren. Paradossalmente meno vicino a un clima di scambio reale di quanto l'evento di Lille abbia dimostrato, è stato il discorso di apertura di Dominique Perrault: parole che hanno tradito una difficoltà a ritenere il confronto davvero bilaterale, sottolineando come sia indispensabile portare all'attenzione dei progettisti asiatici i modelli europei, in modo che siano evitati errori che avrebbero ricadute ingigantite su realtà complesse come le città asiatiche. Michele Bonino studio@michelebonino.191.it |
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Il presente testo riprende, ampliandolo, l'articolo "Tre continenti a confronto" apparso su Il giornale dell'architettura, 23, novembre 2004, p. 31. | |||||
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