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Kengo
Kuma. Selected work 1994-2004 Marco Ligas Tosi |
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Kengo
Kuma. Selected work 1994-2004 Siracusa, Palazzo del Governo via Roma 32 dal 29 giugno al 30 settembre 2005 a cura di: Luigi Alini catalogo: "Opere e progetti. Kengo Kuma" di Luigi Alini, edito da Electa |
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Ho
sempre pensato che la particolarità dei progetti di Kengo Kuma
fosse nella predilezione per la monomatericità: l'architetto
giapponese non ama, infatti, mescolare materiali diversi, e fa della
materia il punto di partenza per la definizione della forma e della
tecnica costruttiva. La particolarità, per fare un esempio su
tutti, del Museo della Pietra di Toghigi è proprio nell'aspetto
esterno: il progettista gioca con l'erosione della pietra, dando vita
ad una serie di varchi che alleggeriscono la solidità del muro
e lasciano spazio a squarci sul paesaggio circostante. Si tratta di
una scelta pienamente in linea con la sua convinzione che sia la natura
del materiale a determinare la qualità visiva e tattile dell'architettura.
L'opera vede, di fatto, il suo principio ispiratore nel materiale stesso
di cui si compone e che, inoltre, è ospitato dal Museo: la pietra
è protagonista indiscusso che crea un evidente legame tra contenuto
e contenitore, tra interno ed esterno. Nel caso del Museo della Pietra l'architetto giapponese mette alla prova le potenzialità espressive del materiale lapideo, contraddicendo il suo aspetto grave e introducendo elementi inediti, quali conci a differenti altezze, tagli e fughe. Creatività e innovazione sono evidenti anche nel contrasto tra i blocchi grigi in pietra di Ashino e le lastre bianche del marmo di Carrara utilizzate per schermare le aperture. È forte, inoltre, la contrapposizione degli spazi chiusi e protetti dell'interno con la luminosità e l'apertura dell'esterno, enfatizzate dalla presenza dell'acqua che circonda gli edifici. Le scelte di Kuma sono state dettate anche dalle particolari esigenze della committenza: una ditta produttrice di pietra, interessata ad un edificio in grado di mostrare le capacità espressive di questo materiale. Il risultato è un museo "monotematico", un'architettura fatta di pietra per contenere la pietra, in cui si fondono sapientemente la tradizione e l'innovazione, la creatività e il rispetto del contesto. A Siracusa, presso il Palazzo del Governo, da giugno abbiamo l'occasione di vedere la prima mostra monografica itinerante allestita in Italia sull'opera del maestro. Luigi Alini, architetto e ricercatore presso la Facoltà di Architettura di Siracusa è curatore della mostra e autore del catalogo Kengo Kuma. Opere e progetti, pubblicato da Mondadori Electa nella collana "Documenti di Architettura". Il volume, come la mostra, attraverso una selezione di 21 opere realizzate dall'architetto giapponese nel decennio 1994 –2004, ripercorre dell'opera di Kuma il passaggio da una posizione permeata dall'idea di 'caos' ad una in cui l'architettura si 'dissolve' come oggetto e diventa parte integrante del sistema ambientale. Il 'progetto radice' di quest'evoluzione è individuato nel Kiro-san Observatory ad Ehime, progetto col quale l'architetto avvia una rielaborazione del passato non come esperienza retrospettiva ma come attività speculativa. Lo spostamento di prospettiva si compie a partire dagli anni '90: la sua ricerca punta alla "de-territorializzazione concettuale" e le opere assumono una diversa connotazione, ed oltre ad essere una risposta formale ad una necessità funzionale rinviano alla ricerca di una "intima percezione delle cose". La mostra privilegia come ambito di indagine le relazioni tra ideazione e costruzione, materia e forma, aspetti che nell'opera di Kuma sono intimamente connessi. Kengo Kuma si è ormai imposto al mondo come uno dei più grandi interpreti dell'architettura contestuale. Ogni occasione progettuale è lo spunto per una riflessione profonda sul paesaggio e sulle implicazioni simboliche e formali dei suoi elementi. È tale il rigore con il quale Kuma si concentra sul paesaggio e sui materiali locali, che quasi ci si stupisce di scoprire, al termine del lavoro, dei manufatti tanto legati a ciò che li circonda, quanto forti di un'identità propria. Marco Ligas Tosi |
[07aug2005] | |||
ARCHITETTURE:
KENGO KUMA & ASSOCIATES. WATER/GLASS KENGO KUMA & ASSOCIATES |
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