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IaN+. Paesaggio abitato / Livingscape |
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HOUSESCAPE |
Con la fine dei dispositivi legati al territorio come i confini, le origini e il radicarsi, la metropoli è diventata un agglomerato di individui liberi da vincoli etico politici ma relazionati tra loro secondo le leggi del mercato. Da ciò deriva che è impossibile pensare di progettare pacificamente uno spazio per abitare e regolarlo con norme etico-universali, il vuoto e il disordine sono i nuovi luoghi di intervento. Il vuoto è il luogo dove i rapporti di forza non sono risolti, il luogo del conflitto tra le forze. Progettare questi luoghi significa progettare le interferenze tra le forze, renderle evidenti senza regolarle. L'uomo contemporaneo può vivere questi vuoti solo perdendo il corpo come entità misurabile, un corpo indefinito per luoghi indefiniti. |
[22may2001] | ||
Nel 1929 Le Corbusier sosteneva che una cellula minima deve essere completata con servizi comuni, lo sport e il tempo libero devono diventare una manifestazione domestica e quotidiana. Sovrapponendo le cellule si ottenevano strutture abitative complesse. In questa concezione modernista di abitazione si è cercato sempre di contenere lo spazio della casa all'interno di un existenz minimum, la costruzione dell'alloggio avveniva attorno all'uomo, le attività erano quindi compresse attorno ai movimenti di un corpo statico costretto a relazionarsi con l'architettura attraverso una serie di gesti e stili di vita sempre uguali e ripetuti. Sport ed altre attività avvenivano nei cosiddetti servizi comuni. Nel nostro progetto di unità residenziale abbiamo cercato, quindi, di sostituire l'existenz minimum con un existenz maximum, uno spazio libero dalle costrizioni dimensionali dove il corpo riacquista la sua completa libertà. Questa dimensione massima ci consente di non prevedere tutte le attività da svolgere all'interno dell'abitazione. A questo punto esiste la possibilità da parte degli abitanti di colonizzare lo spazio abitativo in modi sempre diversi. Rifondando autonomamente le regole dell'abitare. In questo progetto non lavoriamo sulla forma dell'architettura ma sul sistema di vita delle persone che la utilizzano. |
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No Boxes no Blobs, ma
nuovi territori da abitare, boxes e blobs contengono ambienti. Il nostro
paesaggio abitato è UN'AZIONE che agisce sul vuoto creato da due forze, l'architettura e il paesaggio, che entrano in rapporto tra loro. Quest'azione modifica gli ambienti li territorializza, come sostengono Deleuze e Guattari: "un territorio prende qualcosa a tutti gli ambienti sconfina su di essi, li incorpora comporta di per se stesso un ambiente interno un ambiente esterno, un intermedio, un annesso. Ha una zona interna di dimora una zona esterna di dominio, limiti e membrane più o meno retraibili, zone intermedie riserve o annessi energetici". L'attenzione si sposta dal contenitore al contenuto. La casa è il vuoto che si configura dall'interferenza tra la necessità dell'abitare e la natura. "Precisamente, vi è territorio dal momento in cui delle componenti d'ambiente cessano di essere direzionali per divenire dimensionali, quando cioè cessano di essere funzionali per divenire espressive". |
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In questi territori liberati il singolo individuo crea abitazioni sempre differenti nelle quali i movimenti prestabiliti sono sostituiti da movimenti fluidi di attività complesse. Lo spazio, sovradimensionato, consentirà inoltre di avere un allargamento spontaneo dei nuclei di abitanti che avranno la possibilità di gestire lo spazio in modo diverso non più guidato dagli standard ma dalle esigenze di socializzazione e di emergenza. Le attività base verranno contaminate dal lavoro e dal tempo libero. Non sarà più necessario creare contenitori di servizi comuni. Questa tendenza alla colonizzazione dello spazio domestico avviene nei loft delle grandi città, ma al contrario dello spazio dei loft, che comunque resta sempre uno spazio chiuso, il paesaggio abitato cerca di riscoprire lo spazio liscio direttamente all'interno dell'architettura. La città scompare nel paesaggio, qualsiasi paesaggio sarà città. |
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HOUSESCAPE. La geometria dell'involucro, si presenta come uno spazio con funzione avvolgente, un sistema continuo tra esterno ed interno permette di abbandonare i riferimenti tradizionali dell'abitare, per un'architettura di percorso dove la sovrapposizione di piani è sostituita dalla continuità delle superfici da usare in tutte le direzioni, la gravità continua ad organizzare lo spazio della casa, esisterà sempre un sopra e un sotto e le attività troveranno nuovi tipi di rapporto con le superfici inclinate. Le abitazioni trovano diverse collocazioni nel paesaggio; in tutte l'architettura diventa un frammento della complessità naturale. Il tentativo è quello di riuscire a superare le leggi della contrapposizione a favore di quelli di un evoluzione sostenibile e controllata. Non si tratta solamente di stabilire un legame tra due spazi o di riempire il vuoto, si tratta di generare complessità ovvero pensare l'ibridazione su livelli logici differenti: l'uso, la socialità e una diversa sensibilità spaziale. Concepire l'architettura come un mezzo per generare la città, non nella forma ma nel processo di evoluzione dinamica. Le regole del gioco non cercano di normalizzare un prodotto ma mirano a regolarizzare un processo. Questo processo risponde a dei nuovi atteggiamenti progettuali: |
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ALEA: per cui è impossibile prevedere tutte le fasi del processo. Quest'abitazione è un diagramma di attività che colonizza il nuovo territorio dell'architettura. CONTESTUALIZZAZIONE: al contrario dell'astrazione gli strumenti urbanistici permettono di lasciarsi influenzare dal luogo assimilandone le caratteristiche standardizzabili. È il paesaggio invece ad influenzare il tipo di edificio, concepito unicamente come recinto e limite tra esterno ed interno. DATI GLOBALI: è impossibile il controllo delle singole parti senza prevedere le influenze reciproche, anche se le parti in questione non sono sempre legate allo spazio fisico. I dati globali gestiscono l'influenza del virtuale e i sistemi di connessione, tra gli utenti e il mondo esterno. La tecnologia non è utilizzata per compattare lo spazio vitale ma per allargarlo e trasformarlo in un luogo di scambio non solo fisico. RELAZIONE DIALOGICA: è relazione contemporaneamente antagonista, concorrente e complementare, unisce e organizza nozioni antagoniste. Se il progetto segue una relazione dialogica nel paesaggio naturale. La relazione dialogica permette lo scambio e la riflessione e consente un utilizzo spaziale più misurato tra le parti in questione. Di fronte al fenomeno dello sprawl, una relazione dialogica permette di usare la sua composizione, i suoi nodi e gli spazi ritagliati per creare un tipo di architettura che trasforma lo sprawl in sistema di sviluppo attivo. RETROAZIONE: i processi retroattivi si auto-organizzano e si auto-rigenerano (autorigenerazione dei processi di trasformazione urbani) per cui la forma non costituisce né un punto di partenza né un punto di arrivo ma è un sistema di gestione attraverso parametri topologici capaci di innescare una dinamica autoproduttiva. |
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