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RICCI
& SPAINI. Istituto Zooprofilattico Sperimentale a Teramo |
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Il
concorso per la nuova sede dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale
dell'Abruzzo e del Molise a Teramo si è recentemente concluso
con l’assegnazione del primo premio al gruppo di Ricci & Spaini
e di due secondi premi ex aequo ai progetti di Aldo
Aymonino e Giovanni Vaccarini e di Alberto
Cecchetto. La pubblicazione dei progetti primi classificati è
qui accompagnata da una nota di Cristiano
Toraldo di Francia, membro della giuria insieme a Vincenzo Caporale,
Joseph Acebillo, Roberto Di Giovanni, Pippo Ciorra, Antonio Gatti, Carlo
Zippilli. |
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Il
nostro progetto per la nuova sede dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale
(IZS) dell'Abruzzo e del Molise a Teramo interpreta le caratteristiche
paesaggistiche della fascia collinare della città adriatica.
È un progetto per un paesaggio fragile. |
[18feb2005] | ||||
Concept. |
In
una dimensione dilatata dello spazio insediativo le discontinuità
marcano il paesaggio. I laghi, i fossi, le macchie verdi dei boschi,
le erosioni e più lontano il profilo dei monti e il mare orientano
la lettura di questo territorio. Il pulviscolo delle costruzioni diffuse
si compone negli invasi vallivi in una nebulosa diradata e informe.
Il nostro progetto rifiuta la logica di aggiungere polveri urbane. Lavora
sulla dimensione geografica del parco. Esplora il punto di conflitto
tra natura e costruzione con una specie di "uso improprio"
degli elementi che stabiliscono le ecologie di questo luogo. Cerca di
far emergere le nuove potenzialità del fare architettura attraverso
materiali e forme che normalmente non la esprimono. La nuova sede dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell' Abruzzo e del Molise "G. Caporale" è un parco agro-scientifico. Le funzioni di ricerca e formazione sono accorpate in edificio compatto su impianto a pettine, che si inserisce nel versante settentrionale della collina creando una sorta di smottamento della topografia, quasi un effetto di frana. Come fanno i calanchi. Il parco agroscientifico dell'IZS è concepito come una macchina ambientale. Il progetto di paesaggio tende a stabilire nuove ecologie del sito attraverso la definizione dei caratteri funzionali del paesaggio (alberature/campi/coltivazioni) e del trattamento degli elementi primari (terra/aria/scavo). |
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Il parco
è diviso in due porzioni: nella parte alta, attorno al casale
esistente, un bosco organizza l'accessibilità e la percezione
delle strutture per la ricerca e l'accoglienza della nuova sede dell'IZS.
Il bosco contiene/nasconde le attrezzature principali di supporto al
centro di ricerca (parcheggi, campi sportivi, aree per il tempo libero).
Sotto gli alberi si lascia l'automobile, si perde tempo o si gode il
panorama. Nelle radure del bosco, come buchi nel paesaggio, ci sono
gli spazi per i campi da gioco ed i prati. La struttura architettonica
principale dell'istituto segna il confine tra le diverse parti del parco.
Le linee di acclività del suolo non sono sostanzialmente modificate.
In apparenza, la topografia resta immutata: dalla strada di crinale
si scende nel bosco sul pendio a nord, fino al padiglione vetrato che
contiene le strutture convegnentistiche, di formazione e di accoglienza.
Il paesaggio attraversa il fabbricato e poi ricopre parzialmente il
corpo a valle dei laboratori, creando un giardino pensile panoramico
su cui si aprono il ristorante e il foyer della sala convegni. |
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Sezione. Pianta al livello 0. L'area di valle è destinata al parco agricolo. Gli stabulari e le altre attrezzature per l'allevamento e le terapie sociali sono localizzati all'interno dei volumi esistenti o dei salti di quota del terreno. L'intenzione del progetto è quella di aggiungere il meno possibile alla ricchezza del paesaggio esistente. Anche le strade ripercorrono tracciati preesistenti. Le diverse funzioni sono localizzate a creare degli ambienti del paesaggio fruibili come sezioni tematiche del parco agrario. Il progetto utilizza i materiali costitutivi del paesaggio locale per la costruzione dello spazio fisico del parco agro-scientifico. Gli 80 ettari occupati dall'area di progetto sono un frammento di paesaggio abruzzese. La sua topografia, le querce secolari, i laghetti negli avvallamenti del terreno, i campi coltivati, la rete dei sentieri, sono un patrimonio da valorizzare. Questo è l'intento del progetto. Il nuovo paesaggio generato dall'inserimento dell'edifico è inscritto in una zona chiaramente definita dal bosco, il resto dell'area si apre verso la valle ed i campi agricoli. |
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Planimetria. Prospetto da valle. Dalla strada la materia scivola verso valle e diventa verde, l'asfalto diviene prima prato carrabile e poi si perde nel paesaggio. La topografia artificiale definisce gli spazi di sosta, guida i flussi verso gli ingressi, regola lo smaltimento delle acque piovane. Tre elementi costruiscono il progetto di suolo del nuovo versante collinare: - le superfici ad asfalto drenante - il prato rinforzato - le piccole scarpate. Il bosco, più fitto sul versante sud della collina, si dirada avvicinandosi all'edificio fino a scomparire completamente in prossimità del dislivello del "calanco". I rimanenti 70 ettari dell'area di progetto sono trasformati in un parco agricolo in modo da valorizzare l'uso attuale del suolo. Il parco costruisce una continuità fisica e funzionale con il territorio circostante. In esso sono collocate le stalle e tutti gli spazi necessari per i cavalli, gli stabulari e una voliera. L'area del parco è fruibile grazie ad una rete di sentieri e strade che, riprendendo la rete dei percorsi esistenti, fiancheggiano i campi, toccano le depressioni dei laghetti e collegano l'edificio principale e la cascina e con il paesaggio circostante. Vista del modello. |
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LAYOUT. La disposizione planimetrica fa assomigliare l'impianto
dell'edificio ad una mano appoggiata sul terreno con il palmo contro
terra e le dita leggermente divaricate disposte lungo il declivio secondo
la linea di massima pendenza. Questa conformazione dello spazio deriva
dalla scelta di permettere al maggior numero di ambienti di godere della
vista verso valle che si ha da quel punto del lotto. Dal padiglione
vetrato in alto, con la hall di ingresso e la sala dei convegni, si
vede invece il Gran Sasso. Il fabbricato si compone di tre figure, o
corpi volumetrici:la barra, il concourse, il nastro, secondo uno schema
tipologico a pettine, che si realizza solo al piano dei laboratori e
tende a semplificarsi agli altri livelli, seguendo l'andamento della
topografia.testo |
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PADIGLIONE.
Verso monte vi è la "barra" vetrata pluripiano, parallela
alla strada, conficcata nel pendio e attraversata dal paesaggio, contiene
gli spazi di comunicazione e di relazione delL'Istituto: le strutture
di accoglienza, quelle per l'insegnamento e la formazione, per i convegni
e i seminari, le attrezzature collettive. Al piano interrato il parallelepipedo
contiene i locali tecnologici, le officine e i magazzini ed i laboratori
di massima sicurezza. La barra funziona come un accumulatore di senso.
Presenta l'edificio verso la strada e ne descrive la natura nel rapporto
con la topografia e il paesaggio. Questo volume è coperto da
un tetto doppio. Un solaio di copertura tradizionale e inclinato chiude
gli spazi funzionali dell'Istituto definendone la qualità volumetrica.
Al di sopra di questo una struttura orizzontale è sospesa, come
un tappeto volante, descrive l'ingombro volumetrico della barra, ombreggia
la copertura sottostante mediante pannelli fotovoltaici che contribuiscono
al bilancio energetico dell'Istituto. |
Flussi. |
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Concourse. Conference. |
CONCOURSE.
Il secondo corpo volumetrico del fabbricato è il concourse, uno
spazio fluido centrale che stabilisce il luogo delle connessioni interne
nello spazio tra le diverse funzioni del centro. Nel cuore del concourse
gli spazi dell'interazione tra gli studiosi, con la biblioteca, il fitness
center, le sale per le riunioni e i workshop. Le corti vetrate illuminano
e contribuiscono alla gestione del clima interno, vi possono essere
anche allestiti spazi ricreativi o, anche, ospitati animali. NASTRO. Tutti gli ambienti per il lavoro di ricerca sono disposti nel nastro perimetrale panoramico che corre lungo le dita del pettine. All'interno del nastro tutti gli spazi operativi possono comprimersi o dilatarsi a seconda della necessità. Siano essi uffici, laboratori con e senza camice bianco, godono tutti della stessa qualità dello spazio, con vista, illuminazione naturale, accessibilità diretta a balconi e terrazze. La qualità dello spazio è diffusa e omogenea. Uguale per tutti. Di giorno il fabbricato è un salto di quota nel paesaggio controluce. Di notte la striscia dei laboratori accende una traiettoria luminosa nel fianco della collina. |
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FUNZIONI.
La distribuzione delle funzioni nell'edificio si basa sul principio
di un passaggio graduale da spazi di uso pubblico a spazi ad accesso
riservato. Procedendo da Est ad Ovest, dalla hall di ingresso si accede
agli spazi pubblici dell'Istituto: le sale conferenze, le sale riunioni,
le aule e alla mensa, alla foresteria, all'asilo ed al centro ricreativo.
Dal concourse, ad un livello intermedio di sicurezza, si accede agli
uffici amministrativi, alla direzione, alla biblioteca e ai laboratori
"senza camice bianco" posti nel primo corpo su due livelli.
Il concourse è uno spazio di connessione tra i laboratori ed
è allo stesso tempo spazio per le relazioni, la sosta ed il caffè.
Dal concourse si accede ai "laboratori con camice bianco"
in classe 1 e 2 che occupano gli altri due corpi dell'edificio, all'
accettazione, ai magazzini e ai servizi logistici. I laboratori di massima
sicurezza in classe 3 e 4 sono un nucleo autonomo dell'edificio, isolati
ed autosufficienti, in comunicazione diretta sia con i "laboratori
con camice bianco" con l'accettazione che con l'esterno. PERCORSI. Il sistema dei percorsi interni del fabbricato segue uno schema essenziale. In corrispondenza con l'ingresso dei ricercatori dall'alto si trova il corpo scale e ascensori per la discesa ai laboratori. Dalla hall di ingresso partono anche le rampe di discesa alla sala dei convegni e al ristorante. Il concourse distribuisce i flussi interni diretti ai laboratori e alla biblioteca. Nei fingers i corpi scala ascensori collegano agli spazi di lavoro al livello inferiore. A questo piano,inoltre,c'è un percorso di servizio (percorso-sporco) che collega i laboratori agli spazi della lavanderia, della logistica ed alle centrali. Gli stessi percorsi guidano le direzioni dei cavedi per la distribuzione impiantistica. (dalla relazione di progetto) |
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RICCI
& SPAINI. Istituto Zooprofilattico Sperimentale a Teramo |
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progetto
architettonico: Mosè Ricci e Filippo Spaini, Rossana M.G. Lamanna con I. Antunes, A. Pasqua, L. Pellicanò, A. Raimondi, C. Rivera, C. Rizzi, E. Smiglak, S. Stortone, A. Tursi sviluppo ingegneristico: Gabriele Del Mese (Arup Italia) con L. Marengo, K. Falbe-Hansen, M. Codignola, P. Guarisco, D. Barlow ingegneria del valore e geotecnica: Domenico Memme (Panproject) con M. Di Muzio, N. Sciarra, E. Leonardis consulenti per il paesaggio: studio.eu (P. Cannavò, I. Nicotera, F. Venier) |
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Mosè
Ricci (Firenze, 1956. Architetto). Professore Ordinario di
Urbanistica presso la Facoltà di Architettura di Pescara; Medaglia
d'argento del Presidente della Repubblica ai Benemeriti della Cultura
e dell'Arte Italiana (2003). Fulbright Scholar GSD Harvard University;
Visiting Professor: Graduate School of Design, Harvard University, USA;
School of Enviromental Design, University of Waterloo, Canada; BTU Cottbus
(D); Weissensee University Berlino (D). Principali pubblicazioni: Francesco
Bonfanti Architetto, Electa, 1984; Natura della città e forma
del Piano, Officina, Roma, 1991; Figure della trasformazione,
Ed'A, Pescara 1996; 100 occhi, Meltemi, Roma, 2001; Rischiopaesaggio,
Meltemi, Roma, 2003. È consulente del Ministero per i Beni e
per le Attività Culturali nella commissione per la redazione
della nuova legge sull'architettura (1999) e per la stesura della "Carta
del Rischio" (92-95). Dirige, con Rosario Pavia, la collana "Babele"
sulla città e il cambiamento, per la Meltemi editore di Roma. Filippo Spaini (Roma, 1955. Architetto). Vincitore borsa di studio Fullbright, Master of Architecture presso la Rice University, Houston, Texas. Ha svolto conferenze presso: Facoltà di Architettura, Pescara; Facoltà di Ingegneria, Perugia; Scuola di Specializzazione in Progettazione Urbana, Napoli; Syracuse University, Firenze; Georgia Tech University, Atlanta e Parigi; Ohio State University, Roma; Texas A&M, Castiglion Fiorentino, Cornell University, Roma. Honor Visiting Professor presso la University of Houston. Esperto in progetti di rifunzionalizzazione di contenitori di interesse storico, attualmente è Presidente della Commissione di Collaudo per il progetto di Restauro del Museo del Duomo di Vercelli, finanziato dalla L 270 per il Giubileo del 2000. Principali pubblicazioni: Natura della città e forma del Piano, Officina, Roma, 1991; Recovering Waned Cities. Butte, Montana, Ed'A, 1994; voce "Mario Fiorentino", Dizionario Biografico dell'Istituto della Enciclopedia Italiana. Dal 1984 ha studio con Mosè Ricci. Il loro lavoro è stato esposto in diverse mostre in Italia e all'estero e nella sezione italiana della VI Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, 1996. Lo studio di architettura Ricci & Spaini ha concentrato la propria attività su occasioni concrete di intervento sviluppando una costante ricerca della qualità del progetto all'interno delle condizioni di operatività proprie del settore edilizio. Particolare attenzione è stata rivolta alle opere pubbliche, al settore degli spazi pubblici e di uso pubblico, con consulenze per pubbliche amministrazioni per interventi sul patrimonio storico (restauri, progetti di sostenibilità ambientale e paesaggistica), per la progettazione e la costruzione degli spazi pubblici e collettivi, sia per la committenza privata (alberghi, centri termali, complessi residenziali) che per quella pubblica (stazioni F.S. e metropolitane urbane, piani urbanistici, parchi, centro espositivo, centro congressi); e alla partecipazione a concorsi di idee nazionali ed internazionali con diversi premi e riconoscimenti. Ricci & Spaini ha inoltre partecipato alla redazione di diversi studi di fattibilità per conto delle amministrazioni locali e centrali, e per la riqualificazione urbana con lavori per la Provincia di Roma, per il Municipio di Debrecen (HU), per la città di Butte Montana, e per il comune dell'isola di Kalymnos - Grecia (fronte del porto). Ha in costruzione al Cairo la nuova sede USAID per il governo federale USA, di cui ha curato la ideazione e progettazione esecutiva in collaborazione con SOM New York, la nuova sede dell'Ambasciata Australiana a Roma, la stazione di Arcore e le nuove barriere antirumore per la linea ferroviaria del Brennero. Lo studio ha consolidato esperienza nella progettazione delle infrastrutture di trasporto pubblico con la partecipazione alle fasi finali dei concorsi per le Grandi Stazioni Tiburtina e Firenze (menzione d'onore) e con l'aggiudicazione della gara per la progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva (in fase di attuazione) delle barriere antirumore standard per 2500 Km di linea ferroviaria. Attualmente ha in corso la progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva delle Stazioni di Patti e Rometta Messinese della linea Messina - Palermo, per Italferr. L'altro filone di esperienza specifica dello studio riguarda l'intervento sul patrimonio storico e sulle strutture museali con numerose collaborazioni e progetti per il Ministero per i Beni Culturali e con la realizzazione, tra l'altro, del Museo Michetti a Francavilla al Mare (CH), dei servizi aggiuntivi per Villa d'Este a Tivoli, e del progetto di musealizzazione degli edifici annessi al Chiostro del Duomo di Cefalù. |
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FILES: CRISTIANO TORALDO DI FRANCIA: AL CENTRO IL PAESAGGIO |
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