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Archeologia del moderno. Da Durand a Le Corbusier |
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![]() Ignasi de Solà-Morales "Archeologia del moderno. Da Durand a Le Corbusier" (a cura di) Michele Bonino e Daniele Vitale Umberto Allemandi & C., Torino-Londra-Venezia-New York, 2005 pp. 227, €25,00 acquista il libro online! |
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Il
testo qui riportato è un estratto dall'ultimo capitolo "Classicismi
nell'architettura moderna" (consultabile anche in forma integrale)
del libro che raccoglie gli scritti di Ignasi de Solà-Morales e che
segue il volume già pubblicato da Allemandi,
Decifrare l'architettura. Inscripciones del XX secolo, del 2001.
I due volumi, a cura di Michele Bonino, di Michele Bonino e Daniele
Vitale il secondo, riuniscono la quasi totalità dell'opera teorica dello
studioso catalano prematuramente scomparso nel 2001. ARCH'IT ringrazia
i curatori e la casa editrice per la gentile concessione alla pubblicazione.![]() |
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Nei
recenti tentativi di revisione dell'architettura attuale sembra quasi
diventata un luogo comune la ricerca dei possibili elementi di contaminazione
dell'architettura detta del Movimento moderno con l'architettura del
neoclassicismo. Pare che andare a caccia di processi ibridi sia una
delle maggiori soddisfazioni della critica recente: ed è certo per il
desiderio di mostrare che esiste una chiara discrepanza tra gli obiettivi
dichiarati dall'avanguardia -che tra l'altro supponevano il rifiuto
della tradizione accademica intesa come classicismo- e il panorama reale
dell'architettura europea e americana, di fatto molto meno lontano da
questa tradizione di quel che i manifesti programmatici lasciavano credere.
Logicamente questa intenzione è anche legata a una critica della storiografia
che ha assunto veste ufficiale, e che è strettamente connessa alle illusioni
dell'avanguardia: secondo questo atteggiamento critico, la storia dell'architettura
dopo gli anni Venti diventa una storia selettiva, costruita a partire
dalle posizioni unilaterali dell'avanguardia e destinata, in modo premeditato,
a giustificarle e a divulgarle.![]() Ma se questa salutare rottura del monolitismo interpretativo ha portato a una comprensione dei fatti più libera e apparentemente priva di pregiudizi, d'altra parte non vi è mai stato un vero tentativo di superare le categorie su cui quella storiografia si basava. Così nel racconto ufficiale che va dai «pionieri» ai «maestri», e dai maestri alla «seconda» e alla «terza» generazione, stabilendo una sorta di continuità lineare nella trasmissione della sacra fiaccola dei principi del Movimento moderno, si arriva solo a mettere in contrapposizione tra loro una serie di episodi puntuali, utili a dimostrare che la linearità di questa storia non è poi tale e che ci sono elementi discordanti, strade senza uscita e false piste che pretendono una lettura non linearmente evolutiva, ma labirintica. ![]() Per quanto un po' temeraria, l'intenzione di questo scritto è di penetrare nel labirinto, non per contribuire al cerimoniale della confusione ma per proporre una certa cartografia, che, anche se non può risolvere alla radice le complicazioni che la storia dell'architettura presenta, vuole ugualmente concorrere a fornire un criterio di ordinamento, forse differente, del numero incontrollabile dei «pezzi che non coincidono», delle opere e figure che non si possono né ignorare né collocare semplicemente nell'enorme calderone dell'eterodossia. In altre parole: vorrei proporre la definizione di tre situazioni differenti, tra le architetture che si possono etichettare come contaminate dal classicismo, per capire che si tratta di tre modi molto diversi di interpretare lo stesso termine. Ciò significa, tra l'altro, che non esiste un dualismo stabile e soprastorico tra il classicismo e l'architettura moderna, ma molte situazioni differenti. Così, ciò che spesso è stato compreso nel termine classicismo non può essere inteso come una classificazione monolitica ma come un insieme di atteggiamenti diversi, per i quali il riferimento a un ipotetico e unitario classicismo non è altro che il risultato di un'interpretazione senza che, per il resto, essi abbiano molto a che vedere gli uni con gli altri. Ignasi de Solà-Morales |
[20may2005] |
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Questa pagina è stata curata da Matteo Agnoletto. laboratorio
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