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ARCHITETTURA E POSTMODERNITÀ
a cura di Patrizia Mello

[ABSTRACTS]

GIANNI PETTENA
Pensiero e Progetto

[19feb2001]
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Ricercare e/o costruire, che fare del glorioso passato, figli legittimi o non del movimento moderno, grigi o bianchi, moderno o postmoderno, radicali o razionali, costruttivisti o decostruttivisti: le linee di ricerca interpretano da tempo (partiti progressisti o partiti conservatori, conformismo o trasgressione, presenza del passato o desiderio di futuro) contrapposizioni che di volta in volta vedono prevalere valenze passatiste o progressiste.

Di fatto, in questo secolo, ai desideri di futuro di fiere mondiali e olimpiadi fine secolo e millennio, subentra spesso un ritorno all'ordine, un riordinamento concettuale e linguistico, una mediazione tra razionale e immaginario.

Come sospensione temporanea degli eccessi delle avanguardie si afferma la stagione modernista, la sfida del razionale, l'eliminazione di eccessi linguistici al fine di riacquistare equilibri formali e concettuali, una corrispondenza tra pensiero e linguaggio diretta, semplificata, una stagione di autoprivazioni materiali e meditazioni ascetiche.

Il dopoguerra registra un ritorno, nell'ultimo quarto di secolo, di una stagione di insofferenza a queste privazioni: radicale, postmoderno, decostruzione, minimalismo, che comunque restano momenti di reazione e contrapposizione al moderno più che fenomenologie di ritrovati nuovi equilibri.

Così, se l'architettura si occupa, sempre nel suo ambito, di storicizzazioni di passati più o meno equilibrate, comunque e sempre di ricerche specifiche interne a un ambito disciplinare ben definito, il mondo dei linguaggi dell'arte incomincia già dal dopoguerra a registrare con insofferenza e delusione la progressiva assenza di adeguate trascrizioni, anche in forma d'architettura, del divenire della ricerca e dei processi evolutivi della cultura del tempo.

Il mondo delle arti visive intraprende così autonomamente il proprio percorso di ricerca: ciò che originariamente viene definita 'land art', 'conceptual art' e oggi viene chiamata arte ambientale.

Quell'architettura ove le ricerche specifiche delle arti visive, concettuali e linguistiche, si trascrivono in architetture a forte valenza poetica e rigorosa innovazione formale: un'architettura per la mente non attardata da sterili dibattiti di legittimità disciplinari ma aperta invece a pensare e connotare i territori della fisicità ambientale in forti espressioni di pensiero e intensità emozionali.
Gianni Pettena

Nato nel 1940, si laurea nel 1968 presso la Facoltà di Architettura di Firenze dove svolge attività didattica a partire dal 1973 e dove è ora professore di Storia dell'Architettura Contemporanea. Dal 1983 ha insegnato e tenuto conferenze alla Domus Academy di Milano, scuola internazionale post-laurea di design. A partire dagli anni '70 ha avuto incarichi d'insegnamento e ha tenuto seminari e conferenze in molte università e scuole di design e architettura negli Stati Uniti e Gran Bretagna. Tra queste: Architectural Association London, Pratt Institute, New York University, Columbia University, Parsons School of Design, Boston Architectural Center, Syracuse University, University of Utah, Minneapolis College of Art and Design, Kent State University, California State University, Stanford University. Svolge tuttora intensa attività di conferenziere e visiting critic presso queste e altre scuole d'architettura. Tra i suoi studenti Nigel Coates, Peter Wilson, Michele De Lucchi, Johanna Grawunder, Marco Zanini, Mike Ryan, Tim Power. 

Co-fondatore e co-ispiratore alla fine degli anni '60 del movimento della 'Architettura Radicale' e in seguito della 'Global Tools' svolge, con progetti, mobili, installazioni, mostre, scritti teorici, saggi e testi, attività sperimentale intesa ad eliminare confini disciplinari e rivisitare e reinventare alfabeti e linguaggi. Inizia in questi anni la collaborazione costante con le maggiori riviste di architettura e design quali Domus, Modo, Casabella, che continua tuttora così come i contributi a riviste d'arte.  Numerose le partecipazioni a mostre tra le quali si segnalano quelle all'I.B.A. di Berlino, a Trigon Graz, alla Biennale di Venezia in tre occasioni, al Centro Pompidou, alla John Weber Gallery di New York.

Come critico e storico dell'architettura, ha organizzato e allestito mostre sui più importanti esponenti dell'odierna architettura e sulle scuole e tendenze di maggior interesse: Venturi, Meier, Superstudio, Isozaki, Ungers, Hollein, London AA, Visioni d'Ambiente (Design sperimentale contemporaneo), Architectural Teaching USA, Sottsass jr. Nel 1994 E' stato chiamato dal Commissario della Biennale di Venezia Architettura a collaborare al coordinamento delle mostre per la Biennale Architettura 1996 dove ha personalmente curato la mostra 'Radicals. Architettura e Design 1960-1975'. Nel giugno 1996 ha presentato per la prima volta in Europa l'opera di Frederick Law Olmsted, considerato il fondatore della moderna architettura del paesaggio, in una mostra alla Galleria degli Uffizi di Firenze: 'Olmsted. L'origine del parco urbano e del parco naturale contemporaneo'. Nel 1999 ha ideato la grande mostra sul lavoro di 'Ettore Sottsass jr. e Associati' tenutasi al Museo Pecci di Prato e curato un'ampia panoramica sulla 'Architettura sperimentale 1969-1999', la mostra 'Archipelago', presso il Palazzo Fabroni di Pistoia. 

Come progettista, oltre ad avere allestito numerose mostre e collezioni tra cui "Il ritorno dei re" (Chiostri di S. M. Novella, 1980), "Radicals" (Biennale di Venezia, 1996), "Archipelago" (Palazzo Fabroni, Pistoia 1990) svolge la sua opera per il restauro e recupero di edifici storici, per la tutela del patrimonio artistico e architettonico e per la riqualificazione di ambiente e territorio. Tra i progetti recenti un edificio di integrazione e ampliamento del Municipio di Canazei, opera di Ettore Sottass sr., e i progetti di restauro e riconversione dell'edificio storico 'Tonnara dell'Enfola' e del Forte Inglese all'Isola d'Elba.
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