home > files

Files

nodi
idee per una casa italiana a bangkok

stefano mirti + walter aprile
Dal 14 marzo prossimo sarà visitabile, presso il SESV di Firenze, la mostra NODI. Idee per una casa italiana a Bangkok. La mostra racconta la cultura dell'abitare nel nostro Paese, la nostra capacità progettuale, il saper mettere in gioco la tradizione attraverso un uso discreto delle nuove tecnologie. L'esposizione è la conseguenza di un eccezionale percorso di ricerca che va da Quarrata a Bangkok, approfondito in 10 progetti esemplari documentati nel catalogo pubblicato da Mandragora, cui hanno preso parte giovani progettisti (i torinesi Cliostraat), pubblici amministratori (l'ex Sindaco di Quarrata Stefano Marini), così come commercianti, impresari, studiosi e artisti di diversi Paesi. Nel porre in primo piano la capacità progettuale di stabilire contatti con persone nuove, provenienti da discipline e da geografie lontane, la mostra NODI presenta una delle manifestazioni più significative ed originali dell'attuale ricerca architettonica italiana. Abbiamo chiesto a Stefano Mirti e Walter Aprile, due degli autori dell'iniziativa, di introdurne i temi principali.




apparentemente si tratta di una mostra, cioe' e' una mostra a tutti gli effetti.
una mostra che viene fatta con la complicita' di marco brizzi e degli altri amici del sesv (non possiamo non ringraziare annarita papeschi e germana de michelis per il loro fondamentale contributo).


dunque,
dicevamo,


si tratta di una mostra.
pero' in verita' la mostra e' un po' una scusa.


nel corso dei mesi e anni passati sono stati fatti una serie di progetti in luoghi vicini e lontani, coinvolgendo svariate persone.

www.atomicsky.com
www.bangkok-quarrata.org
www.e-flux.com/projects/do_it/manuals/artists/b/
B011/B011.html


ci si e' accorti che il valore reale di questi progetti non stava poi tanto nei progetti stessi, quanto piuttosto nella possibilita' di stabilire relazioni tra persone diverse.

come recita la frase introduttiva del catalogo (mais oui, come in ogni mostra che si rispetti, c'e' pure un catalogo in quadricromia con i testi, le immagini e tutto il resto):

abbiamo un'ipotesi.
nel mondo contemporaneo quello che conta veramente sono i contatti, le relazioni.
nonche' la qualita' di questi contatti e queste relazioni.


per capirsi,
in termini brutali:
se tu vuoi fare l'avvocato, e' plausbilmente piu' significativo il fatto che tuo papa' abbia uno studio avviato, rispetto al tuo quoziente d'intelligenza o alla media dei voti nel libretto universitario.


se vale per gli avvocati, perche' dovrebbe essere diverso per i designer o architetti?



dopodiche',
non e' detto che tutti si nasca con il papa' (o con la mamma) con studio avviato.
dunque, che si fa?
si cambia mestiere?

[12mar2003]
ma quando mai.
il fatto che le relazioni non siano date in termini di parentela, vuole semplicemente dire che dobbiamo/possiamo costruirle in termini di progetto.
guardare alla professione dell'architetto in termini di relazioni.
progettando il network complesso che ci permette di stare al mondo e magari di inserire nel mondo stesso elementi micronici di qualita' aggiunta.


del resto,
data la complessita' del mondo stesso,
avere un'agenda con tanti nomi, persone che si conoscono, amici, fornitori di fiducia, persone a cui abbiamo fatto (o da cui abbiamo ricevuto) un favore e' un elemento mica da poco.




tutta questa premessa e' importante perche' e' il vero nocciolo concettuale del nostro lavoro in corso.


a noi piacerebbe pensare/progettare/costruire un negozio italiano a bangkok.
perche' bangkok?
mah, semplicemente perche' laggiu' abbiamo dei contatti molto buoni, perche' sono stati fatti dei lavori in passato, perche' e' un luogo bello, affascinante, divertente.




un negozio italiano a bangkok,
cercando di evitare le scorciatoie tipiche dei grandi marchi italiani in versione export.


sia chiaro,
il modello di prada a new york, o fuksas a hong-kong ci sembra sensato e interessante.
giusto che siccome noi non siamo parte dello star system, nessuno ci chiamera' mai.
da cui ci sembra piu' ragionevole inventarci una nostra strada autonoma.




comunque sia,
il nostro negozio italiano a bangkok ce lo immaginiamo come una casa.
che e' peraltro una metafora non particolarmente ingegnosa o originale.
anzi,
abbastanza semplicina e stupida (del resto noi siamo architetti, mica fisici teorici).


un negozio che sia come una casa.
che tu entri e ti sembra di essere in una abitazione.
magari ricostruita non in termini letterali, ma un pochetto metaforici.
che ci sia la cucina, il bagno, la pasta sul fuoco, la tele accesa, il salotto con le riviste, la camera da letto piena di cassetti che custodiscono segreti e gelosie assortite.




a noi non interessa la vendita del prodotto, quello che sembra intrigante e' il ragionare in termini di vendita di esperienza.
il chianti a bangkok gia' ce l'hanno.
quello che non c'e' e' un luogo in cui si spieghi quando si beve il vino rosso e quando si beve il vino bianco, come si cucina la pasta, e come mai agli italiani il caffe' piace farlo e berlo in una data maniera.


l'esperienza.
come comunicarla, come condividerla, come immaginare un sistema economico che travalichi il sistema ‘i shop therefore i am'.


in questo senso la cultura italiana e' un riferimento utile.
a partire da marco polo che era sostanzialmente un grande commerciante (il fatto che era anche un grande viaggiatore era una variabile legata al commercio).
la cultura italiana nei suoi picchi assoluti e' assolutamente inscindibile dal commercio.
ci sono popoli che hanno una grande cultura e un grande stato.
altri popoli hanno una grande cultura, ma lo stato e' meno strutturato.




la gran bretagna, gli stati uniti, si espandono nel mondo a colpi di flotte, cannoni, eserciti in divisa.
per l'italia questo non e' possibile.
l'espansione nel mondo deve avvenire in altri termini, piu' vicini agli stili di vita, alla pizza, alla musica, alla moda.
l'unica comunicazione possibile deve avvenire in termini sottili, legati al piacere, al gusto che persone che abitano in paesi lontani possono provare per alcuni elementi della nostra cultura.


in questo senso, ci sembra molto bello poter dire che la nostra ipotesi si fa carico anche degli aspetti che sono generalmente considerati sconvenienti o da tenere nascosti.
e' un'ipotesi che puo' funzionare solo se funziona dal punto di vista economico e finanziario.
le nostre idee hanno valore non se sono in linea con il famoso testo di tafuri o con la posizione concettuale che tenne ignazio gardella nel ciam del '54.
no.



le nostre idee hanno valore se troveranno dei finanziatori disposti a condividere questa scommessa.
se saremo in grado di ampliare la nostra rete a coinvolgere quelle competenze che a noi mancano, se il pezzo di progetto sara' sufficientemente flessibile per relazionarsi con altre reti dai meccanismi a noi un poco sconosciuti.




la mostra al sesv e' il primo passo.
e' un progetto che di sua natura e' necessariamente aperto, che si nutre di collaborazioni, incroci, intrecci.


14 marzo: inaugurazione (ore 12.00 e ore 17.00)
21 marzo: assaggiando l'italia (a cura di romina savi)
4 aprile: festa di chiusura


il tutto avviene nello spazio espositivo di santa verdiana, il SESV, in piazza ghiberti 27 a firenze.

per ora,
ci sembra di aver detto tutto.
il website sara' operativo dal giorno dell'inaugurazione: www.supermoderno.it


vi aspettiamo.

walter aprile
massimo banzi
anna barbara
rachaporn choochuey
germana de michelis
alessandra esposito
sara manazza
stefano marini
stefano mirti
sergio paolantonio
annarita papeschi
matteo pastore
luca poncellini
carolina rapetti
francesca sassaroli
stefano testa


> SUPERMODERNO.IT
> SESV
> BRIZZI: ARCHITETTI DA LEGARE
> SIMPLE TECH
> ...UNA ROSA NON E' IL PANE

Per qualsiasi comunicazione
 è possibile contattare la
redazione di ARCH'IT


laboratorio
informa
scaffale
servizi
in rete


archit.gif (990 byte)

iscriviti gratuitamente al bollettino ARCH'IT news







© Copyright DADA architetti associati
Contents provided by iMage