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Riprogettare la città moderna. Concorso di idee per la riqualificazione dei quartieri Borgo San Sergio e Rozzol Melara a Trieste

Elena Marchigiani e Alessandra Marin
Si è recentemente concluso il concorso internazionale di idee "Riprogettare la città moderna" indetto dall'Ater della Provincia di Trieste e la Facoltà di architettura dell'Università degli studi di Trieste -con il Comune e la Provincia di Trieste, la DARC del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l'Ordine degli architetti della Provincia di Trieste– per la riqualificazione dei quartieri Borgo San Sergio e Rozzol Melara. ARCH'IT presenta i progetti vincitori con dettaglio sui primi classificati: 'infinite declinazioni', il progetto del gruppo diretto da Ettore Donadoni (con una nota di Francesco Infussi) e 'Linea attiva', quello del gruppo di Massimo Ferrari (commentato da Nicolò Privileggio) vincitori ex aequo il concorso indetto per Borgo San Sergio e riservato agli studenti delle Facoltà di architettura e ingegneria; 'carsicittà', il progetto di ma0 vincitore del concorso per Rozzol Melara. La pubblicazione è introdotta da Paola di Biagi con una presentazione dell'iniziativa nella sua più articolata collocazione, e si conclude con una ricognizione sulle due aree compiuta da Elena Marchigiani e Alessandra Marin, inclusiva di una intervista a Manuel de Las Casas.




  In occasione del suo centenario l'Ater della Provincia di Trieste e la Facoltà di architettura dell'Università degli studi di Trieste hanno bandito –con il Comune e la Provincia di Trieste, la Direzione per l'architettura e l'arte contemporanee del Ministero per i beni e le attività culturali, l'Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti, conservatori della Provincia di Trieste– un concorso internazionale di idee aperto a giovani progettisti, rivolto alla riqualificazione di due quartieri pubblici triestini. Al centro della competizione sono stati i quartieri Borgo San Sergio, proposto agli studenti delle Facoltà di architettura e ingegneria, e Rozzol Melara, proposto ad architetti e ingegneri under 40.

[12apr2003]
> VINCITORI I due quartieri rappresentano differenti idee di città, emblematiche di diversi periodi del secondo Novecento triestino e italiano. Quando nel 1957 Ernesto N. Rogers propone l'impianto generale del grande quartiere Cep triestino, Borgo San Sergio intende dare forma a una sorta di "città satellite" dalle linee organiche, collegata al nuovo porto industriale ma programmaticamente separata dalla città consolidata; Rozzol Melara, progettato dalla fine degli anni '60 da un ampio gruppo di professionisti coordinati da Carlo Celli, si richiama invece all'idea della megastruttura, al modello dell'edificio-città, di una diga che si vuole opporre alla proliferazione e alla disseminazione della periferia, assorbendo e racchiudendo al proprio interno spazi e funzioni urbane.

Elena Marchigiani, architetto, è dottore di ricerca in urbanistica e svolge attività didattica e di ricerca presso le Facoltà di architettura di Trieste e di Ferrara. Alessandra Marin, architetto, è dottore di ricerca in pianificazione territoriale e svolge attività di ricerca e didattica presso l'Istituto universitario di architettura di Venezia e la Facoltà di architettura di Trieste. Le didascalie che illustrano i progetti sono state redatte dalle autrici.
Entrambi i quartieri, seppure in maniera diversa, hanno nel tempo rivelato problemi che oggi chiedono di essere affrontati e risolti, sia in relazione al rapporto con le dinamiche dell'espansione urbana, sia alla "tenuta" del modello insediativo adottato. Il concorso ha prodotto interessanti proposte progettuali che, prefigurando un miglioramento dello spazio abitabile esterno nei due quartieri, ipotizzano per queste parti urbane un nuovo ruolo all'interno della città contemporanea. Un approccio comune ai progettisti è stato infatti quello di rivisitare in modi spesso innovativi il senso, la forma e la funzione degli spazi aperti, collettivi e di relazione, nella convinzione che i processi di riqualificazione urbana debbano prioritariamente concentrarsi proprio sul ridisegno di questi luoghi.

Come ha sottolineato Manuel de Las Casas, presidente della Giuria del Concorso, "le soluzioni avanzate dagli studenti e dai giovani neo-laureati per il ridisegno degli spazi di Borgo San Sergio si sono dimostrate particolarmente ricche d'immaginazione. Molti progetti hanno proposto di agire tramite numerosi interventi minuti, attraverso i quali sono però riusciti ad articolare un nuovo sistema di spazi e relazioni all'interno del quartiere. Personalmente, sono molto interessato a questo tipo di operazioni progettuali, perché credo che la trasformazione della realtà in cui viviamo possa realizzarsi attraverso piccoli contributi (siano essi ideologici o formali) e non attraverso grandi disegni utopici. Credo nell'utopia dello scienziato e non in quella del sognatore; in quell'utopia controllata del ricercatore che, studiando un caso concreto e individuando nuovi organismi, ricava la generalità di un'ipotesi interpretativa e così facendo cambia l'immagine del mondo.


Quartiere Rozzol Melara. Veduta dall’alto del complesso edilizio
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Il tema proposto ai giovani architetti e ingegneri dal concorso per Rozzol Melara è molto più complesso, proprio per la difficoltà di doversi confrontare con un grande oggetto architettonico. Dalle soluzioni presentate è emersa con evidenza la necessità di un progetto di trasformazione degli spazi del centro. [...] Le proposte di maggiore interesse, pur partendo dall'idea comune di creare un nuovo sistema di percorsi all'aria aperta da sostituire a quello delle gallerie coperte all'interno dell'edificio, sono giunte alla formulazione di quattro distinte famiglie di soluzioni progettuali per il ridisegno degli spazi aperti interni al complesso e delle loro relazioni con quelli esterni.


Quartiere Rozzol Melara. Sezione assonometria di progetto relativa a una campata (Fonte: C. Celli, “Pubblico e privato nell’insediamento di Rozzol Melara”, Casabella, n. 437, 1978)
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Quartiere Rozzol Melara. Assonometria isometrica di progetto (Fonte: C. Celli, “Pubblico e privato nell’insediamento di Rozzol Melara”, Casabella, n. 437, 1978)
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Quartiere Borgo San Sergio. Planimetria generale del progetto, [1956] (Fonte: Ente del porto industriale di Trieste, Notiziario, numero speciale su Borgo San Sergio, maggio 1956)
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Quartiere Borgo San Sergio. Schizzo di progetto relativo alla piazza del mercato, [1956] (Fonte: Ente del porto industriale di Trieste, Notiziario, numero speciale su Borgo San Sergio, maggio 1956)
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Quartiere Borgo San Sergio. Veduta dal monte Castiglione
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Un primo gruppo di progetti ha avanzato la proposta di costruire nella corte, sostituendo le attrezzature oggi poste al centro dello spazio racchiuso dal quadrilatero con edifici adibiti a ospitare nuove funzioni collettive. [...]
Un secondo gruppo di soluzioni è stato mosso dall'intento di recuperare e rafforzare la valenza utopica del progetto originario. Liberando il centro dal sistema poco chiaro delle attrezzature e mantenendo solo i volumi delle due L residenziali, il complesso è collocato all'interno di un landscape reso continuo. [...]
Una terza famiglia di progetti ha invece lavorato accostando al grande volume una scala più minuta di spazi e di percorsi urbani. In questo riprendendo le modalità di costruzione per sovrapposizione di differenti scale e operazioni che ha caratterizzato il processo di lenta definizione degli spazi della città storica.
Infine un ultimo gruppo di soluzioni ha assunto come intento quello di reinterpretare l'idea di centro, riportando sulla superficie il transito pedonale e ponendo nel sottosuolo le attrezzature pubbliche. Si viene così a creare un grande parco interno che restituisce lo spazio centrale alla fruizione collettiva; uno spazio percorribile che, articolandosi su differenti livelli, offre una ricca sequenza di visioni differenti dell'edificio e di occasioni per la sosta nelle piazze di dimensioni più misurate ricavate all'interno dei cambi di quota dei percorsi pedonali".

(Manuel de Las Casas, intervistato a Trieste il 15 novembre 2002)
COMPONENTI DELLA GIURIA DEL CONCORSO

- Manuel de Las Casas (Facoltà di Architettura, Politecnico di Madrid)
- Bernardo Secchi (Istituto Universitario di Architettura di Venezia)
- Alberto Mazzi (presidente dell'Ater della Provincia di Trieste)
- Margherita Guccione (rappresentante del Darc-Ministero per i Beni e le Attività Culturali)
- Giacomo Borruso (preside della Facoltà di Architettura di Trieste)
- Paola Di Biagi (Facoltà di Architettura di Trieste)
- Marina Cassin (delegata dal sindaco del Comune di Trieste)
- William Starc (delegato dal presidente della Provincia di Trieste)
- Luciano Lazzari (presidente dell'Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti, conservatori della Provincia di Trieste)
VINCITORI DEL CONCORSO:
BORGO SAN SERGIO

Progetto 1° classificato ex aequo

"infinite declinazioni": Ettore Donadoni (capogruppo, Casirate d'Adda, BG), Alessandra Albanese, Manuel Calvi; Nicola Ratti (coll.)

> PROGETTO


STRATEGIE DI RIQUALIFICAZIONE. Il progetto nasce dall'osservazione delle modalità con cui gli spazi aperti e i luoghi di aggregazione esistenti sono concretamente vissuti. Tre sono in particolare le strategie puntuali e diffuse, progettuali e gestionali, delineate per la riqualificazione del quartiere: l'affidamento di una parte del suolo pubblico agli abitanti per la realizzazione di orti e frutteti e la cura dei giardini collettivi; il disegno tra le residenze esistenti di nuovi edifici destinati a ospitare minialloggi, torri-parcheggio e attrezzature; la creazione di una rete di percorsi pedonali connotati da differenti materiali e sistemi di illuminazione.




Progetto 1° classificato ex aequo

"Linea attiva": Massimo Ferrari (capogruppo, Monza, MI), Tommaso Lamera, Arianna Trevisan

> PROGETTO


LINEE, SUPERFICI, VOLUMI. Una linea, data dalla deformazione di alcuni tracciati stradali esistenti, struttura il progetto; dilatandosi e articolandosi volumetricamente, diviene piattaforma per l'insediamento di luoghi collettivi e attrezzature pubbliche: parcheggi, filari di alberi, strutture ricreative e sportive. L'obiettivo è la costruzione di un nuovo suolo che, rimodellando l'andamento altimetrico, crei un insieme di superfici diverse per materiali, funzioni e dimensioni. Tale operazione, plastica e parzialmente distruttiva, intende generare un paesaggio differente ma non estraneo al precedente, instaurare nuove relazioni di continuità spaziale tra il cuore del Borgo e la città.




Progetto 3° classificato

"Vuoto": Marco Zuttioni (Gradisca d'Isonzo, GO); Stefano Cergna (coll.)


UN SISTEMA DI ATTRATTORI. Intento della proposta è restituire ai vuoti del Borgo, originariamente progettati come centralità del quartiere, il ruolo di elementi capaci di addensare attorno a sé nuove attrezzature e servizi collettivi. Il progetto si presenta come una rete di tracciati, percorsi e spazi aperti che si sovrappone alla maglia esistente: una nuova viabilità carrabile razionalizza il flusso veicolare, restituendo agli spazi tra gli edifici il loro carattere relazionale; torri residenziali contribuiscono a ridisegnare i margini dei grandi vuoti; elementi lineari verdi di connessione accolgono i percorsi pedonali e le attrezzature per il tempo libero.




Progetto segnalato

"C'elo": Emanuel Giannotti (capogruppo, Venezia), Davide Fornari, Sebastiano Roveroni, Martino Tattara, Fabio Vanin


UNA PROPOSTA DI DENSIFICAZIONE. Il progetto legge l'attuale scarsa caratterizzazione degli spazi del quartiere come occasione per densificarne il tessuto residenziale e ridisegnarne il suolo, specialmente nel "cuore" destinato alle attrezzature e ai servizi collettivi. I nuovi alloggi reinterpretano, adottando un modulo-base diversamente articolato, la varietà tipologica originariamente proposta dal progetto di Rogers per i nuclei residenziali a bassa densità. Una strategia capillare di ridisegno degli spazi collettivi è estesa poi a tutte le parti del quartiere: aree alberate, playgrounds, orti e giardini, ai quali si affianca il suolo artificiale ottenuto sopra i tetti dei garages collettivi, delineano un nuovo sistema di relazioni con la residenza.




Progetto segnalato

"Filamenti continui per riqualificare la città": Luca Docci (capogruppo, Belluno), Antonella Galantin


UN'INFRASTRUTTURA PER CREARE NUOVI SPAZI. Questo approccio si pone in alternativa alle logiche generatrici del quartiere, sovrapponendo un segno forte e continuo al sedime organico e gerarchizzato dei suoi spazi. Un nuovo sistema lineare di infrastrutture –elemento organizzatore di una strategia di riqualificazione basata sulla flessibilità d'uso e la trasformabilità nel tempo– consente sia di agevolare la mobilità tra i nuclei del quartiere sia di aumentare la dotazione di nuove attrezzature di uso collettivo: servizi, spazi pubblici, posti auto vengono capillarmente diffusi nel tessuto residenziale. In alcuni punti il sistema infrastrutturale si ispessisce, a costituire piastre sulle quali sono localizzate, oltre alle attrezzature, nuove residenze.




Progetto menzionato

"Port land": Walter Sanchez (capogruppo, Mar del Plata, Argentina), Mercedes Cuenca, Armando Perez Moreno, Ruben Dario Rodriguez; Graciela Pronsato, Pablo Menna, Carolina Peruzzo (coll.)


UNA METAFORA DELLA COMPLESSITÀ URBANA. All'interno di quella che viene interpretata come un'"informational city", insieme complesso e plurale di informazioni di tipo spaziale, funzionale e simbolico, compito assegnato al progetto è conferire al quartiere una nuova e più chiara identità, ridisegnandone integralmente confini e relazioni tra le differenti parti. Il canale del porto viene virtualmente prolungato fino e oltre il cuore del Borgo, dando vita a una struttura degradante verso il mare contenente differenti principi insediativi, spazi aperti e attrezzature collettive. Ai lati sono due boulevard, al di là dei quali le residenze esistenti sono inserite all'interno di diversi habitat urbani: i boschi a nord, i campi coltivati a sud.




VINCITORI DEL CONCORSO:
ROZZOL MELARA

Progetto 1° classificato

"carsicittà": Alberto Iacovoni (capogruppo, Roma), Luca La Torre, Alexander Valentino, Ketty Di Tardo; Pia Livia Di Tardo (coll.)

> PROGETTO


SOVRAPPOSIZIONI DI SPAZI E FUNZIONI. L'immagine proposta è quella di uno spazio urbano "carsico", che apre varchi e si espande all'interno della corte. Nell'intento di liberare questo grande spazio aperto e consentirne l'attraversamento pedonale, il progetto ipotizza la demolizione della crociera nella quale sono oggi concentrati i servizi e il ridisegno del dislivello esistente attraverso un piano/rampa. La corte assume così la forma di un parco/piazza, attraversato in superficie da una rete di percorsi obliqui che incontrandosi originano ambiti per la sosta, e scavato al proprio interno da "grotte" occupate da servizi e negozi che godono di un affaccio diretto sugli spazi della corte.




Progetto 2° classificato

"Modificabilità fisica": Cristiano Billia (Trieste), Valentina Patrono


FLESSIBILITÀ E LUOGHI DI MEDIAZIONE. Dalla critica verso l'eccessiva chiusura e staticità del progetto originario nasce la proposta di stabilire una nuova continuità tra quartiere e città, attraverso un intervento fisico modificabile nel tempo. Nell'intento di mediare il salto di scala con il contesto, lo spazio tra i pilastri è parzialmente occupato da volumi, da destinare ad attività pubbliche e private. All'interno della corte, la demolizione degli edifici esistenti e il disegno di un nuovo attraversamento carrabile consentono di realizzare un sistema di terrazzamenti degradanti verso ovest e percorribili pedonalmente, che a seconda delle domande emergenti potranno ospitare spazi verdi e nuove attrezzature.




Progetto 3° classificato

"L'azzurro del cielo": Erika Skabar (capogruppo, Trieste), Francesco Magnani; Pietro Polotti (coll.)


UN PARCO PUBBLICO. Un vasto e lunghissimo cuneo di querce e tigli, specie tipiche del paesaggio triestino, attraversa il grande quadrilatero. In virtù della sua natura di "opera aperta" in continua trasformazione, a questa forte presenza vegetale è assegnato il compito di istituire sempre nuove e più profonde relazioni tra il quartiere e i caratteri materiali del contesto, tra i tempi delle stagioni e i ritmi di vita degli abitanti. Dagli spazi comuni esterni l'attenzione per i connotati percettivi dei luoghi dell'abitare si estende poi alle passeggiate interne, dove per attenuare la sensazione di vuoto e di sovradimensionamento sono proposte soluzioni rivolte al miglioramento delle condizioni acustiche.




Progetto segnalato

"Aprirelagabbia": Ermanno Simonati (capogruppo, Trieste); Matteo Caldart, Davide de Bona (coll.)


UN NUOVO RAPPORTO CON L'ESTERNO. Nell'intento di ovviare alla sensazione di oppressione generata in chi si trovi all'interno della corte dai grandi corpi a L che la circondano e aprire la visuale verso la città, il progetto ipotizza la demolizione di una parte dell'edificio più basso. Nuovi alloggi sono realizzati tra i pilastri del corpo più alto e all'interno di un nuovo complesso a gradoni, parallelo alla diagonale nord-sud. Le coperture del complesso divengono giardini praticabili, contribuendo a disegnare i dislivelli del grande parco ricavato nella corte grazie all'interramento della strada carrabile che l'attraversa e alla sostituzione dei servizi esistenti con un nuovo sistema di attrezzature collettive: parcheggi, piscina e centro commerciale vengono parzialmente interrate, per raccordarsi alla quota della passeggiata interna al corpo più basso.

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