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Una riproduzione esatta della casa in cui abita uno di noi. Quale è il senso?

Si tratta di una scelta in primo luogo concettuale. Abbiamo provato a ragionare sul rapporto tra l'architettura e le informazioni. Questo padiglione rappresenta una nostra idea precisa su una delle questioni centrali del dibattito contemporaneo. A nostro modo di vedere, nel prossimo futuro non ci saranno mutazioni sostanziali. Si continuerà a vivere in maniera più o meno simile a come si vive oggi. Una volta le informazioni le ottenevamo dal giornale, dai libri, dal telefono o dalla radio. Adesso abbiamo altri strumenti: il telefonino, i laptop che ci permettono di collegarci in rete dappertutto… Paradossalmente però, questi nuovi strumenti (il portatile è l'esempio più eclatante) ci permettono di mantenere modalità di vita simili a quelle del nostro passato. Grazie al portatile, se voglio vedere il website del DARC, lo posso fare dal salotto di casa mia. Con la mia musica preferita, con un amico che passava di lì per caso, eccetera. Ci rendiamo benissimo conto che dato il mondo dei mass-media attuali, sarebbe molto meglio lanciarsi in installazioni futuribili e/o politicamente corrette. Però, in verità, ci sembra che ci possano essere altre strade. Che lavorano sulla sostanza del problema, non sulla superficie formale.







Senza contare il nostro vicino…

Noi siamo torinesi. Amiamo molto Boetti. Fare un'installazione a fianco alla sua retrospettiva è un tema stimolante, ma sicuramente non facile. Prendere il soggiorno living di casa nostra e ricostruirlo esattamente identico a Venezia (usandolo come spazio informazioni) ci è sembrato poter funzionare. In più, ci piace anche pensarlo a un nostro omaggio ad Alighiero. Senza però usare alcuna cifra stilistica, riferimento diretto. Un omaggio concettuale, procedurale. Boetti era il più bravo di tutti.
[06jun2001]
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