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Giovanni Vaccarini

 

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L'idea č "quella di insediare all'interno dell'involucro due elementi: suolo (piattaforma) e "copertura" (cielo), due superfici complesse che con il loro muoversi, corrugarsi e piegarsi disegnano uno spazio nuovo, sensibile e prestazionale; la cognizione di tempo e spazio informando le deformazioni delle due superfici. La piattaforma si compone di una struttura metallica sagomata poggiata direttamente a terra e da una pavimentazione in lamiera forata in acciaio corten, un elemento fortemente materico che perde parte della sua matericitą grazie ad un sistema di retroilluminazione - immatericitą della materia.

La superficie informativa č il secondo "suolo" che definisce lo spazio, č pensata come una pelle traslucida di resina acrilica rinforzata da una struttura leggera in tubolari in acciaio. Sulla pelle traslucida vengono convogliati gli spazi della luce naturale dei lucernai del soffitto diventando una sorta di "fumetto" artificiale sul quale vengono proiettate le immagini fisse o in movimento delle installazioni permanenti e temporanee. Questa pelle traslucida costituisce, dunque, lo spazio espositivo e di documentazione acquistando una "matericitą" data non dal materiale traslucido e quasi immateriale, ma proprio dalla "consistenza" delle proiezioni - matericitą dell'immateriale.








Giovanni Vaccarini, architetto, dottore di ricerca in composizione architettonica. Svolge attivitą didattica e di ricerca presso la Facoltą di Architettura dell'Universitą degli Studi "G. D'Annunzio" di Pescara. Svolge il mestiere di architetto sotto la sigla ESA studio, un laboratorio di sperimentazione e ricerca sul progetto che lavora con l'ambizione di misurarsi con la pratica del fare e con l'idea di riaffermare il progetto come esperienza collettiva. Ha partecipato a diversi concorsi di architettura nazionali ed internazionali conseguendo premi e riconoscimenti.
[06jun2001]
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