Serendipity Anna Barbara |
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Ha
recentemente avuto luogo, presso la galleria SESV di Firenze, l'installazione Serendipity con
la quale lo studio ghigos ha scelto di raccontarsi attraverso la
realizzazione di un ambito di incontro e di scambio in forma di
bar. ARCH'IT coglie l'occasione per ospitare considerazioni di
Anna Barbara e di Stefano Mirti sulla
ricerca del giovane laboratorio e per segnalare tre progetti recenti. |
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Serendipità è lo
scoprire una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando
un'altra, è un atto di ricerca pura, scevra dal pre-giudizio,
in grado di accettare l'errore e di seguire fino il fondo la sequenza
inesorabile del caso fino a... scoprire di nuovo le Americhe? Un
concetto, quello di serendipità, che richiede una forte dose
di coraggio perché il risultato non è certo, di autonomia
di pensiero e azione perché si tratta di un tracciato inesplorato,
della presenza di un mecenate con disponibilità economiche
perché un cliente non potrebbe rischiare. |
[06aug2007] | |||
Un concetto che gli assomiglia e che è altrettanto intrigante, perché essenza di una cultura nomadica come quella berbera, è quello che recita: "chi non sa dove va non è mai perduto". In entrambi i concetti rintraccio la valorizzazione dell'incertezza come possibilità anziché come sottrazione, come perdita di prospettiva a favore della immanenza del presente. Questo atteggiamento presuppone una idea di design come metodo, forma mentis, come racconto che non necessariamente vogliono condurre a una professione, a un mestiere, a un prodotto. |
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Il progetto Serendipity dei ghigos ha queste caratteristiche, sin dalla scelta di far design seduti in un bar, che come su un foglio bianco sottolinea cromaticamente (segno indelebile di una generazione avvezza agli evidenziatori fluorescenti) il cambio di scala, il dettaglio, il readymade. Mi pare che sia il mondo al centro dell'interesse dei ghigos, e la sua materia come abaco di ingredienti possibili. E non credo che sia un caso, che questo giovane gruppo, così come altri progettisti di questa generazione si esercitino con il cibo come materiale non solo fisico, ma come materia emozionale da cui avviare importanti pensieri. |
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Serendipity dei ghigos, che è contenitore coerente dei loro altri progetti, mette al centro il quotidiano visto ancora nel suo alto quoziente di declinazioni possibili o semplicemente fantastiche e si occupa di mondi e di storie come ingredienti potenziali per un presente migliore. Perché questo un po' aleggia, la sensazione di un voluto ottimismo, della convinzione che il design -perché no- possa migliorare le nostre vite e che si possa incontrare il meglio anche cercando qualche altra cosa. Anna Barbara annabarbara@annabarbara.it |
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