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5° Festival Internazionale di Architettura in Video
IL FUTURO E LA CITTA'
incontri internazionali di architettura > 30 novembre - 3 dicembre 2000
esposizioni > 30 novembre - 17 dicembre 2000




> UNA MAPPA FRAMMENTARIA
Marco Brizzi

presentazione
        - legnante
        - buccolieri
        - terpolilli
        - brizzi
        - park
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Sono ormai numerose le manifestazioni e le iniziative che tendono a sottolineare, internazionalmente, una generale attenzione verso gli esiti dell'avvento della digitalizzazione e dell'applicazione in architettura delle nuove tecnologie di comunicazione. Questi aspetti, oggi non più trascurabili, generano momenti di inevitabile interesse ma emergono come voci sparse di un dibattito ancora tutto da avviare. Si rende sempre più necessario, infatti, maturare consapevolezza nei confronti dei Media, sviluppare un atteggiamento critico ed aperto alla più ampia comprensione dei fenomeni emergenti, elaborare degli strumenti utili per valutare le potenzialità dei mezzi e quindi costruire le condizioni per una loro appropriata applicazione.

Con il Festival di Firenze abbiamo scelto di mostrare quanto, in maniera più o meno evidente, si stava producendo nel mondo in termini di video e di strumenti multimediali per l'architettura, ricercando principalmente tali realizzazioni sia nelle sedi universitarie sia all'interno degli studi professionali. La volontà è stata quella di sviluppare le basi per una più ampia riflessione sul ruolo dei mezzi di comunicazione e sulle loro implicazioni disciplinari, didattiche ed applicative. Nel corso delle sue ultime edizioni, il Festival ha registrato una progressiva evoluzione dei linguaggi e seguito il moltiplicarsi delle tematiche con le quali la ricerca architettonica si è via via confrontata. Lo sguardo verso le arti cinematografiche, l'attenzione alle tecnologie di produzione digitale, l'indagine sugli strumenti di rappresentazione e di comunicazione del progetto d'architettura hanno, nel loro insieme, prodotto un quadro complesso capace di evidenziare alcuni importanti elementi della ricerca contemporanea.

Questa edizione del Festival Internazionale di Architettura in Video pone al centro dell'attenzione il tema della Città, tema sviluppato in stretta corrispondenza con quello, forse meno imprendibile, del Futuro; si tratta di un futuro immaginato, simulato, ipostatizzato, talvolta visto all'indietro come per osservare da lontano gli spazi in cui viviamo. Quella ricercata attraverso video, documenti, film è, per esempio, la città dei conflitti, la Detroit di Kyong Park, oppure Gerusalemme, o Sarajevo, che il Festival legge con gli occhi spietati delle televisioni. Ma è anche, quella osservata a Firenze, la città costruita nell'immaginario del set cinematografico, per esempio quella proposta della saga di Guerre Stellari e introdotta da Joe Takai, direttore di produzione della Lucas Digital Ltd., non solo nella sua dimensione spettacolare ma anche in funzione dell'originale gestione delle tecnologie digitali impiegate. In questo caso, come in altri, gli ospiti ed i molteplici temi dell'ultima edizione del Festival Internazionale di Architettura in Video tendono a rappresentare alcuni dei principali ambiti di contaminazione recente tra l'architettura e i Media.

I videogames, che forniscono lo spunto per alcune speculazioni sulle tecnologie, all'architettura contemporanea vista da Andrea Mi e Massimo Canevacci nei videoclips musicali. Le forme urbane presenti nella Neo Tokyo descritta negli Anime giapponesi scelti e commentati da Marcello Pecchioli, cui risponde una mostra che indaga le forme urbane rappresentate nei fumetti e nelle strisce dei più celebri disegnatori. Le esperienze didattiche internazionali di Peter Anders, Manuel Couceiro, Dirk Donath, François Penz, Leandro Madrazo, Marisa Galbiati e Antonino Saggio legate all'uso dei mezzi audiovisivi ed ai sistemi digitali, e le ricerche svolte degli architetti impegnati nella ricerca sui Media. Lo sviluppo dei sistemi VRML e degli spazi 3D per il Web commentato da Roberto Masiero e da Cristiano Bianchi di ParallelGraphics. L'incontro sulla produzione digitale dell'architettura, che prosegue il percorso di ricerca avviato con Bernard Cache a Firenze nel 1999, durante la precedente edizione del Festival. Il tema della comunicazione dell'architettura in Internet, gravido di implicazioni e discusso insieme a Bart Lootsma e Peppino Ortoleva.

E poi le opere in video di un'autrice impegnata nel dibattito sull'architettura e sui mezzi di comunicazione audiovisiva come Odile Fillion, e quelle dedicate alla visualizzazione di capolavori dell'architettura contemporanea mai costruiti, nelle splendide simulazioni di Takehiko Nagakura. Uno sguardo al passato prossimo, per avviare un confronto tra l'ultima generazione di architetti italiani, tra cui Stalker, A12, Cliostraat, e le esperienze di Gianni Pettena, Adolfo Natalini, Lapo Binazzi espresse in film e video prodotti alla fine degli anni Sessanta da gruppi Radicali come Superstudio e UFO. Uno scenario ancora più ampio e complesso, sulle produzioni dei giovani gruppi italiani, aperto intorno all'esposizione itinerante New Italian Blood (NIB), nella sua tappa fiorentina associata ad un incontro sul rapporto tra ricerca architettonica contemporanea e nuove tecnologie di comunicazione con Luca Galofaro e Andrea Boschetti, coordinato da Fulvio Irace. L'ambito espositivo prosegue con la mostra dei risultati del workshop internazionale Hydrocity, sviluppato sulle isole Kornati; con DY2K, la mostra all'interno della quale Ammar Eloueini espone un processo progettuale dettato dai mezzi digitali e sviluppato a partire dalla concezione per giungere fino alla realizzazione del prototipo; con l'installazione Alien Forms di Marcos Novak, le cui sculture invadono la sede del Festival alludendo alla silenziosa ibridazione degli spazi architettonici, operata sotto l'azione della rivoluzione digitale…

Una mappa frammentaria, fatta di percorsi che non tendono verso una direzione univoca, ma che testimoniano, nel loro insieme, il generale interesse per la ricerca intorno alle nuove tecnologie di comunicazione, e che tessono un fitto reticolo di connessioni, di tecnologie, di ipotesi, di culture sulle quali il Festival di Firenze insiste per accompagnare e per documentare la trasformazione in atto.

Marco Brizzi
Curatore

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